[di Anna Felicia e Iolanda Nardandrea]
365 Storie è il progetto di due apprendiste libraie, sorelle e lucane d’origine e romane d’adozione, con un nome ereditato dalle nostre nonne, Anna Felicia e Iolanda: una libreria indipendente per bambini e ragazzi nata a Matera nel dicembre 2016, in via San Biagio, nel Sasso Barisano.
Per quasi trent’anni Roma è stata la nostra amata-odiata città e la Basilicata solo una terra da cui ripartire, mai un posto in cui avremmo immaginato di poter stare. Fino alla scelta di ritornare a Sud ripartendo da noi e dalla comune passione per l’editoria dedicata ai ragazzi. La mancanza di una libreria specializzata a Matera e in provincia ci ha fatto sperare che il nostro desiderio fosse anche il bisogno di un territorio e di una comunità. Voler essere una libreria indipendente è stata la prima certezza; proporre una accurata selezione di titoli è stata la seconda, una scelta che condividiamo con chi, come noi, la bellezza non ha rinunciato a cercarla, nei libri e nel mondo. Non siamo pochi: i molti turisti che visitano la città, un piccolo numero di affezionati residenti a Matera o in provincia, nelle più distanti aree interne o nella vicina Puglia.
Provare a dare senso e sostenibilità alla nostra impresa significa riscoprire un intero territorio in una delle regioni più povere e meno abitate del nostro Sud, avanzando lentamente e faticosamente, scardinando abitudini e approcci che mortificano o squalificano il valore culturale e sociale di una libreria indipendente; significa ricostruire una rete di relazioni umane e professionali, consapevoli della necessità dell’incontro tra chi torna, chi resta e chi viene in questa sorprendente terra, collaborando senza competere; significa, infine, comprendere dove sei (tornato) e riconoscere da dove vieni.
Nel pomeriggio,
mi volevano far dormire per forza:
ma io me ne scappavo dallo stanzone scuro.
Più lieve di una piuma la scendevo,
per non farla scricchiare,
quella scala di legno
che mi aspettava dritta come un palo,
e quando ero giù
gettavo tanto un grido
che somigliava a quello di un pazzo
che ha perduto la voce.
Poi, saltando saltando,
e senza rumore,
ora mi trovavo per terra, ed ora per aria,
gliela aprivo con gli occhi a una finestra
la piccola fessura,
e, con un grande libro colorato,
a braccetto coi lampi delle immagini,
me la spassavo.
Albino Pierro, E non mi fermo. E altre poesie, illustrazioni di Mara Cerri (Orecchio Acerbo, 2016)
Con stupore, una donna tursitana scopre questa raccolta di poesie là dove non avrebbe mai immaginato: in una libreria per ragazzi. Un albo per tutti che le chiediamo di leggere nel dialetto e nella lingua in cui Albino Pierro raccontò la sua terra del ricordo, rievocando un tempo lontanissimo, quando era bambino a Tursi, piccolo paese lucano in cui era nato nel 1916, in quel Sud di poeti e contadini da cui veniamo.
Guardandoci attorno con curiosità, scopriamo ogni giorno qualcosa di nuovo anche noi.
Nella Casa delle Muse di Sinisgalli, a Montemurro, sede della Fondazione dedicata al poeta ingegnere lucano, sono conservate le pubblicazioni, di rara bellezza, realizzate negli anni Cinquanta da piccoli giornalisti-disegnatori-tipografi della scuola elementare di S. Andrea di Badia Calavena. Bambini incisori di un povero e sperduto borgo nell’Alto Veneto e alunni di una scuola dal nome utopistico e leggendario: Piccola Europa.
L’abilità manuale dei bambini nell’incidere sui banchi di scuola in svogliate ore di lezione diventa strumento didattico di scoperta e narrazione poetica di sé e del mondo, una piccola grande storia nata dall’intuizione pedagogica di un giovane maestro, Gianni Faè, colto e visionario, «geniale e umile», come lo avrebbe definito Sinisgalli e come dovrebbe essere ogni maestro, anche e soprattutto oggi. Ne scrive Biagio Russo, Direttore della Fondazione Leonardo Sinisgalli, nel libro Leonardo Sinisgalli e i bambini incisori, la cui lettura ci riporta ai piccoli ma preziosi "ingrandimenti" realizzati dai bambini di Matera durante i laboratori di stampa serigrafica tenuti da Marco Carsetti e Chiara Mammarella, responsabili di Else Edizioni, nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata: un'iniziativa in collaborazione con la casa editrice e con uno spazio museale della città, nonché prima occasione di incontro, nell’autunno del 2018, con un luogo istituzionale della futura Capitale Europea della Cultura.
Il momento storico che Matera sta vivendo, in questo anno di così grande risonanza mediatica, ci pone dinanzi a un crescente flusso di turisti che intercettano la libreria, ne varcano la soglia con affettuosa curiosità, non vanno mai via senza un libro e un nostro biglietto da visita.
Il 17 giugno, a sei mesi dalla cerimonia inaugurale di Matera 2019, 365 Storie ha compiuto due anni e mezzo. Nella prima metà di questo anno cruciale abbiamo tentato di fare dei libri che amiamo un luogo d’incontro e di scambio. È accaduto al Mula+ Museo di Latronico, con una storia di montagna che non avrebbe potuto trovare luogo più aperto e accogliente di questo presidio culturale nel cuore del Pollino. Da poche settimane si è concluso un ciclo di incontri, Sul filo delle parole. Accenti di libertà nella letteratura contemporanea per ragazzi, nato in collaborazione con il Corso di Scienze della Formazione Primaria e con Michela D’Alessio, docente di Letteratura per l’infanzia. Un filo di parole teso tra passato e futuro per ricordare e raccontare cosa ci rende umani e liberi. In libreria, nelle aule universitarie e scolastiche, in carcere.
In quel che resta del 2019 continueremo a promuovere il valore del libro, a progettare percorsi condivisi con realtà, scolastiche e non, che stimano prezioso e necessario il nostro supporto di libraie-lettrici, a coltivare relazioni durature con insegnanti e maestre per le quali l’incontro, anche quello con l’autore, non è mai occasionale. Infine, a ottobre, accogliendo l’invito della Fondazione Sassi, come il piccolo fornaio di Chen Wen-Sheng, attraverseremo la Terra del pane e i suoi mondi immaginari viaggiando sul dorso di un pesce volante, ripensando ai ricordi «più belli e puri» della nostra infanzia qui.