Libri & vestiti

Qualche settimana fa, su Facebook abbiamo scoperto che un marchio di abbigliamento femminile che ci piace molto, Lazzari, ha realizzato alcuni scatti per promuovere capi delle nuove collezioni autunnali dove protagonisti, accanto agli abiti, sono i libri. E, fra questi, anche i nostri. Questo ci ha fatto molto piacere, e l'idea di fare questa intervista è nata così. Lazzari ha uno stile molto riconoscibile, fresco e sobrio, allegro e colto, di un'eleganza semplice, non vistosa, ma raffinata, caratterizzata da pulizia formale, squisiti accostamenti cromatici e di materiali, dal richiamo e dalla riproposta di tagli, colori, stoffe e decori ispirati ad altre epoche che tuttavia (proprio come i libri vintage o antichi, per un editore), hanno ancora molto da insegnare a chi si occupa di design e stile. Molte altre suggestioni sembrano arrivare a queste collezioni da ambiti prossimi alla moda, ma non strettamente connessi a essa, come l'illustrazione, per esempio, o appunto le storie e i libri. Ringraziamo la famiglia Lazzari e Alice Lunardi, stilista, per avere accolto con disponibilità la nostra proposta e aver risposto alle nostre domande. Se vi interessa Lazzari, vi consigliamo anche questo articolo di Nadia Terranova per Internazionale.

Il meraviglioso Cicciapelliccia di Beatrice Alemagna.

Sonno gigante, sonno piccino di Giusi Quarenghi e Giulia Sagramola.

I cigni selvatici di H.C. Andersen e Joanna Concejo.

Quando e come è nata Lazzari, e qual è il suo background?

Tutto è nato con un laboratorio di confezioni aperto da Margherita Lazzari e il marito Araldo più di trent’anni fa. E fu in questo laboratorio, in provincia di Vicenza, situato sopra un vecchio cinema, che si cominciarono a produrre capispalla di qualità per grandi firme della moda. Verso la fine degli anni Ottanta la direzione del mercato iniziò a virare verso la delocalizzazione: e fu proprio in quel momento che si passò gradualmente dalla produzione per conto terzi alla produzione e vendita diretta del marchio della nostra famiglia. Successivamente il laboratorio si trasferì per ingrandirsi presso una casa colonica restaurata, dove tuttora ha sede l'azienda e dove viviamo tutti noi della famiglia. In seguito siamo entrati  in azienda io, Alice, che mi occupo dello stile e del prodotto, e Nicola, mio fratello, che invece cura lo shop online.

Grafica di Anna Kövecses per Lazzari, 2016.

Il vostro stile è molto interessante perché sembra tracciare un profilo femminile poco convenzionale rispetto ai modelli correnti, e tuttavia lo fa senza provocazioni o dichiarazioni strillate. Entrambe le cose colpiscono.

La fortuna di avere un'azienda di stampo familiare ci permette di fare ciò che ci piace, trasferendo negli abiti l'immaginario che ci ha cresciuto. Non a caso nel pieno degli anni Ottanta e degli zainetti color fluo i miei genitori per il primo giorno di scuola elementare mi regalarono una cartella, proprio come quelle che si trovano nella collezione Lazzari attuale. Per onestà devo dire però che all'epoca ne feci una mezza tragedia, ora invece li ringrazio. A noi viene semplicemente bene fare questo tipo di prodotto, siamo nati parlando a un certo tipo di donna e continueremo a farlo.

Osservando le vostre collezioni si coglie il piacere per un mestiere amato e il divertimento di farlo. Fra le righe si leggono molte suggestioni nei vostri abiti: letterarie, artistiche, cinematografiche...

Certo che sì, sono tutte queste passioni che si intrecciano diventando la trama dei nostri abiti per poi influenzare anche il modo di raccontarli.

Grafiche di Anna Kövecses per Lazzari, 2016.

Come e da cosa nasce una collezione?

Non è facile spiegarlo, non è che ci sia un metodo alla base, si accavallano idee, spunti, poi un po' alla volta si fa ordine e prendono forma i modelli

Creatività e produzione non sempre in un'impresa creativa, come ad esempio anche una casa editrice, riescono a integrarsi come si vorrebbe. L'impressione è che in Lazzari si parlino e che il risultato finale sia il frutto di quel dialogo.

Diciamo che entrambe alloggiano sotto lo stesso tetto e sono a stretto contatto, gli uffici esistono, ma il vero fulcro è il laboratorio, l'idea e la creatività hanno bisogno di un supporto pratico, per chi crea è fondamentale il riscontro di chi cuce.

La sede di Lazzari in provincia di Verona.

Nella storia delle vostre collezioni ci sono collaborazioni con illustratrici più o meno note come Olimpia Zagnoli (2014), Julia Pott (2015), Ashley Goldberg (2015), Kendra Dandy (2016) e infine Anna Kövecses (2016). Come sono nate? Come le avete scelte? E cosa cercate nel lavoro di un illustratore?

Da qualche anno nel campo della stampa per tessuti ha preso piede il digitale che consente di realizzare stampe personalizzate senza i minimi esosi della stampa tradizionale. E così, appena ci è stato possibile abbiamo iniziato a stampare pattern solo nostri. E poi è nata l'idea di fare interpretare i nostri temi alle illustratrici che più ci piacciono, idea che si è rivelata molto apprezzata.

Diciamo che con le artiste si tratta di veri e propri colpi di fulmine, poi lo stile ovviamente deve essere compatibile per pattern tessili, alcune di loro già li realizzavano o avevano già lavorato con l'abbigliamento mentre per altre come Anna Kövecses è stata la prima volta ed è stato secondo me ancora più stimolante per entrambe le parti.

 

Grafica di Olimpia Zagnoli per Lazzari, 2014.

Grafica di Ashley Goldberg per Lazzari. 2015.

Grafica di Kendra Dandy per Lazzari, 2016.

Che svolgimento ha una collaborazione di questo tipo?

Ah, è molto semplice e amichevole, magari mandiamo un semplice messaggio del tipo «Ciao! Ci piacciono i tuoi disegni, vorresti fare qualcosa con il nostro brand?» Poi da lì vengono scelti i temi e via così, fino all'approvazione da parte nostra dei bozzetti.

Nei vostri negozi ospitate anche oggetti e manufatti che vengono dal lavoro di altri creativi, come i bellissimi cuscini della scenografa Paola Colombo, in arte Pollaz (2015). Questa mescolanza di mani e stili, sembra avere un denominatore comune, che è una precisa ricerca estetica e artigianale.

Ci piace ospitare tutto ciò che è in linea con il nostro modo di vedere, possono essere oggettini vintage o piccole sculture di feltro come balene o fenicotteri, arrediamo i nostri negozi come delle "camerette" più che come spazi commerciali.

I cuscini di Paola Colombo in arte Pollaz, 2015.

L'idea di associare libri, abiti e accessori di abbigliamento è interessante. Guardando queste immagini la cosa che colpisce è che non sembra si tratti solo di libri intonati al colore delle scarpe o della giacca, ma che siano lì per essere stati letti e amati da qualcuno, e proposti oltre che per la bellezza formale come consigli di lettura. Questo è un modo inedito di integrare due campi che sembrano rimanere sempre piuttosto lontani. Da dove viene questo spunto e come selezionate i libri adatti ai diversi set?

I libri presenti nelle foto provengono dalle nostre librerie private, credo appunto si intuisca che non sono stati scelti solo perché cromaticamente carini. Il desiderio era quello di abbinare abiti che suscitassero emozioni affini ai libri proposti. A Cicciapelliccia (la fortuna è che abbiamo a disposizione un vero esperto di quattro anni per la sezione libri per l'infanzia, che sarebbe poi mio figlio) abbiamo abbinato un soffice maglione in mohair color rosa acceso, proprio come l'animaletto del libro.

Per quanto ci riguarda non sono due settori così distanti la letteratura e l'abbigliamento. Abbigliamento però per come lo intendiamo noi: perché il nostro obiettivo è suscitare emozioni, che possono scaturire dallo sfiorare una camicetta di seta, dal toccare un morbido cappotto, dal rivedersi con le scarpe simili a quelle ci comprava la nostra mamma da piccole, esattamente come le madeleine di Proust.

Grafiche di Anna Kövecses per Lazzari, 2016.

La comunicazione di Lazzari è lineare, pulita, semplice, ma molto accurata e non convenzionale, in questo del tutto coerente con il vostro stile. Quanto tempo le dedicate e quanto contano per voi la rete e i social network?

Volevamo che anche la comunicazione esprimesse l'idea di sartorialità, che ci fosse cucita addosso. La sfida fin dall'inizio era comunicare "Lazzari" nella sua interezza. L'intento di fare percepire anche a chi non è mai entrato in uno dei nostri negozi tutte le sfumature che ci influenzano e che rappresentano il nostro immaginario. alla comunicazione perciò dedichiamo molto tempo, viene pianificata ovvio, ma teniamo un po' di spazio anche per un po' di estemporaneità, magari mentre stiamo scattando e si creano dei momenti divertenti con le modelle ecco, li condividiamo attraverso i social, che per noi rappresentano il mezzo per comunicare giornalmente con chi ci segue.

Grafiche di Anna Kövecses per Lazzari, 2016.

In tutto il vostro lavoro si coglie un immaginario ricco e complesso, una spiccata vena narrativa che si nutre di attenzione a trecentosessanta gradi. Quanto conta nella vita di un'azienda creativa la formazione e la ricerca?

Per poter proporre collezioni nuove è indispensabile nutrirsi di tutto ciò che stimola fantasia. I film non sono mai abbastanza, i libri, la musica... Pinterest! La formazione è importante, soprattutto per ciò che riguarda gli aspetti più tecnici, quali la modellistica, la confezione. Partire da una buona base è importante, poi ci vuole molta buona volontà e passione, perché questo è un mestiere dove non si ha mai finito di imparare e in continua evoluzione.

Negozio Lazzari di Padova in via Davila 6.

I vostri negozi per ora sono in Veneto. Avete in previsione di farli viaggiare per altre regioni italiane?

Attualmente le nostre collezioni riescono già a viaggiare fuori dal Veneto e dall'Italia grazie al nostro e-commerce, abbiamo appena investito per rinnovarlo e migliorarlo. Siamo una piccola azienda e non vorremmo snaturare ciò che ci contraddistingue, avendo negozi diretti preferiamo averne pochi e seguirli bene. Senza togliere che aprire in città importanti diventa sempre meno sostenibile, perché le grandi catene hanno sfalsato qualunque valore d'affitto rendendo i costi insostenibili per una realtà come la nostra.

La sede di Lazzari in provincia di Verona.