La novità di questa settimana è I fiori di Carlo di Mario Onnis, il primo Minitopo realizzato ad hoc per la collana. Una deliziosa storia di fiori e amicizia la cui nascita oggi ci racconta il suo autore.
[di Mario Onnis]
I miei amici Ana e Francesco avevano appena preso casa e stavo curiosando nella loro libreria, quando un volume ha catturato la mia attenzione, I segreti del giardiniere, edito da Rizzoli.
È un manuale di piccole dimensioni, un tripudio di fiori dai colori accesi, bustine di semi, attrezzi da giardinaggio. Sono illustrazioni dipinte a mano tra la fine dell'Ottocento e gli anni Trenta, provenienti dall'archivio storico dei Fratelli Ingegnoli, che dal 1880 vendono piante e semi per corrispondenza. Sono sempre stato molto curioso e tra le mie manie, da piccolo, c'era quella di spedire ogni tagliando trovato su giornalini e riviste. Compilavo con i miei dati i moduli per richiedere cataloghi e qualsiasi fascicolo proponessero, per cui anche i cataloghi Ingegnoli sono arrivati nelle mie mani bambine. Mi sembravano seri e rigorosi, quasi matematici, e poco propensi alla spettacolarizzazione. Non promettevano miracoli e gadget in omaggio, come facevano invece i cataloghi della concorrenza. Subivo, infatti, anche il fascino dei cataloghi delle aziende olandesi, che sfogliavo spesso a casa di una vecchia zia. Giravo le pagine scegliendo il mio colore preferito per ogni fiore proposto, tra fragole giganti, camion di bulbi e gli immancabili zoccoletti.
Mi ha sempre affascinato veder crescere, giorno dopo giorno, un fiore o una pianta. Da piccolo usavo il piccolo annaffiatoio del mare per aiutare a bagnare i vasi in casa. Mia madre piantava fiori ovunque, specie nei vecchi barattoli di latta del caffè, e salvava le piante che le persone avevano buttato via. A volte accompagnavo mio padre a comprare qualche busta di semi per l'orto, tutte quelle confezioni colorate mi hanno sempre ipnotizzato. Ma la vera folgorazione per piante e fiori credo sia nata alle elementari, quando la maestra ci fece osservare la crescita di diversi semi nella bambagia. Vedere ogni mattina i progressi delle radici e lo sviluppo delle parti aeree di ogni piccolo seme inerme che prendeva vita, era qualcosa di magico.
Sulla scia di quei ricordi, pian piano è cresciuta la voglia di disegnare qualcosa che mi ricordasse quei vecchi cataloghi che sfogliavo da bambino. Così ho innaffiato quel piccolo seme, cominciando la mia ricerca. Ho letto tanti libri per bambini dedicati ai fiori e al giardinaggio, ma non volevo farmi infuenzare troppo, così ho dedicato più tempo ad ammirare le tavole di illustrazioni botaniche di tutte le epoche. Tantissimi artisti, spesso sconosciuti, hanno disegnato e riprodotto fiori e piante, a partire da quelli del codice miniato conosciuto come Dioscoride di Vienna. Si tratta della più antica copia illustrata del De Materia Medica del medico e botanico greco Dioscoride di Anazarbo, vissuto nella Roma di Nerone.
Illustrazioni botaniche, cataloghi e altre fonti di ispirazione.
Schizzi, personaggi e prove di copertina.
Prove e esperimenti per i risguardi.
Atri schizzi e prove.
La prima tavola del libro è nata così, osservando erbari e illustrazioni botaniche, e dopo è venuta la storia.
Alcune immagini dello storyboard.
All'inizio avevo immaginato tanti personaggi, si sono presentati ai provini anche un capibara e un'esuberante maialina. Poi, grazie all'intervento di una giardiniera milanese di nome Giovanna, la storia è diventata più semplice. Abbiamo dovuto rinunciare a malincuore a gran parte del cast straniero e ognuno ha fatto ritorno alla sua villa o al suo porcile.
Tra gli scartati dopo i provini: una zebra, un capibara, un coniglio, una maialina e un criceto.
Il disegno che mi sono divertito di più a fare è quello con la cucina. All'inizio era molto diversa, poi ho voluto fornire Carlo di un cospicuo numero di piatti, barattoli, caffettiere e utensili.
Fra le pagine del libro ci sono anche il mio coniglio di plastica arancione con le ruote grazie a cui mi feci una cicatrice; un pasticcino bello che non sapeva di niente che ho mangiato a Vienna; una vecchia teiera in ferro smaltato. E anche se non si vedono, ci sono anche i semi magici della mia maestra Benvenuta, i barattoli di caffè fioriti di mia madre e le bustine di ortaggi che comprava mio papà.