Questa primavera sono in uscita anche gli ultimi due volumi delle Piccole storie di colori, la collana di Piccola Pinacoteca Portatile dedicata ai colori e sviluppata in collaborazione con l'associazione MUS.E e i Musei Civici Fiorentini, diretta da Valentina Zucchi che firma i testi dei 6 libri finora usciti: Rosso, Bianco, Blu, Giallo, Verde, Nero. Oggi vi presentiamo l'ultimo, Nero, attraverso le parole di chi l'ha illustrato: Francesca Zoboli, già illustratrice di Bianco.
[di Francesca Zoboli]
Con il libro Nero si conclude la serie sui colori, Piccole Storie di Colori, commissionata dai Musei Civici di Firenze a Topipittori, facente parte della collana d’arte Piccola Pinacoteca Portatile, ovvero PiPPo.
Nel 2016, ho realizzato il volume Bianco: in che modo avevo proceduto per illustrarlo potete leggerlo qui. Come dicevo in quel post, il bianco e il nero sono colori che si completano a vicenda. E se la storia del colore bianco nel mio precedente libro iniziava con il bianco gesso/calce, il volume dedicato al nero si apre con il nero della cenere e del carbone e con i segni ancestrali lasciati sulle pareti delle caverne dai nostri antenati.
Il testo di Valentina Zucchi in tutta la collana affronta il tema del colore da diversi punti di vista, tutti a partire dal commento di opere d’arte che il lettore è invitato a osservare sia attraverso le illustrazioni del libro sia attraverso le riproduzioni fotografiche di esse che può trovare online o, ancor meglio, se ne ha la possibilità, in originale presso il museo che le conserva.
Francesca Zoboli, schizzi e prove per Nero.
Come accade in tutti i volumi della collana Piccola Pinacoteca Portatile, all’illustratore tocca il compito di interpretare le opere proposte possibilmente alla luce di una applicazione laboratoriale.
Confesso che all’inizio, leggendo l’elenco degli artisti selezionati da Valentina Zucchi per raccontare il nero, mi sono tremate le ginocchia: Rembrandt, Verrocchio, Antonello da Messina, Boldini… Insomma, ho avuto il dubbio di non essere all’altezza. Tuttavia, guardando il lavoro fatto da Viola Niccolai con Blu e Sylvie Bello con Giallo, e osservando la loro libertà e spregiudicatezza interpretativa, mi sono fatta coraggio. Facendo un paragone, è stato un po’ come quando lungo un sentiero inselvatichito qualcuno ti fa strada sfoltendo la vegetazione: grazie al contributo di tutti coloro che, di volta in volta, sono stati chiamati a partecipare alla collana Piccole Storie di Colori, mi è stato più facile capire che direzione prendere e che strada percorrere.
Francesca Zoboli, schizzi e prove per Nero.
Il nero è tante cose: per artisti come Pollock e Hartung è segno gestuale e al loro lavoro i bambini possono ispirarsi, sperimentando una pittura libera ed espressiva da svolgersi nello spazio e su grandi fogli a terra.
Se il nero è fondo, allora il segno può essere graffio in negativo, traccia scavata che apre alla luce: così ho voluto interpretare il quadro di La Tour. Qui l’immagine è ottenuta proprio attraverso l’asportazione del nero che fa emergere i colori sottostanti, secondo un affascinante tecnica che si ottiene sovrapponendo strati di pastelli a cera poi graffiati: pratica che al bambino ho proposto di sperimentare.
Valentina Zucchi, Francesca Zoboli, Nero, Piccole Storie di Colori, Topipittori 2018.
In negativo ho voluto rappresentare anche l’immagine del rinoceronte di Durer, con il testo e il verso al contrario, come se fosse una lastra da incisione ricoperta di cera e incisa, visualizzando il percorso affrontato dall’artista per realizzarne la stampa.
Nero come la notte e la paura nei quadri spettrali di Goya, mentre nelle inquietanti piazze di De Chirico si svelano le ombre .
Oppure nero è il pigmento derivante dal carboncino o dal grasso inchiostro usato per la stampa tipografica.
Francesca Zoboli, schizzi e prove per Nero.
Inteso come colore della tristezza e del lutto, l’ho sdrammatizzato con il tono ironico che ho impresso al dipinto di Courbet Un funerale a Ornans; infine, il nero è da sempre simbolo di eleganza nei capi di abbigliamento, o di autorevolezza e sobrietà nei ritratti di uomini importanti, come in quello, eccezionale, di Antonello da Messina che troviamo in copertina.
Valentina Zucchi, Francesca Zoboli, Nero, Piccole Storie di Colori, Topipittori 2018.
Nella sua bellissima autobiografia, Tra i miei mondi, vi è un passaggio in cui Leo Lionni descrive la sua camera di bambino:
Vicino al Tavolo della Natura ce n’era un altro, più piccolo, dipinto di nero. Era il Tavolo dell’Arte. Lì dipingevo, disegnavo, incidevo, incollavo, modellavo. Me l’aveva regalato zio Piet per il mio nono compleanno, e quando mia madre lo vide sembrò perplessa: «Perché nero?», chiese. Non ho mai dimenticato la risposta: «Perché tutti i colori paiono così belli sul nero».
Due tavoli neri dipinti da Leo Lionni all'inizio degli anni Novanta.