[diHamelin AssociazioneCulturale]
Si dice spesso che siamocircondati da storie, ed è vero. Basta guardarsi intorno pervederle e sentirle e viverle. È facile coglierle nei libri, nelleesperienze, nei ricordi. Meno scontato è trovarle in un articolo dellaConvenzione ONU sui Diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza. Eppureanche l’articolo 29 della Convenzione racconta, in un linguaggioforse troppo solenne e dal sapore ottocentesco, una storia: quelladell’educazione dei bambini e delle bambine, dell’educazionecome sviluppo del rispetto della propria identità e delle identitàaltrui. La storia dell’articolo 29, con le sue mille derivazioni einterpretazioni possibili, è stata scelta per animare le attività diBologna città delle bambine e dei bambini2013 organizzata in occasione della Settimanadei Diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza (16-24 novembre2013), cui HamelinAssociazione Culturale ha voluto partecipareraccontando una storia, anzi due.
La primastoria nasce, com’è facile presumere, da un libro, Quanti siamo in casadi Madalena Matoso e Isabel Minhós Martins, edito da Topipittori. Èun racconto a scatole cinesi, una narrazione nella narrazionenella narrazione. Il libro è narrato in un progetto che èdiventato un corso di formazione, che racconta questo albo etanti altri. Quanti siamo in casa si è quinditrasformato in un percorso narrativo in cui le storie, quelle deglialbi illustrati in particolare, sono lo strumento principale diriflessione, confronto e dialogo su temi complessi come l’identità,le differenze e, soprattutto, la famiglia nelle sue diverse emolteplici forme.
A renderlo speciale è, da unaparte, un tenace gruppo di lavoro che si è creato per realizzarlo e checomprende l’Ufficio Pari Opportunità e Tutela delle Differenze delComune di Bologna, Biblioteca Salaborsa Ragazzi,Cassero – Gruppo Scuola,Centro di Documentazione Cassero e FamiglieArcobaleno, e dall’altra i destinatari cui è rivolto, ecioè gli/le insegnanti dei nidi e delle scuole d’infanzia. Perchénon è mai troppo presto per educare, a proposito dell’articolo29, al rispetto e alla valorizzazione di tutte le possibiliforme di identità e famiglia.
Si saperò che le storie sono come le ciliegie, una tira l’altra,e da Quanti siamo in casa si è arrivati a Forte come unorso. Parlare di diritti corrisponde spesso –purtroppo – a scivolare in un terreno di parole svuotate di senso,perché tanto ripetute e scarsamente vissute. Diventa urgente alloraragionare sul come si dicono le cose e per Bologna cittàdelle bambine e dei bambini 2013 si è scelto di farloattraverso le figure, che spesso, appunto, valgono più di milleparole. Le illustrazioni icastiche di Katrin Stangl non possono chebalzare agli occhi e far gridare: “Perfette!”; i protagonistidel libro dell’autrice tedesca sono tutti affermazioni, scrittea lettere maiuscole, di come si possa dire l’infanzia e dicome questa stessa si racconti. Stangl interpella gli animali,gli esseri più simili ai cuccioli d’uomo, per descriverne leemozioni, i perturbamenti, i punti di forza e le debolezze; unconfronto faccia a faccia, che prende corpo nelle immagini di Forte come un orso(Topipittori, 2013), e mette su carta il primo diritto assolutodell’infanzia. Quello a essere tale.
Saranno l’autricee questi bambini venuti dalla Germania, ma che somigliano in tuttoe per tutto a quelli che sono qui o anche molto lontano nel mondo,a raccontare la città delle bambine e dei bambini. Innanzitutto,accogliendo “in grande stile”, attraverso delle gigantografiedi Forte come un orso, i lettori che entrerannoin Salaborsa Ragazzi dal 19 novembre all’8 dicembre 2013. Poiattraverso la voce e le mani di Katrin Stangl, che sarà a Bolognavenerdì 22 novembre per un momento d’incontro e di dedica del libroalle ore 17.30 presso ZOO, e sabato 23 novembre alle 17.15 inSalaborsa Ragazzi. Qui darà vita a unlaboratorio sul libro e sulla sua tecnica dell’incisione, a cui sonoinvitati tutti i bambini dai 5 ai 9 anni, purché selvaggi come tigri,timidi come cerbiatti, operosi come api….
P.S: Conclusala mostra, tre coppie resteranno a fare capolino fra le parole e lefigure dei libri della biblioteca. Venite a cercarle!
P.P.S: se siete a Bologna in quei giorni vi consigliamo anchequesto.