Un libro affollato

Prima dilasciare la parola alle sue due bravissime autrici, qualche riflessionesu questo libro da partedell'editore. Appena ho letto il testo di SusannaMattiangeli, Gli altri, ne sonostata conquistata e ho deciso di pubblicarlo: fortunatamente ho trovatol'autrice, che me lo aveva inviato, disponibile alla proposta. Horiflettuto molto, invece, su chi avrebbe potuto illustrarlo. Come ènoto la figura umana è la prova di più difficile per un illustratore. Equi non si trattava di qualche figura: c'erano intere folle, schiere diumani. Ho guardato decine e decine di illustratori, per molto tempo primadi decidere. Poi è intervenuto il caso. Un giorno, a Rovereto, a casadi Giulia Mirandola, appeso allaparete c'era un quadretto che rappresentava una caotica scena divita urbana. 

L'ho guardatoe ho pensato subito che era esattamente quello che stavo cercando peril nostro libro. Giulia mi ha spiegato che l'autrice era Cristina SitjaRubio che io conoscevo già, per averla incontrata a Bologna, dove miaveva mostrato alcuni splendidi disegni, ma molto diversi dal quadrettoche avevo davanti. Così, poco dopo abbiamo contattato Cristina perproporle il testo. E lei l'ha realizzato in modo molto soddisfacente(vi racconterà lei in che modo). Un contributo fondamentale allibro l'hanno dato Lorenza Natarella che l'ha impaginato e haavuto l'idea di scrivere il testo a mano (le immagini ponevano problemi dispazio in cui inserire il testo e nessun font sembravariuscire a convivere con il segno fluido delle illustrazioni), e Anna Martinucci che ha realizzatola grafia, perfetta per le immagini. E mettiamoci dentro anche ilfotolitista e lo stampatore che hanno resa possibile una stampafedelissima agli originali. Senza il contributo di tutte questepersone Gli altri non sarebbe come è. Quando unlibro riesce è perché nasce da un buon lavoro collettivo, cioè ditanti io che poi tutti insieme fanno glialtri. Appunto. Ricordatevi che lunedì, 24 marzo, in Fiera aBologna, presso il nostro stand 29 D36, dalle 17 alle 18, Cristina SitjaRubio firma le copie del libro!


Ho scritto il primo abbozzo del testo per l’albo Glialtri sulla spiaggia, guardandomi intorno. Al mare osservitranquillamente pance e sederi di persone sconosciute, li confronti traloro, puoi anche vedere gente che studia dettagli di altra gente coninteresse scientifico.  È uno di quei posti in cui, volendo,puoi soffermarti sul particolare minimo dell’unghia dell’allucedi una signora oppure avere un’intera folla nel campo visivosenza bisogno di spostarti troppo.

Mipiaceva l’idea di rappresentare l’impatto che i luoghi hanno sulnostro modo di percepire gli sconosciuti, le persone di passaggio,che non può essere lo stesso in un piccolo paese, in una grandecittà, negli ascensori o al mare. Volevo anche essere parziale,dare l’impressione di qualcuno disperso e confuso tra la gente,tra sensazioni non solo visive ed esperienze non solo dirette,perché degli altri si trovano anche le tracce, si ascoltanoi suoni, si sentono gli odori.


Gli altri fa parte di una piccola serie di testiche ho scritto pensando ai primi incontri con l’esterno, ai primipensieri sulla scuola, sulla maestra e anche sui passanti, quelli chevedi una volta e poi chissà. Mi ha sempre divertito guardare le coseassumendo un punto di vista meno informato del mio, quello di me dabambina, o di un marziano, o di una persona di un’altra epoca. Spessotrovo un punto di osservazione medio in cui sono inclusi tutti questiipotetici personaggi: la cosa più interessante è che in questomodo alla fine escono fuori immagini che rappresentano come vedo lecose io, adulta, terrestre, del 2014.

Perchéalla fine si tratta sempre di trovare delle immagini, anche se poi iltesto sarà illustrato da qualcun altro, qualcuno che non hai mai visto,che abita lontano e chissà che pensa. Il testo per un albo è fattoper un incontro, anche nel caso in cui l’autore e l’illustratoresiano la stessa persona: è una scrittura che non vuole stare sola eha dentro quella pausa che ti dà il tempo di guardare le immagini,di girare pagina. A volte ci metti un po’ a deciderti, perché c’èmolto da vedere. Nelle sorprendenti illustrazioni di Cristina Sitja Rubiotrovi il movimento di quando ti metti a pensare agli altri, a quanti sono,a cosa fanno; la trasparenza che lascia vedere quante cose succedano nellostesso momento. Hanno anche quel tanto di puzza di piedi e di spogliatoio,quella vicinanza di forme, di grandezze diverse, di sorrisi e grugniti,che compongono la mia idea di folla.

C’è ilfine e il rozzo, la manina che ti saluta mentre gli altri ti ignorano,l’uccellino che si fa spazio tra le scarpe della gente. Se tiallontani, il disordine si fonde nei colori: sempre quelli, i solitiprimari che, combinati, ci mostrano le cose. Ma poi devi tornare avedere tutto da vicino: la donna col pancione, la pizza, il cane,la signora che corre e tutte quelle cose diverse che incontriamoquando apriamo la porta di casa.



[di Cristina SitjaRubio]

I Topipittori mihanno mandato il testo Gli altri di Susanna Mattiangelisia nella versione originale in italiano sia tradotto in inglese, cosìche potessi capirlo con maggiore facilità e quindi illustrarlo.
La prima volta che l'ho letto, ho immaginato che si trattassedel racconto di un animale che descriveva degli esseri umani, ma questodipendeva dal fatto che poco prima avevo terminato di illustrare un libroi cui protagonisti erano degli animali che vivevano in un bosco.

Primischizzi.
Immagine piùdettagliata

Poiho pensato che forse si trattava del punto di vista di qualcuno chenon era ancora nato e raccontava la storia. Dopo ripetute letture econfronti con Paolo, ho pensato di aver capito il testo e ho decisodi cominciare buttando giù alcune veloci e minime illustrazioni cheho mandato a Paolo e a Giovanna. Sono stata fortunata perché quelleprime prove sono subito piaciute.

Primischizzi.

 Dopoquesta prima fase, convinta che volessero qualcosa di più dettagliato,ho cominciato a fare altre tavole con l'idea che di realizzareillustrazioni “migliori” e le ho spedite. Ma immediatamenteloro mi hanno risposto che no, avrei dovuto attenermi allo stile eallo spirito di quei primi schizzi rapidi.
Bene. Cosìmi sono fermata per due settimane, quindi ho cominciato a fare degliacquerelli direttamente sulla carta senza il supporto di alcuno schizzopreparatorio. Ho lavorato semplicemente sui fogli, lasciando che il casocontribuisse alle mie illustrazioni.

Primischizzi.