- 1 -Qualche tempo fa, una coppia di amici mi ha chiesto un consiglio: a quale illustratore affidare la realizzazione di un libro in copia unica per la figlia adottiva, una cosina di neanche un anno. «Per quando sarà in grado di usarlo», hanno pensato di dovermi spiegare. Questa idea mi era piaciuta moltissimo. Non è tanto il fatto di pensare a realizzare un oggetto esclusivo, un unicum, per una bambina (quella è l'unica parte della vicenda che mi lascerebbe delle perplessità, se non conoscessi molto a fondo queste persone), quanto l'intento di preparare un bagaglio di immagini per una creatura che si affaccia al mondo: un libro pieno di figure, le sue figure, che la accompagnino nel difficile percorso della crescita. Un viatico personale, una dieta iconografica studiata apposta per lei da genitori amorevoli, che si accompagnerà ai libri che le compreranno, le leggeranno, le regaleranno, ma anche alle immagini appese alle pareti di casa, alle fotografie sulle mensole e sui comodini, alle decorazioni delle piastrelle del bagno, ai libri che i genitori hanno scelto per sé, alle cose che le faranno vedere quando la porteranno nei musei, nelle gallerie, in giro per il mondo e a zonzo per il quartiere.
- 2 - Immaginate la sorpresa nello scovare, fra le pieghe della biblioteca digitalizzata della Library of Congress qualcosa di molto simile. La data è il 1862. Il destinatario era Jonas, un bambino danese di tre anni. Si tratta di uno scrap book, uno zibaldone di immagini raccolte per il divertimento del piccolo dal nonno, il giurista Adolph Drewsen, e da un suo caro amico, l'eclettico Hans Christian Andersen che, come quasi tutti sanno, oltre che scrittore di fiabe era anche un eccellente disegnatore di silhouette.
(Non voglio sottrarvi il piacere di sfogliare questo libro da cima a fondo: potetefarlo qui. E qui trovate una scheda bibliografica).
Il libro raccoglie in 140 pagine immagini ritagliate, colorate e montate da Andersen e Drewsen. Le fonti sono principalmente riviste danesi, inglesi e tedesche. Su 19 fogli si trovano anche rimette scherzose di pugno dello stesso Andersen. La cosa sorprendente è l'estrema varietà delle immagini e il loro essere ben lontane da ciò che gli adulti (almeno, quelli di oggi) ritengono possa essere interessante per un bambino. Si trovano scene di natura, una grande varietà di animali, sia domestici sia esotici, personaggi di tutti i periodi storici, semplici decorazioni, oggetti di uso quotidiano, ritratti di personaggi, con e senza nome. Spesso le immagini sono composte, sia ascopo decorativo sia per creare situazioni narrative.
- 3 - Incuriosito, ho fatto un po' di ricerche su Internet e ho trovato riferimento ad altri tre libri dello stesso genere, realizzati da Andresen e Drewsen, per le tre nipotine di quest'ultimo: Rigmor (il suo libro è ora nelle mani di un collezionista norvegese); Astrid (il cui Billed bog conservato a Odense è sfogliabile qui); e Christine Stampe (il cui scrapbook dovrebbe essere sfogliabile qui, ma sembra che il link non funzioni). Di quello dedicato a quest'ultima, e conservato presso la Royal Library di Copenhagen, nel 1984 è stata realizzata un'edizionea stampa, completa di commento e note. Ne esiste anche un'edizione italiana, pubblicata nello stesso anno da Mondadori. Ne ho trovata una copia e fra qualche giorno arriverà.
Dunque, il libro per Jonas della Library of Congress era l'ultimo di una serie. E il magistrato danese, che nelle cronache del tempo veniva definito uso a «spaccare il capello in quattro», dovevaavere un piano, un progetto organico per realizzare nell'arco di dieci anni quattro di queste raccolte di immagini e per coinvolgere il suo amico Andersen, che all'epoca era uomo ricercato nell'altasocietà e sicuramente a corto di tempo.
Sulla ragione che abbia spinto due seri gentiluomini di metà ottocento a dedicare tanto tempo ed energie alla realizzazione di repertori di immagini destinate a bambini possiamo solo formulare ipotesi. Gli scrap book erano diffusi nelle famiglie borghesi dell'epoca, ma destinate a intrattenere e divertire gli adulti. A me piace pensare che questi due abbiano anticipato le idee sviluppate da Walter Benjamin e abbiano pensato di sfruttare le immagini riprodotte e decontestualizzate per creare nuove narrative. Che avessero compreso l'importanza chele immagini avrebbero assunto per quei bambini, una volta che fossero diventati adulti, prefigurando il successo della fotografia (all'epoca agli albori) e l'avvento della cinematografia. Non so quanto questo abbiasenso, ma mi piace pensare che ci siano nonni che riescono a guardare al futuro pensando a quali saranno i bisogni dei loro nipoti e preparando il terreno perché questi non si trovino smarriti in una terra incognita. Di nonni così avremmo un gran bisogno, oggi.
- 4 - E le famose silohuette di Andersen? Nei due libri che ho visto ce ne sono poche, ma sono il momento più emozionante della lettura. Ecconequi alcune, tanto per chiudere in bellezza.
[Mi accorgo a lavoro fatto che a questo manoscritto aveva accennato Anna Castagnoli qui. È bello sapere che le idee e i percorsi di ricerca girano, girano, girano e ogni tanto si incontrano nei posti più impensati. Ma è sempre e comunque doveroso rendere merito a chi passa prima di noi da qualche parte.]