Questo articolo è uscito, nella rubrica La cassetta degli attrezzi sul numero 127 di LiBeR, trimestrale di informazione bibliografica e di orientamento critico promosso dalla Biblioteca di Campi Bisenzio ed edito da Idest. Ringraziamo l’autrice e Ilaria Tagliaferri, direttrice della rivista, per averci permesso la sua pubblicazione. Se voleste abbonarvi a LiBeR, qui.
[di Agata Diakoviez]
Le possibilità offerte dagli albi illustrati per supportare la ricerca spirituale dei bambini sono al centro dell’analisi che Silvia Vecchini dedica alla produzione della casa editrice Topipittori.
Da sempre il ferro caldo dell’editoria per ragazzi è battuto da chiunque, con risultati che ognuno può giudicare da sé. Leggere Una frescura al centro del petto: l’albo illustrato nella crescita e nella vita interiore dei bambini (Topipittori, 2019), l’analisi critica che Silvia Vecchini ha dedicato alla produzione editoriale dei Topipittori, mostra che non tutte le falde sono state inquinate dal mellifluo pensiero di chi vede nei bambini solo dei consumatori da prendere al lazzo insieme agli adulti bisognosi di risposte veloci, semplificate e pronte all’uso. Questo lavoro nasce e si fonda, oltre che sulla sensibilità di una tra le più attente scrittrici per ragazzi, sulla sua preparazione e cura nello scandagliare il significato dei testi, qualità affinata dallo studio delle sacre scritture, e dal confronto e dall’osservazione con i bambini che incontra nei percorsi di formazione. Silvia Vecchini ha scelto di mettere al centro del suo sguardo un aspetto che per diversi motivi viene completamente eluso quando si guarda all’infanzia, ossia il bisogno della cura della “vita interiore dei bambini”, della loro inconsapevole ma necessaria ricerca di spiritualità. Questo aspetto non è mai nemmeno sfiorato quando si guardano e analizzano i libri destinati ai piccoli lettori, un po’ forse anche perché la parola spiritualità viene associata a un concetto, a un’idea di religiosità, che non ha nulla a che vedere con il bisogno di trascendenza che è insito in ogni persona e che nei bambini è fortemente presente.
Il lavoro si apre con una riflessione che mostra perché è fondamentale riconoscere questa dimensione e accompagnarla adeguatamente, e come l’utilizzo di alcuni albi illustrati possa servire per introdurre argomenti che vengono esclusi per il timore di non saperne parlare.
Sappiamo che la lettura condivisa è un ottimo strumento per aprire e instaurare un clima di fiducia e scambio, è un “luogo di ospitalità” come ben dimostra la Vecchini, in cui è possibile fare e farsi delle domande, ascoltarsi.
“Prendersi cura della dimensione spirituale vuol dire anche aiutare a fiorire non solo un tipo di sensibilità, ma anche, di fatto, un tipo di intelligenza che aiuta a trovare il proprio posto nel mondo”. Questo lo scopo del lavoro presentato nel volume, tanto puntuale quanto coraggioso, soprattutto in un tempo in cui sono altre le competenze su cui si punta.
In un libro, le parole e le immagini sono codici che vanno decifrati non solo per godersi una storia. La parola che ricrea ogni volta l’universo ha in sé la potenza creatrice che rinasce ogni volta con il lettore che la fa propria: questo è sempre un passaggio forte e fondamentale. L’incontro con il libro rimette al centro le persone creando relazioni inaspettate, perché nell’incontro con l’altro, con quella parola ferma ma vibrante, realizza quello che non può essere predeterminato, a meno che non si legga qualcosa che blocca l’individuo, limitandone il pensiero e l’azione come per esempio nelle scritture normative, o nel modo distorto con cui vengono lette le scritture per alimentare fanatismi che immobilizzano gli individui. Bene ha fatto Silvia Vecchini a invitarci a leggere, e rileggere, e guardare gli albi illustrati editi da Topipittori, come se fossero pozzi da cui poter attingere ogni volta significato, ma soprattutto significati dialogici che possono scaturire solo se si ha la pazienza e la voglia di entrare in quel gioco infinito che è la scoperta di sé.
Ogni lettura fatta con questi presupposti dimostra come il rapporto con il testo scritto non è mai concluso con la fine della storia, prosegue perché è così nella natura della vita. Nel rapporto che ogni educatore instaura è essenziale che ci sia sempre lo spazio per riprendere le parole, per ri-raccontarsi le storie, per esplorare la paura di crescere con il coraggio di chi quella paura ce l’ha, ma sa che può contare su chi si pone al suo fianco.
La parte centrale del lavoro è dedicata ad alcuni albi della casa editrice che sono stati riletti appassionatamente attraverso questo sguardo. La sezione “Amare la bellezza” è dedicata a due collane, Pippo e Pino, che dimostrano, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’impegno dei Topipittori nello scegliere di creare percorsi nuovi che prendono le mosse sia dall’enorme fiducia nei bambini sia dalla voglia di offrire loro strumenti intelligenti per giocare con l’arte e la natura senza svilirne forme e contenuti con una semplificazione mortificante.
Il libro è arricchito da due interviste: la prima a Giovanna Zoboli, fondatrice insieme a Paolo Canton della casa editrice, e la seconda a Giulia Mirandola che da sempre ha utilizzato nei diversi ambiti lavorativi le sue competenze per fare, degli albi illustrati, strumento di lavoro, studio e incontro.
Le riflessioni di entrambe le studiose sono il completamento di un lavoro che nasce da un’idea di incontro aperto. Proprio nelle due interviste è possibile rintracciare come questo sia stato possibile e si avverte tutta la forza di uno scambio autentico, di una voglia di ascolto e crescita reciproca.
Una sezione dedicata alla segnalazione di testi di altre case editrici chiude il lavoro e indica come sia possibile rintracciare percorsi che servono alla crescita interiore dei bambini anche in altri albi. Basta avere il coraggio di leggere non solo con gli occhi.