I bambini di queste parti

I bambini sono come leformiche. Ce ne sono dappertutto e in grande quantità. Quest'estate,mi sono ritrovata formiche anche nel letto, nei panini imbottiti, nellescarpe e in valigia. E molti bambini sono entrati e usciti dalle immaginiche la mia macchina fotografica, che poi è un ammaccato telefono,mi ha restituito una volta a casa. Qui, la loro prima apparizionel'hanno fatta in una foto presa al Parc del Turó del Putget, aBarcellona. Ma chi è il genio che ha pensato a una barchetta sospesaa mezz'aria su cui sorvolare le stagioni in città?
Ilche mi ricorda che fra le mie letture estive c'è stata anche Capitani coraggiosi,acquistato su una bancarella di libri usati. A tutti, sottintendeKipling, che di selvaticume se ne intendeva, piacerebbe cadere daltransatlantico della vita civile sull'agile goletta di una vitanomade e avventurosa. La navicella del parco però mi ha fattovenire in mente più Peter Pan.

Poco lontanodal parco, ecco di nuovo il daimon infantileaffacciarsi da una vetrina: il rosso è l'unico colore accettabileper un'automobile, come ben sapeva Babar. E se al volante c'è unorso, si può star certi che il viaggio sarà interessante. Nellepause, sulla piazzola dell'autostrada, poi, ci si potràrinfrancare con una tonificante strimpellata al pianoforte. Ilche mi dà l'occasione per consigliare a tutti il sublime Gli autonauti dellacosmostrada di Julio Cortazar e Carol Dunlop,che parla, appunto, di piazzole di sosta, autostrade, bruchi,draghi viaggianti, dolci di fichi e altre cose meravigliose che nonpotete perdervi per niente al mondo.

In una vetrina digiocattoli comme il faut, deve regnare un caosordinato, condizione ideale perché la vita riservi sorprese e unaccettabile interesse. Come vedete, pattuglie di ciclisti, robot e lentida Scherlock Holmes di varia misura possono convivere, godendo degliincommensurabili benefici di una contiguità priva di nessi. Questoperché una vetrina di giochi deve prefigurare il regno dei possibili:un mondo in cui si allineano cose disparate e la contraddizionenon ha bisogno di essere risolta. E qui mi viene in mente un'altralettura estiva: La lingua salvata di EliasCanetti, magnifica autobiografia di infanzia che molto ha a che vederecon questo tema.

I libri invece amano l'ordine, anche sequello complicato che consente a chi li pratica di destreggiarsi concostrutto nella sterminata foresta di titoli che, per esempio, è unabiblioteca. La biblioteca B. Jaume Fuster in Plaçade Lesseps, ha un bel reparto ragazzi: tanto spazio, bella lucee un accogliente nitore.
Per chi poi desiderasse unapausa, è sufficiente uscire nel minigiardino-giochi sul frontedell'edificio, e farsi un giro sul cavallino o sulla tartaruga: untuffo nella realtà dopo le fatiche dell'immaginazione. Del resto,non è questa la città dove un architetto ha fatto diun sottotetto un meraviglioso ventre di balena e dei camini,prodigiosi personaggi di fiaba?

A me, le cose che hanno ache vedere coi neonati o fanno orrore, per il cinico cattivo gustoche nessun essere appena venuto il mondo si merita, o sembranoincantevoli, per come esprimono la misura del piccolo, l'ingenuità,e la grande semplicità della sua forma, che immancabilmente mirichiama agli archetipi: che la potenza simbolica ed espressivadel puer si debba anche aquesto? Un effetto simile me lo fanno le tute per i neonati: come queste,esposte in un piccolo negozio di Gràcia.

E non avevomai visto, perché credo non usi in Italia, cicogne di zucchero afesteggiare bambini appena nati. Siccome è sufficiente che due cosesiano vicine per immaginarle far parte della medesima storia, mi famolto ridere il pensiero che il risultato dei due ballerini a destra sia,irrimediabilmente, il fagotto a sinistra nel becco del trampoliere. Eccocosa significa determinismo.

Restando in temadi misure, che come è noto attraversa tutta laletteratura per ragazzi, non è raro osservare come piccolo e grandesi vadano incontro e preludano a grandi amicizie, fatti come sembranol'uno per l'altro. I piccoli adorano avere amici grandissimi, alti cometorri. E i grandiglioni, avere amici minuscoli. Gli artigiani che ognianno a Gràcia preparano i carri e i personaggi allegorici della festadel quartiere lo sanno bene. Una certezza, per i bambini che abitanoda queste parti.




Poteva mancare un giro inlibreria? No, ovviamente. A Barcellona, abbiamo fatto visita alladeliziosa Abracadabra, tutta dedicata ai ragazzi, vicino al Mercatdi Santa Catalina. Purtroppo era chiusa. Così non abbiamo foto damostrarvi (ma la trovate qui).  A sorpresa ne abbiamotrovata una, davvero irresistibile e non solo per bambini, aCiutadella, nell'isola di Minorca: La Torre de Papel, in Camì deMaò. Intanto, all'entrata ad accogliervi c'è una parata di beglialbi illustrati e libri per ragazzi. Mi ha conquistato vedere inprima fila La mia famiglia e altrianimali, uno dei capisaldi della mia infanzia,del grande etologo inglese (e bravissimo scrittore) Gerald Durrell. Seavete figli che amano gli animali non fategli mancare questa storiadi una infanzia trascorsa nell'eden della selvaticissima isoladi Corfù, fra bestie di ogni genere. La foto in copertina, cheritrae l'autore da piccolo, trovo sia strepitosa (avete mai visto unbarbagianni? Noi a Minorca ne abbiamo incontrato uno, una notte, neipressi del parco naturale di Es Grau).




Più che una semplicelibreria a me questa è parsa un accogliente e fresco salotto (fuoriimpazzava un caldo a dir poco rovente) dove stare seduti in santapace a sfogliare libri interessanti. Del resto, spesso le libreriesono state e sono luoghi personali e misteriosi come case private. Inproposito, se l'argomento vi interessa, non potete mancare Rue de l’Odéondi Adrienne Monnier, fondatrice della libreriaparigina Shakespeare and Company.




Avanti e indietro per chiese echiostri, a Ciutadella ci siamo imbattuti anche in bambini visionari. Delresto qui siamo in Spagna. E va fatta la riflessione che il bambinopiù famoso del mondo è un dio in erba e sta in braccio, per l'appunto,a sua madre. Siamo nella cattedrale gotica di Santa Maria. L'altare diNostra Signora del Rosario, però, è stato dipinto nel 1948, da NinaCamps. Mi hanno incuriosito questi minuscoli oranti, i tre bambini diFatima, che galleggiano sul fondo d'oro.

Nel museodiocesano, invece, una mini galleria delle scienze espone questiirresistibili strumenti didattici finalizzati all'insegnamentodell'anatomia. Esiste qualcosa di più schifosamente attraente? Anchequella per scheletri, mummie, cadaveri e mostri anatomici vari è unadelle grandi passioni infantili. I cultori della materia non possonomancare Danse macabredell'ultraesperto di terrore Stephen King.

Durante uno deivagabondaggi per l'isola, lungo la strada per Capo Favaritx,dove in mezzo a un paesaggio lunare svetta un magnifico faro chefa l'impressione di un gigantesco punto esclamativo sulla rigadell'orizzonte, ci siamo imbattuti in questa minuscola scuolaelementare nel mezzo del nulla. Che vita faranno i bambini che lafrequentano? A me dà l'idea che possa essere meravigliosa. Poimi piacerebbe sapere a cosa si gioca e come, con quei misteriosisegni colorati dipinti nel cortile.

Ed eccoci arrivati allafine. Infatti, di nuovo a Barcellona, stiamo per salire sull'aereoche ci riporterà in Italia. Mentre gli adulti in attesa di saliresui rispettivi aerei che li riportano a casa dalle vacanze nontrovano niente di meglio da fare che annoiarsi, in una realisticaprefigurazione di ciò che li aspetta, i bambini giocano con tuttal'intensità di cui sono capaci. Lo fanno su un curioso attrezzoallestito alla bisogna. È rosso, blu, giallo e nero. Del restosiamo nella città di Mirò e questo oggetto che simula unacreatura fra l'aereo e l'uccello, dotata di becco-bandiera ed elica,me lo fa venire in mente subito.

Bene. Viene ilmomento di imbarcarsi. Ognuno ha il bagaglio che gli compete. Una valigiamolto colorata e un minuscolo campagno di volo con la coda favorirannoun ritorno degno di questo nome.


Bentornati a tutti!