All'altezza del bambino

Ed eccoci arrivati all'ultimo post dell'anno.

Vi ringraziamo per essere stati ancora con noi, su queste pagine. Questo blog è ancora attivo non solo per le cure che gli dedichiamo quotidianamente da quattrodici anni, ma anche per quelle che gli prodigano i suoi lettori, le sue lettrici, le sue collaboratrici e i suoi collaboratori, che ormai sono davvero moltissimi e provengono dai campi più diversi: illustrazione, scuola, biblioteche, arte, letteratura, promozione della cultura, librerie, teatro, scienze... Vi siamo grati.

L'illustrazione che ci ha regalato Beatrice Alemagna per i nostri vent'anni è diventata un poster che abbiamo regalato in occasione del nostro anniversario.

Il 2024 per noi è stato un anno importante: abbiamo compiuto vent’anni. Abbiamo festeggiato questa ricorrenza per tutto l’anno, pensando a eventi che fossero utili e non solo celebrativi, come la giornata di studi L'occhio del mondo, organizzata insieme a éditions MeMo e ad Associazione Hamelin, a Biblioteca Sala Borsa, il giorno prima dell’apertura della Bologna Children’s Book Fair, a cui hanno partecipato, insieme a Paolo Canton, Antonella Capetti, Nicoletta Gramantieri, Martino Negri, Cristine Morault di éditions MeMo, Gita Wolf di Tara books, Teresa Horvatova di Baobab, Arianna Squilloni di A buen paso, Madalena Matoso, di Planeta Tangerina, Peggy Espinosa di Petra Ediciones. L'occasione era legata al festival internazionale L’œil du Monde, un progetto finanziato dalla Commissione Europea e dal suo programma “Europe Creative”, che ha riunito dodici editori indipendenti di letteratura per l’infanzia e di albi illustrati di tutto il mondo (Topipittori per l’Italia) e accompagnato bambini e bambine, insegnanti, artisti e bibliotecari alla scoperta dei loro libri e dei loro cataloghi.

In chiusura della giornata è stato proiettato in prima assoluta il documentario La vocazione di perdersi di Francesco Clerici e Mattia Colombo Mattia Colombo, con la produzione esecutiva di Spazio bk: il primo film sperimentale, poetico e corale sull'educazione alla lettura che documenta l'incontro tra libri illustrati, lettori e spazi attraverso le esperienze formative della libreria rivolte ad adulti, in giro per l’Italia, tra settembre e dicembre 2023 . Insieme a Vanvere Edizioni, Edizioni Fioriblù e Loredana Farina, proprio per festeggiare vent’anni di libri, abbiamo deciso di finanziare la realizzazione del film.

Nei mesi successivi ci sono state due feste organizzate da due case dei Topi. La prima, a settembre, a Cantù, da Spazio Libri La Cornice: Topipittori Reading Party. Insieme a Valentina Pellizzoni e a Tommaso Falzone, al nostro catalogo al gran completo e a tutti i partecipanti, abbiamo trascorso una giornata a chiacchierare di libri e figure. Chiusura in bellezza con lo strepitoso Briciole, spettacolo di burattini dedicato ai bambini, scritto da Enrico e realizzato da Paolo Colombo.

La seconda festa è caduta a novembre, a Vignola, organizzata dalle infaticabili Milena Minelli e Sara Tarabusi della libreria Il Castello di Carta: Tre giorni da Topi ovvero tre giorni di incontri dedicati ai nostri libri: narrativa, saggi, poesia, albi. Insieme a noi e alle librarie, hanno partecipato Antonio Ferrara, Antonella Capetti, Cristina Bellemo, Rita Gamberini, Irene Penazzi, Alessandro Riccioni, Sergio Ruzzier.

Infine, il secondo numero della nostra rivista semestrale Quarantotto, per l’occasione intitolato 68 (48 + 20), è stato dedicato, in parte, all’anniversario, con l’articolo All’altezza del bambino di Paolo Canton, e con la riproposta di una articolo del 2008 di Giovanna Zoboli scritto per la rivista Hamelin, La voce del libro, che delinea con chiarezza quello che è ancora il nostro pensiero riguardo alle immagini e alla relazione fra forma e contenuto e al suo ruolo nei libri per i bambini, ma non solo.

Infine, ecco la nostra gran carrellata finale di libri, pubblicata sull'ultimo numero di LiBeR: una sorta di catalogo per immagini che raccoglie quasi tutti i 335 titoli da noi pubblicati fino a oggi.

Vi salutiamo e vi facciamo tutti i nostri augur con un brano tratto dall'articolo di Paolo Canton uscito su 68, che tira le somme di questi anni così importanti per noi:

Mai come nell’infanzia il cervello umano è reattivo, pronto, aperto, capace. Quello che manca al bambino sono gli strumenti per mettere a frutto questo straordinario potenziale. I libri glieli possono offrire, a patto che tutti gli attori che concorrono alla loro creazione e realizzazione siano consapevoli della necessità di “mettersi all’altezza del bambino”. Per assumere questa posizione non è necessario, come spesso si crede, adeguare i linguaggi a una capacità di comprensione limitata, ma tenere conto dei limiti impliciti posti dalla carenza di strumenti intellettuali a disposizione del bambino, senza rinunciare a mettere alla prova le sue istintive capacità di osservazione e interpretazione di quel che gli viene proposto.

Da qui il desiderio e la necessità, sempre avvertiti con grande forza, che il linguaggio offerto all’infanzia attraverso i nostri libri, quello delle parole come quello dei segni, sia sempre elevato, articolato, giustamente complesso, difficile in una misura tale da stimolare l’istinto al progresso, alla crescita, all’apprendimento.

È questa una cosa che abbiamo sempre cercato di fare e che speriamo di essere riusciti a fare in qualche misura, soprattutto evitando indottrinamenti, lezioncine e morali preconfezionate, e lasciando che il senso del libro potesse manifestarsi per proprie vie naturali, ondivaghe, erranti e necessariamente personali.

Lo strumento che abbiamo messo in campo, primo su tutti, è l’impegno per, e il divertimento di, fare libri ben fatti. Preferiamo questo termine a quello, oggi molto in voga nell’ambiente della letteratura per ragazzi, illustrata e non, di libri ‘di qualità’. […] Un libro ben fatto è anche il suo racconto, cioè il modo in cui il libro parla e fa parlare di sé, senza enfasi, sottolineature. Ricordo che nei suoi
Scritti e pensieri sull’arte [Einaudi, 1988], Henri Matisse scriveva: “Ho sempre cercato di dissimulare i miei sforzi, ho sempre sperato che le mie opere avessero la leggerezza e l’allegria della primavera che non lascia mai sospettare quanto lavoro è costata”.

Grand magasin. Henry Cartier Bresson, 1968 Musée Carnavalet, Histoire de ParisGaleries Lafayette (1er arrondissement). A l'intérieur du magasin, au rayon jouets. On voit des enfants regardant des petites voitures. Deux garçons et une fille. Le photographe s'est mis à la hauteur des enfants, ne laissant apercevoir des adultes que leur taille et leur buste.