La magia del Teatro Regio

Lo sapete, il teatro ci piace molto, e i teatri pieni di bambini e ragazzi ci piacciono ancora di più. Da quest'anno, grazie a collaboratori impegnati in teatro nei modi più diversi, abbiamo avviato una serie di articoli su questo tema. Abbiamo parlato di compagnie, spettacoli, programmi di sala, teatri di diverse parti d'Italia. Oggi  con Susi Ricauda Aimonino, scenografa, che ringraziamo, entriamo in un teatro di grande prestigio, il Regio di Torino, che dedica grandi energie e risorse proprio al pubblico dei ragazzi.

[di Susi Ricauda Aimonino]

Per un bambino un teatro è un luogo misterioso, spesso sconosciuto. Molti bambini se non hanno la fortuna di essere accompagnati a teatro dai genitori o dalla scuola, entrano in un teatro solo in età adulta, sempre che ci entrino. Ed è un peccato, perché il teatro è uno dei fondamenti della nostra cultura. La storia delle idee, della filosofia, dell’arte e della letteratura è insieme al teatro che nasce, millenni fa, in Grecia.

Il Teatro Regio da piazza Castello.

La Sala Lirico, capienza 1600 posti.

Per questo, il teatro dove lavoro, il Regio di Torino, un teatro grande e importante, prevede un programma tutto dedicato alle scuole e ai ragazzi: per farli entrare a teatro, far scoprire loro la sua bellezza, la sua attualità, la sua importanza.

Il teatro è un luogo magico, ma davvero, non così per dire. Infatti quando vi si entra, e non solo per la prima volta, ecco che improvvisamente giorno e notte si mescolano e si confondono. Ovvero il tempo può fermarsi. In effetti in un teatro può essere giorno oppure notte, secondo quanto accade sul palcoscenico. Perché il palcoscenico è il suo cuore: il luogo dove tutto, davvero tutto, o nulla, può accadere.

È sul palcoscenico che accade ogni cosa, è verso il palcoscenico che converge il lavoro di tutti quelli che costruiscono, insieme, lo spettacolo, che sia musica, prosa, danza, mimo. E sono tanti i professionisti che concorrono alla realizzazione della grande macchina teatrale: registi, attori, cantanti, musicisti, solisti, direttori d’orchestra e di scena, burattinai, scenografi, truccatori, costumisti, sarti, trovarobe, aiuti di scena, attrezzisti, macchinisti, elettricisti, tecnici delle luci e via discorrendo.

Il Barbiere di Siviglia con pubblico di ragazzi.

Favola di Natale, spettacolo in Sala del Piccolo Regio (384 posti).

La mia mansione, al Teatro Regio, è all'interno della Direzione Allestimenti. Dopo le superiori ho frequentato l’Accademia di Belle Arti. È stato lì che ho scoperto la Scenografia e il mondo del teatro, e mi ci sono così appassionata da decidere di farne la mia professione. Al termine del mio percorso di studi ho iniziato a lavorare qui, al Teatro Regio di Torino, la casa dell’opera lirica.

Forse un bambino o un ragazzo possono considerare noioso assistere a uno spettacolo di lirica. In realtà io credo che sia solo un pregiudizio causato dal non conoscere ciò di cui si parla. Perché se si sceglie l’opera giusta, non si può rimanere indifferenti alla ricchezza che questo tipo di rappresentazione offre. Perché un’opera è davvero la forma di spettacolo più completa in assoluto; in essa interagiscono musica, parole, canto, recitazione, regia, costumi, scenografia, luci, attrezzeria...

Durante il montaggio di Manon.

Ma torniamo al palcoscenico. Vi è mai capitato di salirci sopra? Se sì, vi sarete accorti della grande complessità di questo luogo, che pare semplice, quando si è seduti in platea, da spettatori, ma appena si guarda da un altro punto di vista, appare sotto una luce molto diversa. Il palcoscenico infatti è uno spazio che solo grazie a un gioco raffinatissimo di quinte, cieli, fondali ecc. si trasforma in spazio scenico, ovvero lo spazio in cui la finzione dello spettacolo può prendere corpo e diventare reale.

Nello spazio scenico tutti gli elementi prima citati si fondono per diventare una cosa sola. Chi mette in moto lo spazio scenico sono le figure professionali appena citate: gli attori, i cantanti, i mimi, i ballerini insieme a tutte le maestranze che mettono in scena la storia che si racconta quando si apre il sipario.

Pinocchio, regia di Luca Valentino, scenografia di Claudio Cinelli.

Durante le prove di Pinocchio.

Bozzetto dello scenografo Claudio Cinelli per Pinocchio.

Ma facciamo un passo indietro. Come dicevo, io lavoro al Teatro Regio che si trova a Torino. Vi consiglio di visitarlo, prima o poi. Quando riceviamo i bambini, per la loro prima visita, ogni cosa viene spiegata. Per esempio si fa notare il bellissimo cancello che si deve superare per entrare nel foyer, ovvero il grande ingresso del teatro. Da qui i piccoli spettatori accedono alla sala, per poi prendere posto, magari accompagnati dalla maschera, quella persona gentile che aiuta gli spettatori a orientarsi, se ne hanno bisogno.

Odissea musicale, la cancellata bronzea del Teatro Regio, scultura di Umberto Mastroianni.

Il foyer del Regio.



Una volta seduti, gli spettatori si trovano davanti a un bel sipario in velluto rosso, ancora chiuso, che nasconde il palcoscenico e le sorprese che riserverà. Anche a sipario chiuso, l’atmosfera del teatro è pervasa di magia, creata dall’ambiente unico: le poltroncine in velluto rosso, l’enorme lampadario chiamato fiabescamente Nuvola, l’affascinante curva creata dall’ordine dei palchi e un inusuale colore viola! Questo colore non lo si trova in altri teatri perché nel teatro italiano il viola si pensa porti sfortuna.

Timpani e percussioni.

Ma come si allestisce uno spettacolo? si chiedono a questo punto i ragazzi, che sono spettatori molto curiosi. Per spiegarlo, è necessario scendere in dettagli tecnici.

Se cercate online, Wikipedia vi risponde, per esempio, che “La scenografia, come arte, consiste nell’ideazione di elementi scenici in uno spettacolo cinematografico, televisivo o teatrale, a differenza della scenotecnica che si occupa sostanzialmente della tecnica della scenografia in quanto realizzazione della scena.”

In attrezzeria.

Disegno di scenografia per i laboratori.

Può sembrare molto complicato, ma al Teatro Regio per capire come funziona uno spettacolo tutto diventa più semplice perché, come dicevo, si possono seguire laboratori e visite guidate tenuti da ragazzi preparati a raccontare ogni segreto del luogo. Infatti l’attività didattica al Teatro Regio è cresciuta fortemente nell’ultimo ventennio e porta in teatro decine di migliaia di bambini e di ragazzi ogni anno. Le scuole coinvolte sono di ogni livello; si va da bambini di tre anni (non è mai troppo presto per varcare la soglia di un teatro!) fino agli universitari; dai neonati agli studenti di master.

I laboratori proposti, interessano i vari aspetti dello spettacolo lirico: gli insegnanti possono scegliere quello che interessa più la loro classe e iscrivere gli studenti.

Il Carnevale degli animali, spettacolo in Sala del Piccolo Regio.

Proposta di scenografia per Il carnevale degli animali.

Fra le altre cose, si può visitare l’officina dove vengono realizzati gli elementi che andranno a comporsi in palcoscenico. Questo luogo è il Laboratorio di Scenografia, composto da due spazi: in uno, si costruisce; nell’altro, si decora. In quest’ultimo si può scoprire cos’è, per esempio, la cucina colore: a disposizione ci sono tantissimi pigmenti in polvere colorata e gli studenti hanno la possibilità di provare a dipingere su tela con la tecnica e gli strumenti degli scenografi.

Oppure si può decidere di dedicare la visita a scoprire come funziona il palcoscenico, o la sartoria piena di costumi o anche assistere a una prova dello spettacolo che si sta preparando.

Scena per Lo schiaccianoci.

Durante il montaggio di Lo Schiaccianoci.

I pupazzi che impersonano gli architetti del regio: Benedetto Alfieri e Carlo Mollino.

A disposizione dei visitatori più piccoli ci sono, volendo, due guide d’eccezione! Benedetto Alfieri, architetto settecentesco, e Carlo Mollino, progettista dell’attuale edificio. Naturalmente non ci sono loro in persona: a dar loro voce e corpo sono due pupazzi che, animati da una bravissima guida, svelano i misteri passati e presenti del Teatro Regio.

Se poi ci fossero studenti e insegnanti particolarmente animati da spirito artistico, l’offerta del teatro comprende anche il programma Opera…ndo ovvero laboratori di canto, recitazione, musica strumentale, danza, scenografia e scrittura creativa.

La graticcia, parte che sovrasta il palcoscenico su cui si muovono i macchinisti, si trova a un'altezza di 28 metri dal palco.

L'Orfeo visto dall'alto.

In direzione di scena.

Il teatro si sviluppa per 4 piani sotterranei. I corridoi collegano diverse zone: camerini, sartoria, sale prova, sala regia...

Un laboratorio tutto dedicato al canto è Cantiamo l’opera che dà ai ragazzi delle classi anche la possibilità di esibirsi in uno spettacolo vero e proprio.

In alternativa, per i tipi curiosi che hanno voglia di imparare sempre di più, ci sono speciali percorsi. Uno di questi prevede un confronto tra il cinema e il teatro musicale, ed è realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema: un’altra ottima istituzione culturale che abbiamo la fortuna di avere qui a Torino, il cui scopo è far conoscere ai visitatori la storia del cinema, compreso quello di animazione. Questo museo si sviluppa su più piani, all’interno della Mole Antonelliana, celebre e bellissimo edificio che è il simbolo della città.

La Mole Antonelliana vista dalla torre di scena.

Ma non è finita perché le collaborazioni del Regio sono tantissime. Le elenco qui sotto, perché possono essere utili e credo valga la pena di conoscerle:

- Fondazione Tancredi di Barolo - Museo della Scuola e del Libro per l’infanzia.

- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e con il Museo di Antichità - Polo Reale di Torino.

- Fondazione Teatro Stabile di Torino.

- Galleria Sabauda - Polo Reale di Torino.

- Fondazione Torino Musei - Palazzo Madama/Museo Civico d’Arte Antica.

- Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.

- Fondazione Accorsi-Ometto – Museo di Arti Decorative.

- Fondazione Torino Musei – MAO/Museo d’Arte Orientale.

- La Venaria Reale.

Durante le prove del Lago dei cigni.

Insomma, io credo davvero che il Teatro Regio sia un luogo molto adatto a bambini e ragazzi, capace di aprire loro nuovi orizzonti. Di certo è un luogo dove non ci si annoia mai, uno spazio unico dove ci si può imbattere in costumi e scene, orchestrali che provano i loro strumenti, ballerini che ripassano passi di danza, cantanti che allenano la voce. E persino il fantasma di una donna vestita di bianco, come qualcuno giura di aver visto, aggirandosi per i corridoi sotterranei…

Naturalmente oltre alla scuola al Teatro Regio sono benvenute le famiglie: anche per loro esiste un programma dedicato. Perciò tutti i genitori sono invitati ad accompagnare qui i loro figli per cantare, disegnare, visitare il teatro insieme a loro, e insieme a loro imparare un sacco di cose. Vi aspetto!

Una piccola spettatrice.

Dietro le quinte de Lo schiaccianoci.