D’istinto, Nico apre i libri dalfondo, legge i numeri a due cifre da destra a sinistra e qualche voltaricorda le frasi al contrario: forse a quattro anni, da ambidestro, stagodendo di tutte possibilità dell’ordine bambino.
Ferie per chiuso,dunque, lo straordinario libro senza testo di Maja Celija, ci accompagna da circa due mesi,ogni sera prima di coricarci.
Da subito, i protagonistidel libro sono stati battezzati da Nico con nomi propri, che poi nonsono più stati cambiati, com’è giusto che sia.
Così, noi adulti abbiamo dovuto memorizzarli per non esserecorretti ogni volta. Avendo preso una simile confidenza con iprotagonisti del libro, la narrazione si è dilatata nel tempo e nellospazio, ben oltre la porta aperta e le profondità dei bagagli chiusidella famiglia in procinto di andarsene, che si vedono nella primaimmagine. Tutto ciò fa sì che la nanna tardi ogni sera di più adarrivare, ma il fatto è che questo gioco è diventato entusiasmanteper tutti.
Quando ho raccontato loro come miofiglio Nico legge Chiuso per ferie, i Topipittori,mi hanno chiesto di scrivere un post per la rubrica del loro blog I bambini leggono, da pocoinaugurata, dedicata al modo in cui i bambini guardanoe usano i libri. Il mio resoconto è una sintesi di quel che accadenella realtà: alcune immagini, alcuni passaggi narrativi che nel librosono presenti, qui non li troverete.
Vi presento quelloche per noi è Raul, il figlio minore di questa famiglia. Raul ha moltemacchinine, il suo zaino ne è pieno e altre ne ha nel sacchetto diplastica (insieme a due mandarini: “Beeeh, che schifo, è sua mammache vuole che li mangi”). La mamma, Elena, insiste perché si sbrighi,ma Raul pensa di aver dimenticato qualcosa. La famiglia è in partenzaper andare qualche giorno dai nonni che vivono vicino al mare. La sorelladi Raul porta una scatola piena di provviste: soprattutto latte, miele,formaggio duro, pistacchi e ovetti di cioccolato. Suo fratello vuolediventare maestro, così porta pochi vestiti e il computer perché dovràstudiare tutto il tempo. Il papà è molto indaffarato a trovare spazioper i bagagli: alcuni dovranno stare sotto il sedere dei passeggeri, datoche la loro auto non ha “la coda”.
Finalmente sonopartiti! Il primo a uscire dalla fotografia è nonno Raimondo: vuoleriabbracciare nonna Rita, che erroneamente è stata messa in un’altrafoto. Pietro è un marinaio che non vede l’ora di tuffarsi in acqua:un tipo atletico. Riesce a saltare da sopra il mobile senza farsi malealle caviglie. Giovanni, che è più piccolo, lo ammira, però da grandevuole essere un pilota di auto da corsa. La sorella piccola di Giovannisi chiama Elisabetta, mentre quella grande Alessandra, fidanzata diPietro. Toby è il cane di nonno Raimondo.
Dato che i nostri amicisono stati fermi per molto tempo, per sgranchirsi le ossa si dilettanoin vari sport e, di tutti, il più competitivo è nonno Raimondo cheperò non vince mai perché la lunga barba gli s’impiglia sempre daqualche parte, impacciandolo.
Arrivati all’illustrazioneche ritrae la partita di pallavolo, Nico puntualmente esclama:“Non è una palla, è una ciliegia, mangiamola!” Ogni giocatore,questa è la regola, darà un morso ogni volta che tocca la palla,dunque la partita finisce quando si arriva al nocciolo. Nonna Rita,però, previdente, ha diverse di ciliegie nascoste sotto la camicia(che fa anche da rete), perché le ciliegie sono talmente buone chefiniscono subito.
Qui il racconto è accompagnato da alcuni”Gnam!” di fondamentale importanza.
Nonno Raimondoha una formidabile idea: rilassarsi al caldo è quel che ci vuoleper prendere un po’ di colore. Non si vede, ma lo sportello delforno è aperto: “Non sono matti!” è il commento. In ogni caso,qui accade qualcosa di straordinario: i bambini diventano grandi,lievitano come la pizza, Giovanni tanto quanto Pietro, Elisabettatanto quanto Alessandra. Elisabetta non ha voluto togliersi le scarpeper paura di non riuscire più a rimettersele, infatti, un pochino lefanno male, “si vede dagli occhi”.
I nostri amiciperlustrano ogni angolo della casa. Elisabetta e Giovanni, nel frattempotornati piccoli, scoprono insieme a Toby la cameretta di Raul. E vadoa elencare “nell’ordine esatto” i bellissimi giochi: c’èil supereroe verde; la bambola gigante; un robot gigante; un orsettogigante; un orsetto mezzano e un’altro piccolo vestito da femmina;un pinocchio enorme e un draghetto davvero strano, non tanto bello,ma che piace a Elisabetta e a Giovanni.
Forse piace loroperché ha le ruote: trainato dal cane Toby, che corre velocissimo, fascorrazzare i bambini per tutta la casa.
È il momento diandare a nanna: dato che il gomitolo blu è il più bello, tutti lovorrebbero, così nonna Rita per evitare litigi decide che nessunolo userà. La notte, così, trascorre tranquilla, ognuno sistematonel suo gomitolo di lana colorata.
Infine, arriva l’oradi tornare nelle fotografie. Toby ha sentito dei rumori, pare che qualcunosi stia avvicinando alla porta.
“Corri Giovanni, corri”grida Elisabetta a Giovanni che non vuole separarsi dal draghetto. NonnaRita spiega che quell'animale è troppo grosso per stare nella fotografia:Giovanni deve lasciarlo lì.
Quando la famiglia entra in casa,nota il draghetto in mezzo alla stanza: è quello che Giovannivoleva portare nella foto dei nonni.
Durante levacanze, la sorella di Raul è diventata piccola perché non hamai voluto mangiare.
Ah, ecco: nell'ultima immaginesi vede il papà di Raul. Si chiama Nicola, come l’amicodel cuore che Nico ha a scuola.