
© AnnaMartinucci |
Dal 16al 21 giugno prossimi, a Sàrmede, si terrà il corso "Progettarelibri".
Ci sono ancora alcuni posti disponibili, quindiè venuto il momento di fare un po' di spudorata pubblicità,nella forma di endorsement da parte di alcunetestate internazionali e personaggi celebri
Scherzi a parte, di questo corso abbiamo parlato già in tutti questi poste del corso hanno anche scritto in molti (leggete questo, per esempio). Per evitare diripetermi, ho chiesto ad alcune ex allieve di spiegare le ragioniper le quali è valsa la pena frequentarlo. Sono illustratrici,educatrici, figure poliedriche del mondo dell'editoria, appassionatedi libri per ragazzi. Ecco che cosa hanno pensato di potervidire:
Quello che resta è quel bisogno di continuità,quel piacere nel provarsi, nel fare e nell'inventare. Necessitàdi "applicazione" quotidiana.


GeenaForrest – laureata in scienze forestali - Sàrmede 2013 È passato un anno dalcorso "Progettare libri" e devo ancora capire se grazie a questocorso sono le mie idee che hanno trovato una forma o tutte le formeinsegnate che hanno messo in moto la mia testa e le miemani. Poco importa: è passato un annoe io vivo ancora di rendita. Sarà che c'erano anche i compitiper casa.
Sia che vogliate darvi all'autoproduzioneo presentare alla prossima Fiera non solo un bel portfolio,ma progetti veri che mostrino già il libro che avete in mente ovenire finalmente a conoscenza di tutti i segreti della stampa offset(perché, vi ricordo, un libro alla fine lo si deve anche stamparee dimenticarlo sarebbe un grosso errore), questo è il corso che faper voi.

realizzato a Sàrmede in meno di 36 ore (ma consecutive) da GeenaForrest.
IlariaMozzi - illustratrice - Castello 2012-13 Perché un illustratore dovrebbe fareil corso "Progettare libri"? Di perché ne avrei 1.743. Ilprimo: è indiscutibilmente utile. A Progettare libri non si apprendesolo a “costruire” libri, a capire il funzionamento dell’editoriae a fare eleganti rilegature (che a Natale fanno comunque sempreun bel figurone!).
A "Progettare libri" si impara arisolvere problemi, a relazionarsi con gli altri,e soprattutto si impara a pensare. Uno sguardo più ampio, unapproccio al lavoro più completo, e inaspettate collaborazioni sono trai risultati più belli ottenuti da questo corso (… e non dimentico lamia fantastica stecca osso, da cui oramai sono dipendente!) L’“ondamagica” del corso io la sto vivendo ancora pienamente, adistanza di quasi due anni.
Per chi vuole costruirsi un percorsosolido nell’illustrazione e nell’editoria,o per chi semplicemente cerca stimoli e nuove strade peralimentare la propria creatività, a mio parere,Progettare libri è un corso insostituibile. Immancabile.

Qui Irene Rinaldi e Alessandrade Cristofaro con Dario, il mastro tipografo.
(Sàrmede2013)
Rossana Bossù - illustratrice - Sàrmede2013 Perché unillustratore dovrebbe fare il corso “Progettare libri”? La rispostaè racchiusa nel titolo stesso del corso. Il progetto di un libro sibasa sulle idee, legate a doppio filo al formato, alla rilegatura,alla carta con cui verrà realizzato. La prima cosa che Paolo ci hadetto durante il corso è stata:
Io ho imparato a pensare a unlibro come un progetto completo, non solo le illustrazioni ma tuttol’insieme. Un libro come uno spazio in cui muoversi, uno spazio daarredare con idee e immagini.
Partire dal formato e daltipo di rilegatura, che si tratti di una fanzine, di un leporello o diun albo illustrato, è il primo passo per farsi venire delleidee, il che non mi sembra poco!

Anche per illustrareun libro bisogna prendere delle decisioni e capire cosa è importantee cosa è superfluo. Per farlo è fondamentaleconoscere le regole e i vincoli, strutturali e commerciali,che sono alla base della produzione dell'oggetto libro e apprenderecome la rilegatura, il formato e la carta siano parte integrante delprocesso creativo e del linguaggio espressivo. Investire in questacompetenza è fondamentale nel percorso di crescita professionale diogni illustratore così come lo è la ricerca stilistica e la competenzatecnica.
Quindi, per tornare al nostro dilemma iniziale,perché il bambino/illustratore della zattera possa scegliere bene,oltre alla sua fantasia è necessario che abbia i giusti strumentiperdare a quell'assurda domanda una risposta che lasci tuttia bocca aperta.

nella versione CorsoPirulino.
Chiara Fedele -illustratrice e neo micro-editrice - Castello 2013-14 Ho voluto iscrivermi alcorso "Progettare libri" dopo aver visto tra le mani di una mia amicaillustratrice un piccolo quadratino di carta che improvvisamente siè aperto in una sorta di spirale, con pagine e che si voltavanoe rivoltavano e si srotolavano sotto i miei occhi, rivelando unanarrazione grafica, senza parole ma con un senso profondo.
Mi sono sempre considerata un illustratore-esecutore, non dicerto un autore. Perciò l'approccio che ho avuto, finoalla prima lezione era di ottenere più nozioni “tecniche” suquello che stava intorno al mio lavoro di esecutore. Mi sbagliavodi grosso.
I limiti tecnici impostida Paolo sono stati, con mia grande frustrazione, un intero universodi possibilità.
Di volta in volta i piccoli spazi o ilimiti di cuciture e tagli erano come enormi tele bianche dove poterscrivere quello che volevo, narrare come desideravo, si narrare,anche io mi sono data la possibilità di raccontare.
Inpiù il confronto con i compagni dimostrava ogni volta l'unicità diognuno di noi.
Devo dire che l'approccio al lavoro dopo ilcorso è cambiato radicalmente. La progettazione nasce ancoraprima di un testo o di una storia, e non si limita più alla tecnicadi un illustrazione.
Illustracicci, © Chiara Fedele
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Nicoletta Petruzza- illustratrice e artigiana - Sàrmede 2013 Due (di mille) cose che hoimparato a "Progettare Libri". La prima (e sta già nel titolodel corso) è che un libro si progetta, come un qualsiasi oggetto didesign, come qualunque cosa abbia necessità di assolvere a una funzione,di rispondere a un bisogno.
Perchè un'illustratore dovrebbefare un corso sulla progettazione del libro?? Per lo stesso motivo percui un architetto che sa disegnare ha bisogno di conoscere una mareadi nozioni tecniche per poter progettare una casa. Per lo stessomotivo per cui un coreografo non può fare una coreografia senzaconsiderare la dimensione del palco; un pasticcere non può fare unatorta alta 6 metri senza sapere dove e come verrà cotta. Unillustratore non può illustrare un libro se non sa come si famaterialmente un libro.
La cosa divertente è chetutti questi elementi, che costituiscono dei vincoli in fase progettuale,possono essere sfruttati a nostro vantaggio e diventare parte attivadel libro.
La seconda cosa che si impara è la coerenza. Unlibro è un oggetto, ha una sua materia, ha una sua struttura, ha unasua estetica. Che abbia un testo o meno, un libro è fatto per narrare,per raccontare qualcosa... e la narrazione per essere efficace deveessere coerente con la struttura del libro. Se la storia narrata hauno sviluppo "lineare", anche il libro dovrà seguire tale sviluppo. Sela storia ha un andamento "circolare" e riporta al punto di partenza,sarebbe bello che il libro la seguisse. Se la storia cambia registro,anche il libro può cambiare forma, colori, carta, può vestirsi etrasformarsi per essere ciò che vogliamo che sia. Durante il corsoPaolo ci ha mostrato infinite strutture-libro e ha cucito a manoanche "infinite" rilegature, per darci gli strumenti e gli stimolinecessari per guardare un libro con occhi nuovi.
Un libroè un'esperienza. È una porta che si apre versoun altro mondo. E deve essere pensato per il tipo di avventura che siandrà a vivere. Deve essere solido per resistere alle tempeste, deveessere lieve per volare, deve avere un filo per tornare.

Qui, Julia Racsko, Ilaria Proiettie Laura Campadelli alle prese con Komagata.
(Sàrmede2013)
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