La quarta novità della stagione è il nuovo cartonato della serie realizzata da Philip Giordano e Giovanna Zoboli, dedicato a due meravigliose stagioni di passaggio: la primavera e l'autunno.
[di Giovanna Zoboli]
I cartonati sono libri gentili. Devono (o dovrebbero) esserlo, considerata la loro prossimità con bambini piccolissimi. Per gentilezza, qui, intendo un punto di vista, un modo di osservare le cose e di dirle; di utilizzare lo spazio, di porsi in relazione con i cinque sensi di un lettore incantevole per delicatezza e curiosità. In nessun’altra tipologia di libro gli autori sono così vicini ai loro lettori e così affettuosamente invisibili. Questa gentilezza, questa invisibilità più che entrare programmaticamente nella progettazione di un cartonato, è il risultato di un processo: ci si arriva per intuito, e per un progressivo senso di sollievo, attraverso una costante opera di semplificazione. Non si tratta di esprimere l’essenziale, ma di lasciare quello che eccede. Nessun libro è più liberatorio, credo. Per chi scrive, non si tratta di fare altro che nominare: uno degli atti più straordinari che, a ben vedere, tocca a ogni essere umano al principio della vita. Per chi illustra si tratta di dar forma, altro atto creativo appassionante.
In primavera. In autunno è il quinto libro della serie di cartonati che ho realizzato insieme e a Philip Giordano, nata con Quando il sole si sveglia, nel 2015. Dopo D’estate. D’inverno (2019), era previsto, per coerenza, il racconto delle altre due stagioni complementari. Come è caratteristico della serie, anche in questo libro due sequenze si articolano attraverso le pagine, scandendo la narrazione in un ritmo fatto di opposizioni e affinità sia tematiche sia formali.
Quando penso a un bambino molto piccolo, immagino la sua disposizione alla pienezza, la sua capacità di sperimentare parole e immagini con allegria traboccante e stupefatta. Così quello che provo a fare è un racconto che sia all’altezza di questa inconsapevole, smisurata fiducia. Primavera e autunno sono stagioni di trasformazione, serbatoi di microstorie che per raccontarsi non hanno bisogno di altro che di un soggetto e un predicato; vicende una più miracolosa dell’altra: un ramo che fiorisce, un grillo che canta, una rosa che si arrampica, una raganella che gracida; foglie che volano, la luna che rischiara, la nebbia che scende, un’oca che parte.
Sono le apparizioni che si dispiegano nel teatro quotidiano dello spazio e del tempo e che ai bambini si manifestano, spontaneamente, nella concretezza della realtà e nella unicità del mito. Crescendo non capiterà più con quella forza. Per questo bisogna fare in modo di occupare meno spazio possibile, in questi libri. Philip Giordano, che pure è un illustratore dallo stile ricco e inconfondibile, ha sempre portato in questi libri immagini luminose, capaci di dire una cosa alla volta con nitidezza ed evidenza esemplari. Le sue figure esatte, i suoi paesaggi minimi, i suoi colori brillanti e misurati, fanno spiccare alle parole salti di vera e propria felicità.