La terza edizione di Costruttori di Libri, si terrà fra una settimana, il 19 novembre 2021 (sul programma e la partecipazione trovate informazioni qui). Nel frattempo, vi proponiamo il quarto profilo dell'edizione edizione 2019, quello Giovanna Zoboli scritto da Martino Negri. di Antonella Abbatiello scritto da Lorenzo Cantatore. Costruttori di Libri è nato da un'idea di Antonella Abbatiello, Lorenzo Cantatore, Martino Negri e Giovanna Zoboli, con l'obiettivo di fornire strumenti adeguati alla conoscenza dei libri con le figure e dei processi creativi che li riguardano. Trovate gli altri profili sul nostro blog. Qui trovate Roberto Innocenti raccontato da Ilaria Tontardini. Qui Fausta Orecchio raccontata da Martino Negri. Qui Alessandro Sanna, raccontato da Antonella Abbatiello. Qui Giusi Quarenghi raccontata da Giovanna Zoboli. Qui Federico Maggioni raccontato da Lorenzo Cantatore. Qui Chiara Carminati presentata da Susanna Barsotti. Qui Antonella Abbatiello secondo Lorenzo Cantatore.
Dalle immagini alle parole. La scrittura esatta di Giovanna Zoboli
[di Martino Negri]
Giovanna Zoboli scrive per bambini e ragazzi dal 1986, quando vince un concorso letterario promosso dalla rivista “Linus” con un racconto dal titolo profetico – I topi pittori – che non fu tuttavia seguito da altre opere fino alla metà degli anni Novanta, quando uscì il romanzo scritto a quattro mani con Massimo Scotti edito da Mondadori Ragazzi: esperienza che segnò l’inizio di una collaborazione – non solo in qualità di autrice, ma anche di curatrice, traduttrice ed editor – che le avrebbe permesso di esplorare dall’interno l’affascinante mondo della letteratura per l’infanzia, nonché i processi produttivi e le diverse figure professionali necessarie alla costruzione di un libro.
Torna a scrivere per bambini e ragazzi solo una decina di anni più tardi e con una consapevolezza nuova maturata in anni di lavoro redazionale, in ambiti distanti da quello letterario, quando fonda insieme a Paolo Canton – la casa editrice milanese Topipittori (2004), tra gli indiscussi protagonisti della rinascita e della fioritura dell’albo illustrato che avrebbe distinto i primi due decenni del XXI secolo in Italia.
Forma narrativa verbo-visuale caratterizzata dall’interdipendenza di linguaggio verbale e iconico, l’albo illustrato o picturebook è un vero e proprio oggetto narrante fatto di molte componenti – concettuali e materiali – che per funzionare compiutamente hanno bisogno di essere sostenute da un’idea progettuale chiara e da un’attenzione costante alla dimensione grafica, chiamata a governare il rapporto tra i codici che dialogano nello spazio della pagina e sono egualmente importanti nella definizione e nel- lo sviluppo del racconto, generalmente ma non necessariamente vincolato a un numero ridotto di pagine.
La scrittura messa in campo dalla Zoboli in questo ambito ha caratteristiche che derivano dalla natura della testualità che connotano questo peculiare tipo di forma narrativa: la necessità di adeguarsi a una misura ridotta che implica essenzialità e condensazione, rigore e precisione, e l’intensità e imprescindibilità della relazione che lega le parole scelte agli elementi iconici e grafici con i quali sono chiamate a dialogare.
Illustrazione di Simona Mulazzani per Vorrei avere, di Giovanna Zoboli, 2010.
I racconti della Zoboli, spesso nati da suggestioni visive capaci di mettere in movimento il pensiero e le parole, si fondano sull’idea che scrivere – anche e in misura ancora maggiore se i destinatari sono bambini e ragazzi – abbia a che fare con la costruzione di un meccanismo complesso e raffinato, il testo, che esige attenzione costante e massimo rispetto del destinatario più che con una generica e pericolosa ispirazione “dionisiaca”, ancora troppo spesso chiamata in causa nell’universo della letteratura per l’infanzia: ai suoi occhi scrivere significa sforzarsi di risolvere problemi molto concreti legati alla dimensione della rappresentazione e della comunicazione, rompendo gli automatismi che governano normalmente l’uso della lingua e scoprendone invece la potenza bifida e sovversiva, già indicata come benefico punto d’approdo dal Rodari della Grammatica della fantasia (1973), così come dall’Eco dei Draghi locopei (1986).
Da questa cura nei confronti delle parole che evoca l’esattezza cantata da Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane (1988) come una delle qualità possibili della scrittura da portare nel nuovo millennio sono nati i molti albi che Giovanna Zoboli ha pubblicato negli ultmi anni, dialogando con illustratori di primo piano della scena italiana e internazionale.