Quelprogetto, infatti, oggi è un libro: Jecherche un livre pour un enfant. La guide deslivres pour enfatts de la naissance à 7 ans.È pubblicato dalla inedita joint venturefra una neonata casa editrice, Editions De Facto, e uno deicolossi dell'editoria transalpina, Gallimard Jeunesse, e lo sipuò acquistare in tutte le librerie di Francia per soli 19,50euro. La joint venture è una soluzioneottimale, perché associa l'indipendenza di giudizio di una casaeditrice che non è attiva nel settore specifico, ma si occupaesclusivamente di critica, con la potenza di fuoco di una corazzatadella distribuzione editoriale, che probabilmente riuscirà a fartrovare uno spazio a questa pubblicazione in moltissime librerie,facilitandone la diffusione. Peccato che il libro sia in francesee parli di libri francesi, altrimenti sarebbe un acquistofondamentale e da raccomandare caldamente.
Il libro di Sophie si struttura,come detto, intorno ad alcune domande e seleziona per ciascuna unatrentina di libri di qualità che possono soddisfare l'esigenzamanifestata. Una selezione abbastanza severa, dunque. Ma proprioper questo straordinariamente utile. Sono sicuro che le sceltedi Sophie faranno discutere. Ma anche questo è utile. Il tutto,poi, è arricchito da interviste con autori, librai, bibliotecari,e da una guida al materiale di referenza che si può trovare inlibreria e in rete.
Insomma, una specie di Catalogoneall’ennesima potenza, che copre l'intero spettro del mercato e non solola produzione delle case editrici che partecipano. Ma c’è davverobisogno di una pubblicazione del genere?
In Italia si pubblicanoogni anno più di duemila nuovi libri per ragazzi. In Francia quasiil doppio. In Germania più del triplo. E poi ci sono i titoli incatalogo, quelli esauriti, quelli fuori catalogo eccetera. Di fronte atanta offerta, il problema dell’adulto che vuole acquistare un libroper un bambino è, da noi come altrove, quello della selezione. Comedistinguere i libri buoni da quelli cattivi? Quelli adatti da quelliinadatti al bambino che abbiamo in mente?
Una funzione di selezione e diconsulenza all'acquisto viene in genere svolta dai librai specializzati,che lavorino in una libreria per ragazzi o nel reparto ragazzi di unalibreria generalista. Di solito sono ottimi professionisti che sannodare consigli eccellenti. Ma al libraio specializzato bisogna pur semprearrivare. Quanti ne hanno veramente la possibilità? Immagino pochi, vistoil numero e la distribuzione geografica delle librerie per ragazzi e diquelle che hanno un buon reparto specializzato. O quanti hanno accessoalla stampa specializzata? E tutti gli altri?
Lastampa, la radio e la televisione latitano completamente, almeno nelnostro paese. I francesi si lamentano della loro situazione, che a noipare dorata. Il fatto che i quotidiani, i telegiornali, i settimanali ei mezzi di comunicazione di massa in generale si occupino dei libri perragazzi solo en passant, con scarso approfondimentoe scarsissima competenza (fatte – va detto – pochissime eccezioni)ha delle conseguenze in termini economici e di diffusione dellalettura.
In termini economici,la questione è legata al fenomeno dell’asimmetria dell'informazionee al conseguente problema della selezione avversa: se non dispongo diinformazioni sufficienti, non posso scegliere razionalmente e rischio diacquistare il prodotto sbagliato; a un acquisto sbagliato non ne segueun secondo. La selezione avversa è la porta della diffidenza degliadulti nei confronti dei libri per bambini. Una diffidenza che potrebbeessere superata attraverso una migliore e più capillare e frequentediffusione di informazione di qualità su quanto l’editoria perragazzi produce. Quindi, è necessario che chi si occupa di giornalismoculturale sappia che la mancanza di una seria critica del libro perragazzi nei mezzi di comunicazione di massa italiani comporta: a)una contrazione del fatturato del settore; e b) una diminuzione delladiffusione del libri fra i bambini e i ragazzi. Poi, se vogliamo, quisi innesca un circolo vizioso e perverso che ci porta agli sconfortantiindici di lettura che tutti ben conosciamo.
Etutto questo perché i giornalisti delle pagine culturali non sannoparlare di libri per ragazzi e non sono incentivati a imparare afarlo da capo-redattori e direttori abbastanza lungimiranti. Librai,editori, genitori, bambini e ragazzi sentitamente ringraziano.