Oggi, nei paesi di culturaanglosassone è Halloween. Anziché mettere sul davanzale una innocuazucca di plastica comprata al supermercato, vi proponiamo di festeggiarequesta affascinante ricorrenza non nostra, in modo un po' più terrifico,in compagnia del massimo esperto di letteratura e materiali horror delmondo: sua maestà Stephen King. Sotto i cui pannida autore ipercommerciale da megastore, (lo sa bene AntonioFaeti che gli ha dedicato un bellissimo saggio, La casa sull'albero), si celaun grande, grandissimo scrittore. E anche un colto, coltissimoconoscitore dell'animo umano e della letteratura che nei suoipiù riposti meandri si inabissa. Come mostra Danse macabre,(io ho la prima edizione integrale edita in Italia,quella di Theoria del 1992; oggi è in commercio l'edizione Sperling), sterminatocatalogo dell'horror in cinema, fumetto, letteratura, masoprattutto fine esegesi dell'angoscia, della paura, dellascrittura nera, dei lettori che amano incubi e terrore e dellafascinazione che il mondo dell'Ombra da sempre esercita su bambinie ragazzi. Che non per nulla sono fra i prediletti protagonistidi alcune fra le sue più celebri storie. Ve ne proponiamo alcunibrani. Spegnete la luce. E buona lettura.
Quando Coleridgeparlò di «sospensione dell'incredulità» nel suo saggio sullapoesia di immaginazione, penso sapesse che che l'incredulità nonè come un pallone, che può essere sospeso in aria con uno sforzominimo; è come un peso di piombo, e dev'essere alzato e tenuto sucon la forza.
[...] E quando incontro qualcuno che dice:«Non leggo fantasy né vado a vedere quei film,non c'è niente di vero», sento una certa simpatia. Non riescono asollevare il peso della fantasia. I muscoli della loro immaginazione sonotroppo deboli.
In questo senso i bambini sono il pubblicoperfetto per l'horror. Questo è il paradosso: i bambini, molto debolifisicamente, sollevano con facilità il peso dello scetticismo. Sono iprestigiatori dell'invisibile, un fenomeno perfettamente comprensibilequando e se si considera la prospettiva dalla quale vedono le cose. Ibambini manipolano abilmente la logistica dell'entrare nelle case diBabbo Natale (passa dai camini perché si fa piccolo piccolo, e se nonc'è il camino c'è la buca delle lettere, e se non c'è la buca delle lettere c'è sempre lo spazio sotto la porta), ilConiglio Pasquale, Dio (un omone un po' vecchio, grande barba bianca,un trono), Gesù [...], il diavolo, Ronald McDonald, il Re degliHamburger, il Ranger Solitario, e altri mille.
La maggioranza deigenitori crede di capire questa apertura mentale meglio di quanto, inmolti, casi, capiscano davvero, e cercano di evitare che i bambini vedanoqualcosa che puzzi troppo di orrore e terrore. [...] Ma uno degli stranieffetti Doppler che sembrano accadere durante il selettivo dimenticareche è parte integrante del crescere, è il fatto che praticamente tuttoha il potenziale di impaurire i bambini sotto gli otto anni. In certimomenti e in certi posti i bambini hanno letteralmente paura delle loroombre. [...]
Visti in questa luce, anche i film Disney sonocampi minati di terrore, e i cartoni animati che verranno a quanto pareprogrammati e riprogrammati fino alla fine del mondo, sono di solito ipeggiori esempi. Esistono adulti che, se gli viene chiesto quale siala cosa più terribile vista al cinema da bambini, risponderanno ilmomento in cui la mamma di Bambi è uccisa dal cacciatore, o in cuiBambi e suo padre scappano per fuggire all'incendio.
Altriricordi disneyani che fanno il pari con l'orrore batraciforme cheabita la laguna nera includono le scope che marciano impazzite inFantasia [...] ; la notte sul Monte Calvo nellostesso film; le streghe di Biancaneve e dellaBella addormentata nel bosco, una con la rossa melaavvelenata (e a quale bambino non viene insegnato subito il concettodi VELENO?), l'altra con il filatoio mortale; fino alla Caricadei 101, relativamemente innocuo, che pure presenta la logicanipotina delle streghe Disney degli anni Trenta e Quaranta, la MalvagiaCrudelia Demon, con la sua magra, perfida faccia, la sua voce potente(gli adulti a volte dimenticano quanta paura facciano le voci forti aibambini, anche perché vengono da giganti del loro mondo, gli adulti), eil suo piano di uccidere tutti i cuccioli di dalmata (leggi «bambini»,se si è piccoli) e farne pellicce.
Eppure sono i genitoriovviamente che continuano a sottoscrivere l'abitudine della Disney diriprogrammare quei film, scoprendosi addosso la pelle d'oca quando siricordano di quel che li impauriva da bambini... perché ciò che fa unbuon film dell'orrore [...] è togliere i nostri puntelli da adulti efarci scivolare per la discesa verso l'infanzia. E lì la nostra ombrapuò diventare ancora una volta quella di un cane cattivo, una boccaspalancata, o una figura scura che ci chiama. [...]
L'ironia ditutto questo è che i bambini riescono a trattare con il fantasticoe l'orrore alle sue condizioni molto meglio degliadulti. Noterete che ho usato il corsivo per le parole “alle suecondizioni». Un adulto accetta il cataclismico terrore di Nonaprite quella porta perché lui o lei sanno che è solo unafinta, che quando la scena è girata i morti si alzeranno e si laverannovia il sangue finto. Il bambino non riesce a fare queste distinzioni eil film è giustamente vietato. I bambini non hanno bisogno di vederequelle scene [...]. Ma il punto è: se si mette un bambino di sei annia vedere una proiezione di Non aprite quella portainsieme a un adulto reso temporaneamente incapace di distinguere frafinzione e «le cose vere» (come dice Danny Torrance, il bambino diShining) [...], io dico che il bambino avrà incubiper una settimana. L'adulto sarebbe internato per un anno in una stanzaimbottita, e scriverebbe a casa con i pastelli a cera.
Nella vita di unbambino una certa dose di fantasy e di orrore mi sembrauna cosa perfettamente a posto, anche utile. Per la loro capcità diimmaginare, i bambini riescono a conviverci, e per la loro posizione unicanella vita, sono capaci di usare certi sentimenti. E capiscono anche moltobene la loro posizione. Persino in una società relativamente ordinatacome la nostra, capiscono che la loro sopravvivenza è totalmente al difuori del loro controllo. I bambini sono «dipendenti» fino all'etàdi otto anni in ogni senso della parola. Dipendenti dal padre e dallamadre (o di un ragionevole facsimile) non solo per il cibo, i vestiti euna casa; dipendono da loro per non sbattere con la macchina contro unpilone del ponte, per essere portati allo scuolabus in tempo, per essereriaccompagnati a casa dopo essere stati dagli scout, perché comprinomedicinali con tappi a prova di bambino; dipendono dagli adulti anche pernon prendere la scossa con il tostapane o cercando di giocare con la ilSalone di Bellezza di Barbie nella vasca da bagno.
La direttivadi sopravvivenza dentro di noi ci invita a lottare contro questanecessaria dipendenza. Il bambino si accorge della sua essenzialemancanza di controllo, e sospetto che sia questa scoperta a metterlo adisagio. È la stessa ansietà aleggiante che provano molti viaggiatoriin aereo. Non hanno paura perché pensano che l'aereo non sia sicuro;hanno paura perché hanno ceduto il controllo, e se qualcosa va stortopossono solo stare lì seduti a tormentare la rivista della compagniaaerea o i sacchetti per vomitare. Cedere il controllo è contrarioalla direttiva di sopravvivenza. [...]
Questa nascostaansietà e ostilità verso i piloti delle loro vite può essere unadelle spiegazioni per cui, come i film Disney che escono in perpetuoogni Natale, anche le vecchie favole sembrano andare avanti persempre. Un genitore che alzerebbe le mani terrificato al pensiero diportare i bambini a vedere Dracula [...] certo nonobietterebbe se la bambinaia gli leggesse Hansel e Gretelprima di metterli a letto. Ma considerate: la favola diHansel e Gretel comincia con un volontario abbandono [...], continuacon un rapimento [...], con la schiavitù, con un'illegale detenzione,e alla fine con un giustificabile omicidio e cremazione.
Anche gli ansiosi viaggiatori di aereo hanno le loro favole,i film dell'interminabile serie Airport,che come Hansel e Gretel e i cartoni della Disney mostrano ognisegno di poter andare avanti per sempre...