[di FedericaIacobelli]
Se il teatro jeune public, come lo chiamanooltralpe, fosse un albo illustrato, le sue immagini sarebbero italiane ele parole francesi. È un paradosso, certo, ma significa che il "teatroragazzi", come lo chiamiamo qui, ha vissuto e vive nel nostro paesesoprattutto come visione, regia, spazio e azione, laddove in Franciaha prediletto e predilige invece il lavoro sulle storie, ovvero sullalingua che può raccontarle. Perché le lingue del teatro, e tanto piùdi quel teatro che pensa e parla a un’età ancora in formazione,sono specchio delle cultura e della storia di un paese, del sensodell’infanzia in una società, del posto che il teatro occupa trale altre arti nazionali e del ruolo che in esso il testo trova o nontrova.
Unpomeriggio del 2007, mentre mi interrogavo sulle possibilitàdella parola per il teatro d’infanzia italiano, nel caffè del CentreCulturel Suedois di Parigi ho incontratotre donne: la scrittrice, drammaturga e scenografa Karin Serres, la ‘chargée de mission théâtre & jeune public’ dell’Istitutosvedese parigino, Marie Selze Kraft, e la traduttrice franco-svedeseMarianne Segol. Con loro c’era anche il neonato Lab007, un progettodi messa in rete tra le diverse scritture drammatiche europee perl’infanzia e per l’adolescenza. E nella nostra lunga conversazionedi quel pomeriggio la parola che più ricorreva era un buffo verso, Ank!Ang!, ovvero il titolo del feuillettonteatrale multilingue di Lab007 al quale Karin Serres mi chiedeva dipartecipare.
Karin aveva scritto il primoepisodio di questo feuilletton, aveva lanciato il tema, i primipersonaggi e le regole del gioco. Ank! Ang! erail verso di uomini, donne, ragazzi e bambini che a un certo punto, indiverse parti d’Europa, vedevano spuntare un paio di ali dalle propriescapole e da quelle erano spinti a migrare, dal nord verso il sud, comeuccelli. Per far volare Ank! Ang! nei cieli e sulleterre d’Europa, Karin Serres avrebbe coinvolto in successione autoridi diverse nazionalità e chiesto a ciascuno di scriverne un episodiodella durata di dieci-quindici minuti, ciascuno nella propria lingua enello stile proprio e del proprio ‘teatro’, per poi tradurre tuttoin tutte le lingue partecipanti e permettere a ciascuno di confrontarsicon le idee, le parole, le atmosfere, le domande delle altre scritturejeune public europee.
Ank! Ang! al Theatre Cafe Festival,2010 |
Così, attraversoil feuilletton ma non solo, Lab007 cominciava a mettere insieme ungran numero di autori, traduttori e operatori culturali impegnati nelteatro contemporaneo per l’infanzia e per l’adolescenza. Così,mettendoli insieme, metteva in comune una serie di domande. In che cosaconsistono le differenze tra un autore svedese e un autore franceseo cèco o tedesco o italiano, oppure tra due diversi autori dellastessa nazionalità ? È la cultura della società a cui siappartiene, a contare di più, o piuttosto il nostro personale mondointeriore ? Che cosa, invece, si può condividere comeseme comune di un linguaggio? E a quale meta o cammino ci porta, farincontrare e scontrare diversità e comunanze teatrali?
Incontrarsi, appunto, conoscersi e conoscere, far circolare e metterein comune le pratiche, le scritture e i loro autori in carne e ossa, cosìcome le creazioni e le produzioni per l’infanzia e per l’adolescenzapiù ricche e più forti in Europa; e ancora, creare comitati di letturain ciascun paese, lavorare in residenza in paesi stranieri sulla scritturae sulla traduzione, promuovere letture e messe in scena ; e tutto questoa breve, medio e a lungo termine e, soprattutto, nel più gran numerodi paesi possibile. Lab007 nasceva così, intorno a quel caffè di ruePayenne, metro St.Paul. E da lì cresceva, negli anni, coinvolgendoil Teatrode l’Est Parisien e quello de la Tete Noir,il TeatroMassalia a Marsiglia, la SACD Società degli Autorifrancese con l’Association Beaumarchais, l´Ambasciata di Francia inSvezia, la MaisonAntoine Vitez di Montpellier, la Médiathèque diBagnolet, UngaKlara, Riksteatern e Teaterbiennalen aStoccolma, il BalticCenter for Writers and Translators di Gotland, il Thalia TheaterHalle di Halle, il Goethe Institut di Parigi e di Monacoe, via via, altri luoghi in altre parti d’Europa, a cominciaredall’UnicornTheatre di Londra dove Ank! Ang!,il feuilletton, ormai arrivato a dieci episodi e a sette lingue(francese, tedesco, svedese, italiano, inglese, portoghese,catalano) è stato presentato alla fine del duemiladieci in letturascenica con attori dagli otto ai quarant’anni.
Ank! Ang! a Villa San Michele ad Anacapri,estate 2008 |
Tra gli esperimenti più interessanti di Lab007 c’è senzadubbio il lavoro nelle scuole. L’idea dei comitati di lettura èstata infatti portata anche nelle classi, francesi e non solo, per farscoprire ai ragazzi delle elementari, delle medie e degli istitutisuperiori la scrittura teatrale contemporanea e far incontrare loroanche i suoi autori. I ragazzi leggono testi scelti dai comitatidi lettura professionali nei diversi paesi. Quindi si riunisconoper scegliene uno e sono invitati a discuterne sia in classe che insituazioni pubbliche create appositamente. In questo modo, il testoteatrale diventa anche veicolo di conoscenza di lingue e culturestraniere, permette di sperimentare senso e sonorità delle diverselingue e anche di acquisire una sensibilità all’esercizio dellatraduzione. L’anno scorso per esempio, mi racconta oggi Marianne Segol,ragazzi francesi, svedesi e tedeschi hanno lavorato contemporaneamente,ciascuno nel loro paese e nella loro scuola ma di tanto in tantoanche insieme in occasioni di incontro internazionale, sui diversiepisodi del feuilletton multilingue inventato da Karin Serres.
Ank! Ang! a Villa San Michele ad Anacapri,estate 2008 |
Quali sono,e quante, oggi, le possibilità della parola per il teatro d’infanziaitaliano? Insieme a Lab007, la mia domanda non si è placata, anzi ècresciuta. Me la pongo ancora, e la pongo anche ad altri, scoprendo chenon sono da sola. La visione, la regia, lo spazio e l’azione, sonolingue anche quelle, in teatro. Eppure oggi il bisogno di pensiero,di racconto, di profondità e di elaborazione di quelle emozioni e diquelle relazioni che la cultura del nostro tempo spesso rimuove, sembraportare con sé anche un bisogno più forte di parole e di testi.
Ank! Ang!a Villa San Michele ad Anacapri, estate2008 |