Che tipo di proposte arrivano a una casa editrice per ragazzi? Ve lo racconta la nostra splendida Redazione nella seconda puntata della sua imperdibile Inbox letteraria. Qui trovate la prima puntata.
[di Redazione]
Cari Topipittori,
sono Magda, igienista dentale e mamma di Federico. Io e il mio bimbo, che ora ha 4 anni, ci siamo divertiti a creare questo albo che vi allego. Praticamente me lo ha dettato, inoltre ogni capitolo è da lui disegnato. Spera tanto in una pubblicazione.
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Buonasera,
vorrei sottoporvi un racconto che ho scritto a quattro mani con mia figlia Arianna di 10 anni. La bambina ha anche realizzato da sola le illustrazioni dell’opera. Immaginatevi il suo faccino se doveste rifiutarlo!
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Spett. li Topipiccioni,
in allegato il romanzo - di recente stesura - di mio figlio Alberto, 12 anni, che ha voluto raccontare le difficoltà tipiche della sua età. Ho già corretto io i testi, cosa dobbiamo fare per pubblicarlo con voi?
Dopo gli instant book a tema Covid-19, la seconda tipologia di proposte editoriali che riceviamo di più in assoluto è proprio questa: libri - più che per bambini - di bambini. Poiché a inviarcele non sono loro, ma i loro genitori, è a questi ultimi che dovremo rispondere e dedicare questo nostro secondo appuntamento con la rubrica Inbox letteraria.
Gentili genitori,
la ragione per la quale rifiutiamo queste proposte è duplice: innanzitutto, abbiamo la responsabilità di non contribuire a perpetuare l’equivoco (molto diffuso al di fuori del settore) che la letteratura per ragazzi sia affare da ragazzi e non da adulti professionisti e specializzati; in secondo luogo, non ce la sentiamo affatto di sottoporre precocemente Federico, Arianna e Alberto ai ritmi e alle vessazioni del mondo del lavoro. Come sicuramente potranno confermare autori e illustratori, il lavoro editoriale non si compie certo in un atto di creatività, comporta anzi controllo, disciplina, pazienza e, spesso, frustrazione. È del tutto comprensibile che, vedendo il piccolo Federico inventare la sua prima storiella o la giovane Arianna spalmare tempera con energia ed entusiasmo, venga voglia di attribuire senso, cornice e, perfino, un titolo ai risultati ottenuti. È semplicemente gratificante, per voi e per loro. Chi non ammira l’impegno gioioso e la completa dedizione di un bambino?
Eppure, immaginate: il piccolo Federico ha inventato una storia e riceve una mail concitata del suo editor, il testo è troppo lungo e pieno di ripetizioni, c’è un enorme lavoro da fare sull’uso dei vezzeggiativi e il finale è debole e non convince nessuno dei proof-readers; la giovane Arianna ha appena riempito un A3 di mille colori e il grafico interno alla casa editrice le telefona per dirle che ha sbagliato formato, è tutto da rifare e anche velocemente, ma lei ha finito i tubetti del giallo, i negozi di belle arti sono chiusi, c’è la zona rossa, c’è lo sciopero Amazon, lunedì si va in stampa e lei ha pure litigato con la compagna di banco, cosa che la pone nelle sole condizioni di singhiozzare e strappare tutto. Immaginate questo e molto altro, immaginate non solo Federico e Arianna, immaginate anche Ines, Filippo, Sofia, Leonardo e decine di autori come loro. Hanno 8, 11, 9, 4 anni. Dopo averli immaginati tutti, immaginate, infine, Alberto, 12 anni, che ha iniziato a fumare perché improvvisamente ha moltissimo materiale per raccontare le difficoltà tipiche della sua età e non ha tempo per scrivere. Deve preparare l’esame di terza media, Alberto, e vi chiede aiuto in matematica e un pacchetto di Pall Mall.
Per essere realistici, gentili genitori, preferiamo - dal punto di vista legale e umano - lavorare senza coinvolgere minori: la pubblicazione delle loro opere dell’ingegno è, sì, regolata dal diritto d’autore, ma prevede un iter complesso e ingiustificatamente faticoso. In ultimo, ma non da meno, i vostri figli avranno tutto il tempo del mondo per pubblicare, ma vi assicuriamo che, quando pubblicheranno, sentiranno la mancanza del tempo per giocare.