Il fantastico papàvolpe è stato pubblicato in Italia nel 1984 dalla JanusEditrice, in una bellissima edizione che Alessandra Mastrangelomi ha gentilmente fatto avere dalla Biblioteca di Mozzo. Già lacopertina di LibicoMaraja è splendida, e le illustrazioni al tratto di JillBennett sono perfette.
L'edizioneoriginale aveva le immagini di Donald Chaffin, e ne è stata fattaanche una versione divenuta famosissima con le illustrazionidi Quentin Balke (qui sotto la copertina dell'edizioneSalani ne "Gli scriccioli").
Rispetto al libro, il film diWes Anderson è non tanto una messa in scena quanto una personalissimarivisitazione della storia. Dell'originale racconto di Dahl, ilregista conserva la divisione in capitoli, azzeccata e ben distribuitanel corso del film; la storia di fondo, quella di una famiglia divolpi il cui capofamiglia è un abilissimo ladro; i cattivi, i trecontadini avari e spregevoli; e il finale felice. Ma questa commediasi sposta su tematiche diverse.
La storia secondo Dahl: Mr. Fox èun ladro che ruba galline, anatre e sidro ai vicini contadini Boggins,Bunce e Bean. I tre mascalzoni decidono di stanare la volpe e la suafamiglia e per questo mettono in piedi un vero e proprio esercito diruspe, fucili e uomini. Mr. Fox e gli animali del bosco, però, scavanosottoterra dei cunicoli che gli permettono di rubare dai tre magazziniquello di cui hanno bisogno per sopravvivere, in barba ai tre contadini,vivendo felici e contenti sottoterra.
Dahl intrattiene il lettore per poche,divertenti pagine in cui il furbo papà volpe dimostra costantementela sua scaltrezza nella lotta contro i tre perfidi Boggins, Bunce eBean. Qui, Mr. Fox non si ribella in nessun momento ai suoi istintiche nella sua famiglia si tramandano di generazione in generazione,dalla madre ai quattro pargoletti. Anderson invece punta a unaumanizzazione di Mr. Fox.
La signora Fox, infatti,spinge il marito ad abbandonare la sua vita di ladro per dedicarsialla famiglia. Mr. Fox si riduce a fare il giornalista, insomma,diventa una volpe onesta. Ma l'istinto ha sempre la meglio, cosìcome il desiderio di avere sempre di più.
Il Mr. Fox di Andersonè ambizioso, cocciuto e furbo, con una punta diegoismo e di vanità irresistibili.
Con un papà così, è difficile crescere. Einfatti qui Anderson compie l'operazione più radicale: mettere in scenala relazione papà-bambino, giocata fra conflitto ed emulazione. I signoriFox hanno un solo figlio, Ash, un bizzarro volpacchiotto che io ho amatoalla follia per tutto il film. E ad aggravare e complicare le cose,accanto ad Ash spunta il personaggio di Kristofferson, il cugino buonocome il pane che tutto sa fare e che persino gli soffia la volpacchiottapiù carina da sotto il naso. Ash, Mr. Fox e Kristofferson impareranno unodall'altro nel corso di tutto il film, tra colpi di scena divertentissimi,momenti comici e scenari meravigliosi, con una animazione vagamente retro(o sarò io che mi sto abituando ai 3d digitali?) e una ironia degna dellamigliore commedia americana.
Sottile e coinvolgente l'intesatra Mr. Fox e la moglie, un personaggio femminile più importante e dicarattere rispetto all'originale di Dahl.
E i cattivi? Sono tre personaggida antologia. Un miscuglio incontenibile di perfidia, cattiveria,spacconeria e ignoranza, senza parlare della violenza con cui siaccaniscono contro la collina-casa di Mr. Fox. Ben gli sta il furtodi massa del finale. E forse anche ben sta a noi, che sventriamo,distruggiamo e sfruttiamo le risorse dell'ambiente senza preoccuparcidelle conseguenze. Forse alla fine Anderson ha fatto di FantasticMr. Fox una favola ecologista.
Ma non vi diròdi più...
Se voleteleggere una bella recensione su questo film, potete andare qui,e per qualche immagine del making of qui. E se avete due minuti, ecco come hanno dato vita evoce ai personaggi.