[di Valentina Rizzi]
La mia storia personale comincia in un quartiere di periferia, a un paio di chilometri da dove venne ucciso Pasolini, a Ostia Lido, decimo municipio di Roma. Qui sono nata e cresciuta, tra mare e pineta, in bicicletta, giocando in strada con i miei amici, fino a quando la mafia si è impossessata a poco a poco di ogni cosa. Ha eretto muri sul mare, costruito abusivamente, incendiato la pineta, estorto, espropriato, minacciato, gambizzato, ucciso. Prima in maniera subdola e mimetizzata, poi sempre più in maniera manifesta e plateale.
La mia avventura commerciale in questo territorio comincia il giorno in cui scopro di aver vinto un bando pubblico della Provincia Creativa con un progetto salvalibrerie, un progetto di “contastorie itinerante su di un tre ruote”: l’intento era raccontare storie tratte da libri acquistabili nelle librerie per ragazzi di quartiere, librerie in forte affanno. Tuttavia l’esito del bando arrivò troppo tardi. Se invece di dicembre, quel postino avesse bussato a giugno consegnandomi l’esito del bando, senza proroghe italiane di mezzo, quelle librerie oggi esisterebbero ancora.
Valentina Rizzi e Bibliolibrò.
Grazie al bando, dicevo, ho potuto acquistare un Ape Calessino e iniziare a raccontar storie in strada, in un periodo in cui la connivenza mafiosa con il potere stava attecchendo senza che noi ce ne accorgessimo. Però qualche segnale iniziava a esserci: le storie non sapevo più dove prenderle, dato che nel giro di un anno avevano chiuso i battenti le uniche due librerie specializzate per l’infanzia del nostro Municipio, il X di Roma, e stiamo parlando di 300.000 abitanti, e molte altre saracinesche iniziavano ad abbassarsi, alcune di queste dopo aver misteriosamente preso fuoco. Cominciava così inesorabilmente il declino culturale e socio-economico di questa zona.
Mi ritrovai d’un tratto, sola, su un’ Ape vuota, come un guardiano del faro, costretta a doverle inventare le storie, in un quartiere sempre più isolato e corrotto dove i libri arrivavano a singhiozzi.
Fu in quel periodo che cominciai a scrivere buffi diari di viaggio, alcuni dei quali trovarono ospitalità presso la rivista Illustrati Logos. Raccontavo come pur essendo in possesso di regolare licenza di vendita itinerante, i vigili non mi facessero sostare in strada se non c’erano acquirenti, mentre le cosche con prestanomi continuavano indisturbate senza alcun controllo a farsi strada fino ad arrivare a influenzare la Presidenza del Municipio (presidente poi indagato e arrestato nel processo di Mafia Capitale).
Nei miei diari di viaggio cercavo di sdrammatizzare la paura degli strani incontri, di tizi che sempre più spesso con aria minacciosa circondavano il mio Apetto, gente che si offriva di proteggermi e dalla quale sfuggivo cambiando zona.
Nei diari raccontavo dei consigli bislacchi che mi davano i passanti per arricchirmi. Perché non metti su una gelateria ambulante? Ma no meglio un taxi del mare! Che aspetti a vendere frutta? Erano tutti mestieri sicuramente più redditizi, a detta di chi mi fermava passando. Però io sono ostinata come un mulo e volevo portare in giro solo libri. Le famiglie hanno iniziato a poco a poco a cercarmi, a fermarsi per conoscermi, per conoscere i miei libri, quelli che intanto ero riuscita a reperire grazie alla visibilità che gli Illustrati Logos mi avevano dato.
Scelsi di trasportare e vendere solo albi, di ogni formato, di ogni lingua, di ogni specie. Fu così che per molti, sfidando ogni giorno la legge anche se più in regola di tutti (paradossi italiani), divenni “ spacciatrice di albi”. Intanto il Municipio veniva commissariato per mafia, le vetrine si desertificavano, le buche nelle strade aumentavano e le biblioteche arrancavano tra tagli e cambi di presidenza. Decisi allora di organizzare un Minifestival Itinerante del Libro per Ragazzi, invitando amiche illustratrici e autrici a raccontare i loro percorsi ai ragazzi, ma soprattutto a tenermi compagnia in primavera, dopo devastanti inverni.
Un giorno bussa alla porta Gek Tessaro e dice: «Beh io ci sono, quando e dove?» Alla crociata in favore del Minifestival più periferico e squattrinato di Roma, negli anni si sono avvicendati anche grossi nomi e tra i primi editori a credere in questa scommessa priva di finanziamenti e incoraggiamenti statali, ci sono stati Orecchio Acerbo, Babalibri, Logos, Carthusia, Kalandraka, Coccole Books e anche Topipittori che un anno mi mandano Simone Rea e il seguente Luisa Mattia. E la cosa incredibile è che questi autori accettano entrambi di aderire. È anche per questo che quest’anno abbiamo affidato a Topipittori l’inaugurazione, il 18 novembre alle 17, della nostra quinta edizione di Minifestival con uno straordinario omaggio a Maria Lai attraverso Illustrare dentro la leggenda, una mostra dei disegni di Gioia Marchegiani eseguiti per Il campanellino d’argento, edito da Topipittori, mostra che sarà ospitata dal Teatro Lido di Ostia fino al 31 dicembre.
Non potrò mai scordare il giorno in cui andai a prendere Lola Barcelò di Kalandraka alla stazione di Ostia: guardandosi attorno mi fece un gran sorriso, aveva capito tutto e quel giorno la sua lettura fu memorabile. E nemmeno posso dimenticare che un albergo decise di ospitare una delle prime edizioni, senza farci pagare nulla. Non avevamo il becco di un quattrino!
«Ma tu sei quella di Bibliolibrò, l’apetta che non ha padroni?» mi fu detto, «Vieni, qui sei mia ospite, tu sì che sei una faccia onesta, che sale ti servono? Offrirò anche un rinfresco per chi vuole leggere!»
In un territorio sempre più allo sbando, che cade a pezzi, da quest’anno il Minifestival ha anche un logo disegnato da Gioia Marchegiani, e un nome: LEGGIMONDI. Sono tanti i mondi che vorremmo dischiudere ai nostri ragazzi, mentre due nuove librerie per bambini hanno aperto i battenti nel nostro territorio con enorme coraggio, tra scuole barricate dove non è più lecito ospitare attività esterne, tra dissesti idrogeologici, rifiuti e degrado.
E mentre Ostia torna al voto dopo due anni e mezzo di commissariamento, mentre i neofascisti di Casapound si attestano al 9% dei voti e si va al ballottaggio, un giornalista Rai viene picchiata da uno del Clan Spada e siamo in molti a chiederci quali saranno le nostre sorti visto che il commissariamento è appena terminato e le cosche si riaffacciano.
In questo clima ci prepariamo a LEGGIMONDI, una sfida, un onore, una ragione di vita per quella fetta di popolazione che resta sana, che crede nella legalità e nello Stato.
Altre tre librerie, due biblioteche, persino un teatro si uniscono a noi in questa battaglia civile che qualcuno chiama rivoluzione, ma in fondo è un semplice festival letterario. Il miracolo LEGGIMONDI. Grafici che si mettono a disposizione per locandine e volantini, bibliotecari e librai che diffondono notizie, docenti che distribuiscono informazioni, famiglie e studenti che ci sommergono di richieste mentre noi, noi perdiamo il sonno e la ragione per trovare le cornici per la mostra, i ganci per quella parete, no quell’altra perché quella perde acqua se piove, ci danniamo per cercare spazi dignitosi dove ospitare gli scrittori, gli illustratori, noi che cerchiamo agibilità, scale, saliamo e scendiamo gradini, attendiamo come fessi permessi e patrocini che forse non arriveranno mai, scriviamo comunicati che la maggior parte delle testate locali e nazionali ignorerà perché noi, certo, non facciamo notizia. Mentre gli episodi di cronaca ci travolgono e la Storia fa il suo corso.
Ce la faremo anche quest’anno? Inizieremo il giorno prima del ballottaggio in un clima politico da far west. Eppure noi non ce ne curiamo: dei giochi di potere, della violenza di questa campagna elettorale dai toni perentori, della difficoltà di essere così periferici e poco sostenuti istituzionalmente. Ci curiamo invece di fare le cose in regola, ci occupiamo di dimostrare che assieme si può, ci occupiamo di offrire alla cittadinanza cose importanti e belle: un omaggio a Don Milani attraverso la mostra delle fine arts delle illustrazioni di Simone Massi per Il maestro di Fabrizio Silei edito da Orecchio Acerbo; l’ omaggio a Maria Lai; un incontro con Gabriele Clima, vincitore del Premio Andersen con Il sole tra le dita (San Paolo Editore); un appuntamento con l’autrice Cristiana Pezzetta, vincitrice del Premio Leggimi forte con Sorelle di carta (Matilda); due laboratori, uno con l’illustratrice Felicita Sala, per Zoolibri; l'altro con l’illustratrice Francesca Carabelli, per Sinnos. E un mare di altri appuntamenti che a guardarli tutti stampati sul primo prototipo di locandina ci sarebbe da commuoversi, se non fosse che non c’è tempo, bisogna andare in stampa con i flyer! Qui sotto trovate la locandina con tutti i luoghi, le date, gli orari e gli eventi in programma.
Cliccare sull'immahine per leggere.
Ci s’incontra al bistrot, dentro l’Ape detto Bibliolibrò, in biblioteca, in strada, al teatro, in libreria, davanti a un ciambellone e si gettano semi di carta, anche assieme all’omonima associazione che sostiene il Minifestival dagli esordi contribuendo con idee, progetti, parole e disegni. E non importa se fuori diluvia e le vie sembrano fiumi in piena, se accendendo la tv o passando in edicola si vedono ingiustizia e malaffare, Ostia macchiata a sangue. Lavori in corso, do not disturb, noi si continua a lavorare per affermare la cultura della legalità e della non violenza.
Carla Ghisalberti durante una lettura per Minifestival.
Cristiana Pezzetta e Gioia Marchegiani durante un laboratorio per Minifestival.
Al via, fra una manciata di giorni un estremo tentativo di mostrare ai nostri ragazzi che è ancora possibile leggere e interpretare il nostro quartiere attraverso la poesia e la bellezza, la parola e l’immagine di artisti e poeti, scrittori e illustratori di ogni epoca e regione, la cui forza è la dialettica e non la violenza. Tutti schierati contro i mulini a vento nella nostra personale battaglia in favore del sacrosanto diritto di ogni ragazzo di poter conoscere e sapere.
Valentina Rizzi e Bibliolibrò.