Una Repubblica fondata sul rispetto di tutti gli organismi viventi
[di Della Passarelli, direttrice editoriale Sinnos, con una postilla di Irene Penazzi, illustratrice]
I libri nascono in tanti modi. Anche grazie al dialogo e al confronto con le autrici e gli autori.
Questo libro nasce da un percorso comune, di un editore, Sinnos, che ha nel suo progetto editoriale il desiderio di crescere una legalità costituzionale, fatta di giustizia e di libertà, e di due magistrati, Valeria Cigliola e Elisabetta Morosini, che sono compagne di strada nel seminare questo concetto di legalità tra le giovani generazioni. Siamo partite da La Costituzione in tasca, un piccolo libro per la collana leggimi! che propone un percorso di approfondimento tra le parole della Costituzione italiana: una caccia al tesoro che mette in evidenza il ragionamento alla base della scrittura della Costituzione perché bambine e bambini possano appropriarsene e diventare interpreti loro stessi di quella Carta, così come desideravano i costituenti e le costituenti, con le loro richieste di responsabilità e partecipazione, lungimiranza e cura.
Era inevitabile pensare all’ambiente, alla tutela della natura, alla salute del pianeta, recependo quelle istanze di cambiamento che provengono dai giovani, dal loro entusiasmo coinvolgente, dal loro spirito libero e ribelle. Quando ne abbiamo parlato con Elisabetta e Valeria, hanno accolto il nuovo lavoro con entusiasmo e hanno studiato e ricercato per costruire un altro piccolo libro: La Costituzione degli alberi, che, anche nel titolo, intende riallacciarsi alle idee e a quel felice sodalizio da cui era nata La Costituzione in tasca.
La Costituzione degli alberi è, anch’esso, un testo non solo da leggere, ma “da agire”. La storia ha voluto che proprio mentre il libro era prossimo alla stampa, il Parlamento italiano, sulla spinta di una parte della società civile, abbia votato, a larghissima maggioranza, il testo di una nuova legge costituzionale: la legge n° 1 del 2022 che, intervenendo sull’art. 9, ha esteso la tutela garantita dalla Costituzione all’ambiente, alla biodiversità, agli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni; e agli animali; al contempo è stato modificato l’art. 41, ampliando i limiti alla libera iniziativa economica: da non svolgersi in contrasto non solo con l’utilità sociale, sicurezza, libertà e dignità umana, ma anche con salute e ambiente.
La modifica alla Costituzione è oggetto della riflessione di Sow, il ragazzo tredicenne, timido ma determinato, che è protagonista de La Costituzione degli Alberi. Sow si interroga su quanto possa essere rischioso intervenire sulla prima parte della Costituzione, quella dedicata ai diritti fondamentali e si convince che le modifiche, purché dirette ad ampliare l’area dei diritti, non a ridurla, possono rispondere allo spirito dei costituenti e delle costituenti. L’art 139 prevede i termini e i modi per modificare il testo costituzionale, stabilendo un sistema di garanzie e controlli, pesi e contrappesi, e l’art. 1 pone i limiti invalicabili all’esercizio del potere: i diritti e i principi fondamentali della Costituzione, che nessuno può toccare, neppure la maggioranza, anche se assoluta.
Attraverso il percorso di Sow e dei suoi amici (grandi e piccoli), diretto a salvare gli alberi della città minacciati da un abuso edilizio ‘legale’ deciso dalla maggioranza, il libro apre a tante riflessioni che possono essere praticate in laboratori e incontri con bambini e bambine.
Innanzitutto: chiaro è il concetto che ci si può opporre alla decisione della maggioranza, se questa lede e non tiene conto dei principi costituzionali. In Sow, Anna, Bernie, Luisa, Jeanne e negli altri che si uniranno a loro, convivono due pensieri: da un lato, quello che la legge non può essere di alcun aiuto e che bisogna fare da soli; dall’altro, quello che invece anche grazie alla legge, si possano cambiare le cose, come dimostra la tenace azione del capitano Mauro, rappresentante di quella legge che si fa giustizia.
Di fatto per arrivare al salvataggio della roverella e degli altri alberi che insieme a lei sarebbero stati destinati a essere tagliati, ne La Costituzione degli Alberi sono servite entrambe le cose: i cittadini che si attivano e che protestano, e la capacità di chi conosce e sa utilizzare gli strumenti della legge per intervenire nell’interesse generale.
Con la Costituzione italiana a fare da bussola, il ragionamento si allarga alla normativa europea, alla direttive habitat e uccelli, alle Costituzioni di altri Stati come l’Equador che ha inserito nel suo testo fondamentale i diritti della Natura, riconosciuta come soggetto di diritti; con uno sguardo alle grandi battaglie legali condotte in America latina a difesa dell’Amazzonia oppure negli Stati Uniti, quando negli anni settanta del novecento il Sierra Club – la più antica e vasta organizzazione ambientalista della Nazione, fondata nel 1892 dal naturalista John Muir – intentò una causa contro la Walt Disney che intendeva costruire un enorme complesso sciistico nei territori selvaggi della Mineral King Valley; adesso quei luoghi sono un Parco nazionale.
Valeria Cigliola ed Elisabetta Morosini hanno saputo inserire in questa storia sull’ambiente, la memoria collettiva: la Costituzione nasce tra i boschi e tra le montagne, grazie al coraggio di partigiani e partigiane, come Lea, una ragazza ventenne fucilata dai fascisti proprio sotto la roverella per cui si trovano a lottare Sow e i suoi amici. Una memoria da conservare in cui riposa il significato profondo dei principi che sono alla base della nostra Repubblica. Una memoria che va esercitata, come va esercitata la conoscenza e la pratica della nostra Costituzione.
Sow vorrebbe essere un figlio costituente e immagina di scrivere i primi tre articoli di una nuova Costituzione:
Art. 1 «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul rispetto delle piante, in mancanza delle quali la vita sul pianeta scomparirebbe».
Art. 2 «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili di tutti gli organismi viventi».
Art. 3 «Tutti gli organismi viventi hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sorta».
Lavorando con i bambini e le bambine possiamo fare proprio questo: renderli consapevoli del lavoro legislativo, della sua complessità, della necessità di discutere, dialogare con gli altri per raggiungere un obiettivo comune. Alla fine del libro abbiamo inserito alcune parole e poi un piccolo manifesto con un grande e bellissimo albero, colmo di vita. Bambine e bambini sono chiamati, a partire da quelle parole e dalle altre che vorranno aggiungere, a scrivere le loro nuove regole, proprio come fa Sow.
Nei lavori di gruppo, dopo aver raccontato la storia che è nel libro, ma anche quella che ha portato alla scrittura della Costituzione e i suoi principi, i bambini possono essere divisi in diverse ‘commissioni’ e, a partire da una parola, redigere una nuova norma: sul gioco, la famiglia, la scuola, lo sport e così via. La sottoporranno, poi, alla assemblea che voterà le nuove regole, proprio come accade in Parlamento. Sperimenteranno, così, quanto la politica, quella che oggi noi adulti rifuggiamo, ritenendola mediocre, inutile, disprezzabile, sia invece importante e quanto sia fondamentale la conoscenza dei suoi meccanismi per far tornare istituzioni le ‘poltrone’.
Nel viaggio dentro questo libro ci accompagnano le illustrazioni di Irene Penazzi, fortemente voluta da tutti noi per il suo segno così vicino alle idee delle autrici. Gli alberi disegnati e costruiti da bambine e bambini sono anche il frutto dell’osservazione di quelle immagini che hanno penetrato a fondo lo spirito del libro, donandogli la forza di un nuovo linguaggio e di un ulteriore livello di comunicazione emozionale e visiva.
Perché ho illustrato questo libro
[di Irene Penazzi]
“Ti potrebbe interessare? O di alberi da disegnare ne hai abbastanza?”
Quando Federico Appel di Sinnos mi ha proposto di illustrare un libro sugli alberi e il diritto ambientale ho accettato subito, nonostante non avessi ben chiaro di cosa si sarebbe trattato. Quando poi ho ricevuto l’impaginato, mi sono sorpresa di poter rileggere nel testo un’esperienza vissuta personalmente e di trovare la risoluzione ad alcuni interrogativi.
In seguito alla vendita della proprietà sulla quale si trovava, il vecchio tiglio centenario simbolo di un quartiere della mia città è stato abbattuto nel silenzio generale. Al suo posto, una triste, enorme ceppaia rasoterra. Con un gruppo di cittadini e amici abbiamo fatto qualche indagine e chiesto spiegazioni, interpellando l’Assessora al Verde Pubblico, ottenendo purtroppo solo risposte non convincenti e sconfortanti.
Fotografie di Valentina Levrini.
Sono episodi come questo, migliaia in tutta Italia, che mi hanno spinto a illustrare questo testo. Nel mio lavoro mi accade spesso di basare le mie scelte sul mio vissuto personale, sull’entusiasmo diretto. Prendermi cura delle illustrazioni per me significa scoprire e apprendere cose nuove, muovermi, appassionarmi e cercare con il disegno di trasmettere al lettore questa curiosità. Un’ultima parola sul formato proposto, davvero tanto piccolo, che per la resa ha richiesto un leggero sforzo di immaginazione, ma così funzionale al progetto che ho potuto accettare di buon grado anche questo limite.