Tutta la mia infanzia è sulle tue ginocchia

[di ViolaNiccolai]

Bosco dibetulle è un progetto a sei mani che con FrancescaLanzarini e Silvia Rocchi portiamo avanti da mesi. ConFrancesca e Silvia ci conosciamo da quando frequentavamo l’Accademiadi Belle Arti a Firenze. Da allora siamo sempre rimaste in contatto,anche quando ci siamo allontanate per andare a studiare in cittàdiverse. La nostra collaborazione è cominciata già da qualcheanno con l’etichetta autoprodotta che abbiamo fondato, LaTrama, in cui cerchiamo di portare avantilinguaggi come il fumetto e l’illustrazione parallelamenteall’incisione e al disegno dal vero. Il collettivo è compostoanche da altri disegnatori, incontrati fra Bologna (AlessandroPalmacci e Valentina Fuzzi), e Bruxelles (Alice Milani).
Gli studi insieme, la condivisione di interessi (come l’amoreper Kathe Kollwitz, per dirne uno), l'esperienza comune di alcunetecniche, da tempo ci hanno portato a riflettere su modi possibilidi lavorare insieme nei posti in cui siamo cresciute.
Finché l’anno scorso, abbiamo iniziato a considerare lapossibilità di mettere questi luoghi uno accanto all’altro,su carta, matrici e pellicola fotografica.

L’idea iniziale era mostrarele une alle altre il panorama che fin da quando eravamo piccole siripete davanti ai nostri occhi. Il che implicava anche guardare alpassato, domandandoci se ci fosse qualche luogo o qualche situazionea cui fossimo particolarmente affezionate e perché, con tutto ilbagaglio di ricordi che, naturalmente, ne scaturiva. E proprio apartire da questa riflessione, è stata scelta la frase che dà iltitolo alla mostra che, in questi giorni e fino al 20 aprile, rimarràa Firenze, alla Galleria di Via Larga (via Cavour, 7r): “Tutta lamia infanzia è sulle tue ginocchia”, un verso tratto dalla poesiaMemorie di Pier Paolo Pasolini.

TEASERMOSTRA "Bosco di Betulle" from C-Frames Productionon Vimeo.

Nella mostra (per cui Maria Teresa Soldani ha girato il bellissimoteaser che avete appena visto), è stata esposta buona parte delmateriale prodotto negli ultimi sei mesi: il risultato degli incontriavvenuti, corrispondenze fra luoghi e tempi diversi, fra i quali siamointervenute ad accorciare le distanze.

È così che sono nati i viaggifra Val di Nievole (Pistoia), Monte Serra (Pisa) e Monte Amiata (fraGrosseto e Siena), dove siamo rispettivamente cresciute Francesca, Silviae io. È dallo scorso ottobre che partiamo, in macchina, pullman o treno,per raggiungere a rotazione una di queste tappe e, ospitandoci a vicenda,andiamo a disegnare dal vivo posti che, se per una di noi sono abituali,per le altre sono delle novità, avendo come risultato uno sguardo ognivolta diverso. Abbiamo scattato una grande quantità di fotografie, convecchie pentax analogiche e polaroid, abbiamo improvvisato un laboratoriodi xilografia in mansarda e sperimentato tecniche per noi nuove, comeil foro stenopeico.



Questo è stato uno deimomenti più belli, nessuna di noi aveva mai provato a farlo, maeravamo affascinate dai risultati che avevamo visto in giro. Così ungiorno abbiamo caricato in macchina una ventina di scatole dipinte dinero appositamente forate e siamo andate sulla vetta dell’Amiata aprovare a fare fotografie col vecchio sistema, per poi svilupparlein una rudimentale camera oscura. Ci siamo anche ritratte franoi, direttamente dal vivo, una di fronte all’altra, o partendodalle foto che ci eravamo fatte.



Perchéil ritratto, accanto al paesaggio, è stato l’altro grande temache abbiamo affrontato. In questo senso abbiamo cercato di andareoltre i nostri volti così come sono oggi e c’è stato uno scambiocontinuo di foto che risalgono a venti anni fa che sono diventatela base per la realizzazione di certi disegni, incisioni o tele. Dalì siamo risalite ulteriormente indietro, verso immagini tratte davecchi album di famiglia. A questo proposito, nel pensare e impaginareil catalogo che si accompagna alla mostra, ci è sembrato importante,inserire anche queste vecchie foto, vicino a quelle scattate per tuttol’inverno.

Il risultato è undiario per immagini, a cui si affiancano talvolta impressioni fugacitrascritte sul foglio, che ripercorre idealmente, e senza una precisalinea cronologica o un filo logico, quello che abbiamo registratoe ricordato durante questo periodo: scene che ritornano spessonella nostra testa, il bisogno di impressionare un preciso volto sullegno, il paesaggio che sparisce dietro ai finestrini delle macchineper ricomparire, sebbene per un solo secondo, giorno dopo giorno,riti quotidiani che si consumano nell’ombra, ambientazioni che,se non fosse per la luce diversa delle stagioni che si alternano,rimarrebbero sempre uguali a se stesse. E poi persone e animalifamiliari come i ritornelli di vecchie canzoni popolari.


Di tutto ciò si compongonol’immaginario che ha fatto da sfondo al nostro peregrinare perquesti luoghi, e la mostra che ne raccoglie le tracce. A partiredal 18 maggio Bosco di betulle farà tappa anche a Bologna,da Spazio Zoo, dove il 19 ci sarà ancheun workshop betullesco per bambini, quindi vi aspettiamo tutti o inToscana o in Emilia!