La contentezza della forma

Il catalogo Topipittori, ormai a oltre 198 titoli, pare sia vivo. Vivo e vispo. Così vispo che vende un pochino di più delle novità. Per noi questo è motivo di orgoglio. Anche perché ogni nostro libro nasce da un investimento di energie, tempo e risorse sia da parte nostra sia degli autori così massiccio, che pensare di esaurire la portata di un libro alla prima tiratura sarebbe triste, oltre che antieconomico.

Spesso capita che i nostri lettori si lamentino. «Ma come? Questo libro è esaurito?!» «Ma non lo ripubblicate?» «E quando lo ripubblicate?» «Lo devo regalare a Tizio! Adesso come faccio?»«Volevo prenderlo per Sempronia e non lo trovo!» «È indispensabile per la biblioteca dei miei figli, della mia classe, della nostra associazione…» eccetera eccetera.
Naturalmente ci fa piacere sentire reclamare titoli che, in catalogo da 10 o 14 anni, mancano da un po’ di tempo sugli scaffali. Ma ristampare per un editore non è così scontato in un sistema in cui le novità la fanno da padrone. Noi abbiamo sempre ristampato i nostri best seller, ma oggi abbiamo dato il via a una stagione di ristampe anche di libri non proprio best, ma comunque amati e molto richiesti: un modo per valorizzare il lavoro fatto in questi quattrodici anni e di premiare la fedeltà dei lettori.
Fra l’altro, molti nostri libri hanno bisogno di tempo per affermarsi e così risultano vendere più dopo qualche anno rispetto a quando sono usciti. In questo modo, titoli che hanno fatto un po’ di fatica al loro esordio, magari non immediatamente compresi, oggi sono dei piccoli successi.

Ciò detto, siamo lieti di annunciare che alcuni titoli che mancavano da un po’ in libreria, nei prossimi mesi torneranno disponibili. Fra questi c’è Nove storie sull’amore (più una storia sulla felicità e un saluto).
Nove storie sull’amore è uscito nel 2011, nato da una collaborazione con la Fondazione Miroglio e Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra Onlus. Da questo libro nacque un altro bellissimo libro: 999 storie sull'amore, scritto dai bambini di Alba e dintorni a partire dal nostro, e finalizzato a una raccolta fondi. Trovate raccontati il progetto e l'evento, qui.

Quando progettammo Nove storie sull’amore, insieme all’illustratrice Ana Ventura e alla grafica Marina Del Cinque, pensammo, in accordo con Elisa Miroglio, che la sua forza sarebbe stata di essere autonomo dal progetto originario, un libro illustrato capace cioè di stare in tutte le librerie e di interessare un pubblico più ampio di quello per cui inizialmente era nato. Così è stato: Nove storie sull’amore ha incontrato il favore di pubblico e critica. Esaurito da qualche anno in libreria, ci è stato talmente chiesto e richiesto che abbiamo pensato fosse venuto il momento di riproporlo.
Rileggendo i racconti che scrissi per questo titolo sette anni fa, la prima impressione che ho è che siano nati da uno stato di contentezza. Sono testi che non si preoccupano affatto di impartire lezioni sull’amore, spiegare sentimenti positivi, dare istruzioni sulle emozioni buone, ma che nascono dalla felicità, in sé, di scrivere. Infatti la mia unica preoccupazione, al momento di scriverli fu usare la scrittura per arrivare a identificare con precisione le storie dei personaggi disegnati da Ana Ventura.

Il disegno è un modo di raccontare raffinato, preciso, misterioso. Chi scrive a partire dalle immagini, è come se facesse un esercizio di enigmistica. Deve soggiacere alla suggestione di ciò che vede, e nello stesso tempo coglierne la logica. L’euforia sta nel trovare la soluzione esatta. Ce n’è una, non mille possibili, proprio come in un’operazione matematica. La fantasia aiuta, ma non perché si debba inventare niente. C’è già tutto nell’immagine. La fantasia o, meglio, l'immaginazione, è un processore di dati ad altissima efficienza, aiuta a elaborare tutte le ipotesi e poi a scartare quelle non pertinenti: tutte meno una. Quella giusta. È come giocare a scacchi. Non si vince nulla, se non la contentezza di sentire che l’ultima mossa ha il suono esatto della tessera che va al posto giusto. Suprema contentezza di un ordine immaginato, sperimentato e infine realizzato. La contentezza della forma.