Lina, ovvero l'avventura di costruire

La nostra prima novità di settembre è Lina. Avventure di un'architetta: una storia appassionante di una grande architetta italiana: Lina Bo Bardi. La sua storia ci è arrivata all'improvviso, da parti diverse: dalla sua creatrice Ángela León, ma anche da una nostra lettrice, Erika Font, che un giorno ci mandò un bellissimo disegno di Lina e ci disse: "Perché non fate un libro su di lei?" Dopo l'esperienza di Verde, volevamo lavorare ancora con Ángela e in particolare sul tema dell'architettura, che lei disegna mirabilmente. Quando le nominammo Lina Bo Bardi, lei accettò con grande entusiasmo, perché si trattava di una figura che amava molto e che conosceva bene per averla studiata in occasione della sua Guia Fantástico de São Paulo. I libri nascono a volte così, per strane e fortunate congiunture

[di Ángela León]

Quando Giovanna mi ha proposto di fare un libro di architettura, ho pensato subito a Lina. Anche lei ha pensato a Lina perché in quel momento a Milano c’era una mostra bellissima dei suoi mobili. Per me questo è stato un segno delle stelle.

Mi è sempre piaciuta l’architettura e se fossi stata più portata per le materie scientifiche avrei scelto questo percorso accademico. Da piccola disegnavo piante della casa dei miei sogni e palazzi con scale antincendio nella fase in cui ero ossessionata da New York. Ma non ho mai avuto un libro di architettura per bambini e neanche avevo mai sentito parlare di donne architette. Questo libro l’ho fatto per me bambina di 8 anni.

Negli anni che ho vissuto a San Paolo l’architettura è stato molto importante. Il paesaggio urbano di SP è così ricco e a volte duro, che può essere sconvolgente. È molto diverso da tutto quello che conoscevo e ha avuto un effetto così grande su di me che ho dovuto fare un libro, la Guia Fantástico de São Paulo, una falsa guida turistica che mischia realtà e finzione. Adesso quando arrivo in una nuova città, faccio una classificazione mentale dei tipi di porte, finestre, palazzi… e penso molto anche nel potenziale di quello che non è così bello.

Tra tutti gli edifici che puoi trovare a San Paolo, per me, quelli di Lina sono i più speciali. Il Sesc Pompéia e il Masp sono, secondo me, le icone della città perché rappresentano molto bene il carattere paulista e dicono anche molto su Lina: possono sembrare duri, o perfino grezzi, ma aspirano a promuovere la convivenza e la gioia e i dettagli sono pieni di tenerezza.

Sebbene Lina sia stata capace di realizzare questi due progetti così importanti per la città, non è però riuscita a costruire molto. Ha lavorato nel campo del design, è stata direttrice di riviste, di museo… ma non ha sempre avuto la libertà per fare i progetti che voleva. Mentre studiavo la sua vita, mi è sembrato ingiusto come sia stata limitata e che non sia riuscita a sviluppare di più il suo lavoro come architetta. Quando ho cominciato a scrivere, ho pensato che non dovevo solo raccontare le sue avventure e tutto quanto aveva fatto, ma anche quello che non era riuscita a fare e le difficoltà che aveva avuto a causa della Guerra, della dittatura, per essere una donna… Trattandosi di un libro per bambini a volte ho dubitato su come toccare questi temi, ma considerando la storia di Lina e il momento in cui viviamo, ho trovato importante parlare di libertà e dittatura. Penso che i bambini possano capire tutto, infatti hanno più capacità di imparare che gli adulti, e ho cercato di essere chiara perché non volevo omettere le tematiche più difficili e semplificare troppo la storia di Lina.

È la prima storia che scrivo e illustro e ho avuto alcune difficoltà. La prima è stata scrivere in italiano, e sono riuscita a farlo grazie alla mia cara amica Elena, che mi ha aiutato moltissimo con tutti i miei dubbi linguistici. Grazie, Elena.

Un’altra difficoltà è stata la creazione del personaggio di Lina. Riconosco che l’idea di disegnare i diversi momenti della sua vita, le diverse età e mode mi divertiva molto. Ma questa non era la migliore strategia per renderla riconoscibile, quindi ho cercato di sintetizzare i suoi tratti, i suoi capelli, gli occhi, il naso, le sopracciglie e gli zigomi. Ho fatto e rifatto moltissimi disegni e ho osservato tantissimo la sua faccia che se chiudo gli occhi la vedo ancora.

Schizzi preparatori per Lina.

Graficamente il linguaggio del libro si è sviluppato durante il processo creativo, non avevo un’idea chiara quando ho cominciato. Non sempre sapevo come illustrare ed esporre una situazione, oppure una tematica, con una scena. A volte pensavo al linguaggio cinematografico, altre ai libri per l'infanzia come quelli di Roger Duvoisin e soprattutto di Maira Kalman. Mi piace moltissimo Maira Kalman. Mi piacciono la libertà e la gioia dei suoi disegni, i colori, il senso dell’umorismo, il suo gusto per i dettagli degli spazi, degli abiti, le singolarità dei personaggi. E soprattutto si vede che lei piace quello che racconta.

Mi ha fatto molto piacere avere la possibilità di parlare di cose che mi piacciono tantissimo, come le opere di Lina, i diversi momenti storici che ha vissuto, il Brasile... Infatti è stato un po’ difficile scartare materiale perché c’erano troppe cose che mi sembravano interessantissime. Spero che almeno un po’ sia stata capace, come Maira, di trasmettere quanto mi piace tutto quello che ho raccontato.