ovvero libri a figure come supporto alle attività di orticoltura terapeutica
[di Margherita Volpini]
Sono Margherita Volpini, una ortoterapeuta. Da oltre un anno porto avanti un progetto di orticoltura terapeutica presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, un luogo di cura che accoglie bambini e adolescenti con malattie ematologiche e tumorali, offrendo loro diagnosi, trattamenti e un follow-up a lungo termine.
In questo articolo vi racconterò come utilizzo gli albi illustrati per facilitare la connessione con la natura, trasformandoli in strumenti di supporto alle attività di orticoltura terapeutica per percorre sentieri e volare verso la meraviglia.
L’orticoltura terapeutica è una pratica che utilizza la relazione con le piante e la natura per migliorare il benessere psicologico, emotivo, relazionale e fisico delle persone. In ambito ospedaliero, si rivela uno strumento prezioso per aiutare i piccoli pazienti e le loro famiglie ad affrontare lo stress della malattia. L’ambiente sanitario, spesso percepito come estraneo e asettico, può generare ansia e isolamento. Per i bambini oncologici, la diagnosi e il trattamento portano con sé un carico emotivo enorme, influenzando anche i familiari e i caregiver. Alcuni provengono anche da contesti di guerra, affrontando un doppio trauma che rende ancora più importante poter offrire loro momenti di sollievo e riconnessione con il mondo esterno.
Portare la natura all’interno di un reparto di Oncoematologia pediatrica è complesso per motivi di sicurezza. Per questo, la connessione con il verde avviene attraverso soluzioni alternative e sicure: creazione di terrari, coltivazione di piante in idroponica o in gel, visione di documentari, immagini naturalistiche, visione di materiali naturali in box di polastica e lettura di libri illustrati. Questi strumenti ricostruiscono un legame con l’ambiente naturale senza compromettere le esigenze del reparto. I terrari diventano ecosistemi da osservare e accudire, le piante idroponiche mostrano la magia della crescita anche in condizioni controllate, mentre le immagini e i documentari aprono finestre su paesaggi lontani e meravigliosi.
I bambini e i ragazzi hanno un bisogno profondo di normalità, di distrarsi dalla propria condizione, di sentirsi impegnati e di sviluppare strategie di adattamento alla malattia. La natura – anche attraverso rappresentazioni visive – aiuta a creare uno spazio ricco di sensazioni che colmi il vuoto e allontani l’apatia causata dall’incertezza della malattia e dalla mancanza di stimoli, rigenera l’attenzione, distare dallo stress, portando la mente altrove.
Gli albi illustrati, in particolare, sono un ponte verso l’esterno, una finestra attraverso cui giocare, inventare, apprendere, esplorare foreste, giardini, oceani e cieli stellati e aumentare il senso di connessione con la natura e il mondo esterno. Non potendo uscire, i pazienti, pagina dopo pagina trovano un rifugio sicuro, un modo per mantenere viva la connessione con ciò che c’è oltre l’ospedale. Ma gli albi non si limitano solo a mostrare: stimolano la curiosità, invitano all’osservazione e spingono a formulare ipotesi, strategie, a coltivare interessi.
Come cresce una pianta? Perché le stagioni cambiano? Quanti verdi ci sono in natura? Chi si incontra lungo i sentieri di montagna e in riva il mare? Come si può cucinare una deliziosa zuppa di ortaggi? E nei tronchi degli alberi chi fa la tana? Come fa a spostarsi un seme? Attraverso illustrazioni dettagliate e narrazioni coinvolgenti, i bambini possono andare a fondo nelle loro scoperte, inventare nuove storie, affinare il pensiero critico e sviluppare una comprensione più profonda del mondo naturale.
Le storie sulla natura spesso raccontano di crescita, trasformazione e resilienza - concetti che rispecchiano il percorso di cura dei bambini. Nel libro In un seme si raccontano i viaggi, le stategie che i semini compiono prima di germogliare e diventare forti piante. Essi contengono in sé tutto ciò che gli serve per crescere. Questa metafora è particolarmente significativa per i pazienti poiché riflette il loro percorso di resilienza, trasformazione e la spinta a trovare e far leva sulle loro risorse più profonde, perchè la vita trova sempre un modo per sbocciare. Fondamentale per loro è l’apprendimento delle strategie di resistenza delle piante. Sebbene non possano muoversi come gli esseri umani, le piante sviluppano incredibili capacità di adattamento: crescono in ambienti ostili, si piegano senza spezzarsi, resistono alla siccità e fioriscono persino in condizioni estreme.
In viaggio tra la natura con i Topi
Nel libro Rimanere sul sentiero si sottolinea l'importanza di esplorare la natura con attenzione e rispetto. Si ricorda di attrezzarsi bene per un’escursione, di avere scarponi robusti, uno zaino con tutto il necessario, un binocolo per osservare da lontano. Ma questa stessa cura nell’esplorazione può essere applicata anche ai bambini ricoverati in ospedale.
Per loro, la natura non è qualcosa di raggiungibile con una passeggiata nel bosco, ma un mondo da scoprire attraverso le pagine di un libro, un viaggio fatto di immagini e parole che li porta lontano dalle mura dell’ospedale. Sfogliando le illustrazioni, possono camminare metaforicamente tra gli alberi, sentire sotto i piedi il sentiero morbido di foglie, ascoltare il fruscio del vento tra i rami. E allora, camminiamo insieme nel bosco. Oh, guarda! C’è un piccolo buco in quell’albero. Chi ci vivrà dentro? Una famiglia di scoiattoli? Un gufo assonnato che aspetta la notte? E sotto le foglie? Chi si nasconde? Forse un riccio che ha costruito lì il suo rifugio o un gruppo di insetti operosi. Quali insetti esistono, come si disegnano?
Scopriamoli insieme nel libro Sei zampe e poco più. Attraverso le sue pagine, i bambini possono immergersi nel mondo degli insetti, osservandoli da vicino e scoprendo come, nonostante le loro dimensioni ridotte, siano creature incredibilmente organizzate, strategiche e indispensabili per l’equilibrio della natura. Le formiche che costruiscono tunnel perfetti, le api che danzano per comunicare, i coleotteri che si mimetizzano con l’ambiente: ogni insetto ha una sua abilità speciale, un ruolo preciso, una missione da compiere. Collaborano, si aiutano, fanno squadra, proprio come fanno le piante nel sottosuolo o come gli alberi che si sostengono a vicenda attraverso le radici.
E a proposito di insetti, voliamo tra fiori e fili d’erba, accompagnati dal profumo dolce del miele, per imparare come proteggere e sostenere questi straordinari impollinatori. Grazie al libro Api, sciami e alveari, scopriamo il mondo segreto delle api, capendo il loro ruolo fondamentale nell’ecosistema per imparare a prendercene cura. Le api non sono solo produttrici di miele: sono instancabili lavoratrici che permettono alle piante di riprodursi e garantiscono la biodiversità. Imparare da loro significa comprendere il valore della cooperazione, della pazienza e della resistenza, qualità che i piccoli pazienti possono ritrovare nel loro percorso di guarigione.
E allora, costruiamo insieme un hotel per le api! Un rifugio sicuro, fatto di materiali naturali, dove questi preziosi insetti possano trovare riparo. Preparare un hotel per le api è un gesto di cura, un modo per passare dal ruolo di chi riceve assistenza a quello di chi protegge e sostiene.
Nel libro Prendere il volo, la narrazione celebra il movimento, la libertà attraverso il volo degli uccelli, la loro conoscenza e cura, un tema che diventa particolarmente significativo per i bambini. Questa riflessione si collega perfettamente a uno degli aspetti più profondi dell’orticoltura terapeutica: il prendersi cura di un essere vivente. Per i bambini oncologici, che spesso si sentono impotenti di fronte alla malattia, poter creare, proteggere e nutrire qualcosa li aiuta a riscoprire un senso di forza e partecipazione. E così, immaginiamo insieme: prepariamo un nido per una piccola cinciallegra, (Gianfilippa) ricreando con delicatezza lo stesso impegno che gli uccelli mettono nella costruzione del loro rifugio. Quanta attenzione ci vuole per trovare i rametti giusti, per intrecciarli con cura, per creare un luogo sicuro e accogliente! E poi, l’inverno si avvicina. Come possiamo aiutare gli uccellini ad affrontarlo? Prepariamo insieme qualcosa di buono: una piccola mangiatoia da appendere fuori dalla finestra. Osservare un uccellino che si avvicina, che si nutre grazie a ciò che abbiamo offerto, diventa un’esperienza forte, un segnale che il nostro gesto ha avuto un impatto reale di cura e protezione.
La zuppa di Lepron è un vero e proprio viaggio immaginario per i bambini in reparto, permettendo loro di immergersi nella natura e vivere un’esperienza sensoriale, anche senza poter uscire. Attraverso le pagine, i piccoli pazienti possono andare nell’orto con il signor Lepron, raccogliere verdure croccanti, annusare il profumo della terra umida e fare finta di preparare deliziose zuppe insieme a lui.
Il trasloco del giardino apre una incredibile finestra sulla capacità della natura di muoversi, di trasformarsi e adattarci quando il suo ambiente cambia.
In un reparto, dove il contatto diretto con il verde è limitato, questo concetto assume un significato profondo: portare la natura con sé non è solo un gesto fisico, ma anche emotivo e simbolico. Attraverso immagini, racconti e esperienze sensoriali, il verde trova il modo di entrare nello spazio ospedaliero e diventare parte della quotidianità dei bambini ricoverati. Nel percorso di orticoltura terapeutica, questo trasloco avviene ogni volta che i bambini ricreano angoli verdi dentro l’ospedale, trasformando le stanze con la loro immaginazione e creatività. Una magia che si realizza attraverso terrari, disegni di giardini rigogliosi, costruzione di giardini di carta portatili, piccole oasi personali dove possono far correre i loro animali preferiti, rievocare paesaggi lontani o raccontare i propri sogni.
Questi giardini sono molto più che opere creative, sono spazi di resistenza e rinascita, luoghi ludici e simbolici in cui la natura diventa un punto di riferimento stabile, anche in un contesto di incertezza e cura.
E così, il trasloco del giardino è una rappresentazione forte e coinvolgente, una metafora della vita, che può essere portata ovunque, anche in un luogo dove sembra non esserci spazio per la natura. Basta saperla guardare, reinventare e custodire nel cuore.
Nel libro L'albero, le immagini ruotano attorno alla crescita e alla trasformazione di un albero, simbolo di resistenza e continuità: una rappresentazione della forza della vita vegetale, del modo in cui, pur immobili, gli alberi riescono a conquistare il mondo. E allora, proviamo a sentirci alberi. È un’attività che invita a esplorare la somiglianza tra noi e le piante, imparando dalle loro strategie di adattamento. Gli alberi non sono mai soli: si sostengono a vicenda, condividono risorse, collaborano, fanno rete. Non sprecano nulla, si tollerano, si aiutano. Hanno radici profonde che li ancorano, ma allo stesso tempo si slanciano verso l’alto, cercando luce, spazio, crescita. Aiuto i piccoli pazienti a ritrovare le loro radici, a riscoprire ciò che li sostiene, anche nei momenti difficili. Essere tenaci, non arrendersi davanti agli ostacoli è ciò che fanno le piante, e anche loro possono impararlo.
Così come germogli, rami e foglie si tendono in ogni direzione, anche chi affronta la malattia, pur nella sua immobilità fisica, può espandersi interiormente, aprirsi agli altri, nutrire la propria curiosità e la voglia di imparare. La natura insegna che non è necessario muoversi per crescere: anche un albero, fermo e radicato, trova il modo di adattarsi e trasformarsi, proprio come ogni bambino che affronta la sua battaglia con coraggio.
La bellezza di questa attività sta nella capacità di vedere la somiglianza tra il mondo vegetale e il nostro: imparare dagli alberi significa comprendere che la crescita non è solo fisica, ma è anche emotiva, relazionale, interiore. Anche nelle difficoltà, possiamo tendere verso la vita e il futuro.
Alfabeti naturali è un tesoro straordinario per immergersi nell’osservazione del mondo naturale, scoprendo forme, colori, trame e strutture che spesso sfuggono a uno sguardo distratto. È un invito a guardare con attenzione, a soffermarsi sui dettagli e a lasciarsi stupire da ciò che la natura crea con la sua infinita varietà. Per accompagnare questo percorso, porto con me la scatola dei tesori, un piccolo scrigno che raccoglie frammenti di natura: foglie dalle venature intricate, gusci levigati dal tempo, nidi di uccellini e di insetti, pezzi di corteccia e minerali, fiori, rametti.
Ogni elemento è un indizio, una traccia, un segno che racconta una storia e invita a cercare connessioni, pattern e frattali nascosti nella struttura della vita. Attraverso questa raccolta, i bambini imparano non solo a osservare, ma anche a andare a fondo nelle scoperte, interrogandosi sui meccanismi che regolano la crescita e l’adattamento delle forme naturali. Perché le foglie hanno venature così precise? Come mai alcuni gusci presentano spirali perfette? Quale strategia ha adottato un insetto per costruire il suo nido? Ogni piccolo dettaglio diventa una porta aperta sulla meraviglia, un’occasione per connettersi alla natura e comprendere che, anche nelle situazioni più difficili, la vita trova il modo di organizzarsi, resistere e trasformarsi.
Il libro Colori aiuta a comprendere quanto la natura e noi stessi siamo un incredibile arcobaleno di sfumature. Attraverso le sue pagine, i bambini scoprono che ogni colore racconta una storia, che ogni sfumatura ha un significato e che la diversità cromatica riflette la straordinaria varietà del mondo naturale e umano. Osservando i colori nelle foglie, nei fiori, negli animali, nei cieli mutevoli, i piccoli pazienti imparano che il cambiamento non è un limite, ma una possibilità di trasformazione. Il verde rassicurante delle foreste, il rosso caldo dell’autunno, il blu profondo dell’oceano: ogni tonalità evoca emozioni, ricordi, sensazioni che li aiutano a esplorare il mondo anche da una stanza d’ospedale. Ma Colori non parla solo di natura: racconta anche di noi, della nostra capacità di essere sfaccettati, di avere giornate luminose e altre più cupe, di trovare luce anche nelle ombre. Proprio come il paesaggio cambia con le stagioni, anche le persone attraversano momenti di trasformazione, scoprendo nuove parti di sé lungo il cammino.
Ecco come gli albi possono diventare uno stimolo nel processo di guarigione e nel processo di crescita, essere nuovi spazi per “stare tra la natura” abbattendo le barriere della malattia Immergersi negli albi, spostare l’attenzione sulla natura aiuta a relegare al mondo vegetale emozioni represse, a mettersi in ascolto di sé stessi, a rimanere connessi con la vita.