La macchina dei pensieri

Lascorsa settimana abbiamo parlato di alcuni celebribruchi. Fra questi, quello, insaziabile, di EricCarle. In questi giorni, ho trovato il filmato di The very hungycaterpillar, e per non far ingiustizie, favorendo ilpiccolo bruco misuratutto di Lionni, oggi ve lo proponiamo, insieme a unbrano, la parte finale di una conferenza tenuta da Eric Carle nel 1990,alla Library of Congress di Washington, dal titolo Where doideas come from? contenuto nella interessantissima monografiaThe art of Eric Carle,Philomel Books, 1996. Tempo fa, in questo blog abbiamo pubblicato una pagina di Lionni sul medesimo tema,molto utile, a nostro avviso, a far riflettere chi stia imparandoa costruire storie. Può essere interessante confrontarle.

I nomi di Carlee Lionni si intrecciano spesso, e non per caso. Lionni ebbe, infatti,una parte importante nella carriera artistica di Carle. Arrivato a NewYork, il giovane Carle si rivolse proprio a Lionni, allora art director diFortune, per sottoporgli il suo lavoro e avere consiglie indicazioni. Lionni si rese conto subito di chi aveva di fronte,e così, su due piedi, propose al giovane sconosciuto un lavoro comeassistente personale. Ma nello stesso tempo lo spinse anche a cercarsi unposto migliore, e più adatto a lui, nella redazione del New YorkTimes, dandogli i nominativi e le indicazioni perché la ricercaavesse buon esito. Carle seguì consigli e indicazioni con successo, e lasua carriera cominciò così. L'episodio raccontato da Carle nel libro,mostra la generosità di Lionni e la sua disinteressata liberalitànell'aiutare un giovane talento. Non è scontato: in qualsiasi campo,l'affacciarsi di giovani alla ribalta può essere percepito e vissuto,per chi è affermato, come una minaccia o un oltraggio personale.

Se unaricetta “come fare un picture book” fosse possible, sarebbe qualcosacome: prendi trentadue pagine (la maggior parte dei picturebook hanno trentadue pagine). Obbliga la tua storia entroquesti limiti. Questi limiti sono di natura tecnica. Le tue possibilitàcreative sono infinite. Questo aiuta ad avere un inizio, una metàe una fine.

Questi sonoalcuni degli ingredienti base di qualche mio libro:

In The very hungry caterpillar(Il piccolo bruco mai sazio) cominciai condei buchi, per caso, giocando. I buchi erano dati. Ora era necessarioinventare il bruco.

InThe Very Busy Spider (Il piccolo ragno tessee tace), il ragno era dato. Ora quel che serviva era costruirela ragnatela.

In Thegrouchy LadyBug (La coccinella prepotente)volevo affrontare il tema delle dimensioni. Ora quel che serviva erauna storia interessante.

A questi ingredientidi base si sono aggiunti:

- l’amore perla natura
- l’amore per gli animaligrandi e piccoli
- l’amore di miopadre e la sua volontà di trasmettermi il suo sapere
- aver avuto un Herr Krauss (ndt: l'insegnanted'arte che durante il nazismo, in segreto, fece conoscere a Carlei maestri dell'arte contemporanea - Klee, Kandinsky, Picasso,Braque, Matisse e gli espressionisti, considerati arte degenerata -ammonendolo: «Tieni a mente il loro stile, libero e sciolto.»)
- dimenticare l’insegnante che mi picchiava con la cannadi bambù (in un secondo  momento ho modificato e trasformatol’esperienza negativa)
- divertire,sfidare e insegnare a me stesso
-quello che mi piace e non mi piace, il mio punto di vista sullecose, i miei sentimenti
- un editorche gentilmente mi pungola (ndt: qui, Carle allude al suorapporto con l'editor Ann Beneduce) .

Come unmusicista, decidi un format. Deve essere una sinfonia, una musica dacamera o un pezzo per solista? La musica deve salire o scendere, fluiree giungere alla fine con un crescendo o, se preferisci, con il suonomorbido di un violino? Perdonatemi per queste metafore così diverse. Nonfaccio pasticci solo con pennelli e cucina, ma anche con la musica. Eperché non dovrei?


Forse mio zio August avrebbe avuto unarisposta a questa domanda (ndt: la domanda “Da dove vengonole idee”). Mio zio August era un pittore della domenica, ipittori della domenica di solito durante la settimana fanno i postini,i commessi, gli assicuratori, i bancari e la domenica dipingono. Mio zioAugust dipingeva la domenica, ma durante la settimana non aveva un lavororegolare perché il lunedì mia zia Mina voleva vendere i suoi quadri, edopo i due si davano alla bella vita, mangiare e bere, soprattutto bere,fino a venerdì, giorno deputato a smaltire la sbornia. La domenica,zio August prendeva i suoi colori, i pennelli, le tele ed era prontodi nuovo per dipingere.

Lo zio August era anche unfantastico narratore di storie. Certi fine settimana (felici perme), ero invitato a casa di zio August e zia Mina. Quando arrivavoda loro, uno dei palazzi più antichi della parte vecchia dellacittà, mi infilavo nel suo studio, una stanza da letto in disuso easpettavo il momento giusto per dire: “Zio August, raccontami unastoria. Guardandomi da sopra gli occhiali, midiceva: “Prima devi caricare la mia macchina per pensare.” E, comeavevo fatto milioni di volte, cominciavo a caricare una immaginariachiavetta vicino alla sua tempia. Dopo un po’ (per tutto il tempolui faceva dei rumori meccanici), gridava: “Basta! Ecco la storia perte.”
Mi piace la risposta di zio Augustalla domanda “da dove vengono le storie”. Vengono dalla macchinadei pensieri. Tutto quello che devi fare è caricarla.