che il libro è un'esperienza diconoscenza unica. Né più bella né più brutta delle altre: noninteressa stabilire una graduatoria nelle esperienze di un bambino(che Sìs, facendo il mestiere che fa, sa essere tutte segnate daeccezionalità). Semplicemente, diversa: irriducibile a qualsiasialtra esperienza. I libri di Sìs sono costruiti in modo che questo siaevidente.
L'impressione è che il loro autore si muova, dache ha cominciato a produrne, verso una forma di libro che visivamenteaderisca
Immagini da Madlenka, PeterSìs. |
conprecisione alle strutture narrative e antropologiche profonde delracconto. In una ricerca continua, si direbbe, degli archetipivisivi della narrazione. Perché è precisamente la narrazionel'esperienza straordinaria che il bambino fa col libro, che dellanarrazione è la più efficace e raffinata espressione culturale(o almeno così dovrebbe essere). Bettheleim in un saggiosui bambini e la lettura (edito in Italia da Feltrinelli, Imparare a leggere), arrivò allaconclusione che una delle ragioni della disaffezione dei bambiniamericani alla lettura e quindi allo studio, alla cultura, eranolo squallore e la stupidità dei libri scolastici su cui venivanochiamati a formarsi. Libri così offensivamente inferiori alla lorointelligenza da renderne palese l'inutilità, con danni gravissimi allaloro formazione di lettori (il saggio parte dall'analisi dei dati diuna ricerca commissionata dal governo americano, allarmato dal numerodi bambini con difficoltà sempre più consistenti nell'apprendimentodella lettura). Il lavoro di Sìs, in questo senso, è diametralmenteopposto, radicato come evidentemente è, nella convinzione cheil libro per dar luogo a un'esperienza indimenticabile (e dunqueinsostituibile e necessaria) debba essere un oggetto di grande densità,complessità, ricchezza e bellezza.
Immagini da Madlenka, PeterSìs. |
Ho in mente quattro libri in cuiSìs affronta storie biografiche e autobiografiche: Madlenka, The tree of life(edizione italiana Rizzoli, L'albero della vita),The threegolden keys e The wall(edizione italiana Rizzoli, Il muro). Il primoracconta la straordinaria giornata di una bambina newyorkeseche perde un dente, sua figlia.
Il secondo, la vita eil destino eccezionali di Charles Darwin. Il terzo, un viaggio aritroso, al tempo e allo spazio delle proprie origini: l'infanzianella città di Praga. Il quarto, la propria infanzia e adolescenzasotto il regime comunista ceco. Credo si tratti di quattro libriesemplari per il modo in cui il loro autore si pone e risolve uncompito difficilissimo, quello dell'organizzazione della tramaper eccellenza: la vita di un individuo (che si dipani in un'ora,in un giorno, un anno, o nell'arco di decenni).
Come è possibile raccontarel'esistenza di qualcuno, quando le principali caratteristiche diun'esistenza, di qualsiasi esistenza, sono il disordine, l'eccessoe la ricchezza di dettagli, la dispersione, la quantità di fatti,la molteplicità dei piani, il rapporto con la storia collettiva ela collettività, l'intreccio delle cause, il confondersi incessantedi passato, presente e futuro, l'imprevedibilità degli eventi,l'infinita miriade delle contingenze, degli incontri, dei casi,delle parole, delle sensazioni, delle occasioni, dei sentimenti,delle conseguenze? Un viluppo inestricabile di elementi, materialie immateriali, una complessità pressoché inattingibile che è laragione prima del fascino che sprigiona ogni vita, e il raccontodi ogni vita di cui ogni bravo narratore deve dar conto. Perchétale complessità, se da una parte deve essere rispettata, dall'altrarichiede di essere ordinata, formalizzata, organizzata, in un equilibriodelicato e complesso, pena, agli estremi opposti, un'illeggibileconfusione e/o una tetra noia.
Immaginida The tree of life, PeterSìs. |
Sìs, neglianni, mette a punto un linguaggio sofisticatissimo, che si avvaledi tutti gli strumenti messi a disposizione da secoli di storia dellibro, dell'immagine, della carta stampata: miniature, incunaboli,mappe celesti, carte geografiche, bestiari, erbari, atlanti, alfabeti,resoconti di viaggio, diari, quaderni di schizzi e di appunti, cicli diaffreschi, stampe popolari, ex voto, lunari, calendari, manuali, fumetti,riviste, quotidiani... I suoi libri ricorrono a tutti gli strumentidel visivo per rendere la complessità della vita umana e del tempo,dello spazio in cui questa è calata.
Immaginida The three golden keys, PeterSìs. |
Un dispiegamento di tutte lemeraviglie architettate dall'occhio e dal pensiero per raccontareattraverso parole e immagini, a chi ha più bisogno di storie performare la propria capacità di organizzare, pensare, dire, sentire,esprimere la realtà, dentro e fuori di sé: i bambini. I libri diSìs fanno di ogni pagina la scena in perenne movimento di un raccontoin divenire: personaggi, presenze, tempi e spazi si frammentano entroquadrati, rettangoli, cerchi, triangoli, ellissi, entro cui scritturee disegni vanno a formare micronarrazioni, perfettamente orchestratefra loro. Segmenti narrativi che articolano sequenze leggibili in unacomposizione unitaria di senso, ordinate e immediatamente leggibili sulpiano lineare e orizzontale di cui necessita l'unità narrativa dellastoria.
Immagini da The wall, PeterSìs. |
Ma anchecellule narrative entro cui il lettore, ogni qualvolta lo voglia,ha la possibilità di sprofondarsi verticalmente in una lettura chein rapporto all'insieme, vive in modo al tempo stesso autonomo ecomplementare.
Quello di Sìs è un ricorso vertiginosoa una vitalissima geometria narrativa che rimanda a saperi antichi,basti pensare alla raffinata sapienza dei mandala, in cui ogni vita,ogni Sé, si riassume, nell'abissale e sintetica profondità dicomposizioni geometriche archetipiche, come ci spiega Carl GustavJung, nei suoi molteplici studi. E non è certo un caso che unodegli splendidi libri di questo autore amante della geografia edella storia sia dedicato al Tibet. I libri di Peter Sìs esprimonouna verità chiara e inconfutabile: che la capacità di raccontarecoincide con quella di creare e ricreare il mondo. Che la capacità diimmaginare è la massima facoltà cognitiva di cui l'essere umano èdotato. E che nei libri queste doti trovano spazi e tempi adeguatial massimo grado. Nell'interessante saggio di Michel Host, Piter Sìs ou l’imagier dutemps, edito da Grasset nel 1996, Sìs, racconta:«Mio padre, regista, gran viaggiatore, al ritorno dalle sue spedizioni,mi raccontava delle storie sui luoghi che aveva visitato. Midescriveva cose che altrimenti non avrei mai potuto sapere. Ungiorno mi piacerebbe fare un libro dove un padre facesse un disegnoesatto di quello che ha visto, e dove il figlio provasse a ricrearequesta immagine da solo.» A questo meraviglioso, inimmaginabilelibro Sìs lavora da tutta la vita.
Immagini da Tibet, PeterSìs. |