L'umorismo e i bambini

Il lavoro che stanno facendo le librerie specializzate per divulgare sul territorio italiano la conoscenza dei buoni libri per bambini e ragazzi non ha davvero prezzo. Ma non è questa il loro unico merito. Per esempio, sono proprio loro, i librai, che spesso sono in grado di leggere e riflettere su temi importanti che riguardano questi libri - come questo, i bambini e l'umorismo -, mostrando grande finezza di lettura. Insomma, il loro sguardo critico è prezioso, e lo è tanto più in un Paese come il nostro in cui anche fra fasce colte di lettori, la letteratura per ragazzi continua a essere una grande sconosciuta, sulla quale si continuano a dire tante inesattezze e a prendere grandi cantonate. Perciò, evviva i librai. Evviva Antonella Giuliano (e il suo modo di raccontare la poetica di Sergio Ruzzier). E naturalmente viva anche la Libreria Testolinee che è a Manduria e che Antonella gestisce insieme a Giuseppe.

[di Antonella Giuliano]

In libreria incontro tanti bambini e cerco sempre di riservare loro sguardi avveduti e autentici evitando l' affettazione e l' accondiscendenza che il più delle volte gli adulti amano esibire. 

Nonostante rifugga dal considerare i bambini una categoria uniforme con le medesime caratteristiche e mi guardi da fuorvianti e semplicistiche generalizzazioni, inizio a interrogarmi su alcuni atteggiamenti, modi di comportarsi, di relazionarsi, di agire che non si possono considerare come particolari attitudini di un singolo individuo ma che sembrano riguardare più bambini dei gruppi di scolaresche in visita o dei gruppi di lettura con i quali interagisco.

Illustrazioni di Maru Shepard per Mary Poppins di Pamela Lyndon Travers.

Noto ad esempio che durante le letture ad alta voce è necessario che mi soffermi sull'ironia di alcune frasi e di alcune situazioni: i bambini mostrano spesso difficoltà a cogliere l'umorismo con cui l'autore ha scelto di narrare; se ignorata, quell'ironia scivolerebbe via insieme alle parole ascoltate senza che ne venga colto il sottile significato e con essa si rischierebbe di perdere il senso stesso della storia. Leggere P.L.Travers senza coglierne l'ironia british, farebbe apparire Mary Poppins pressappoco come una tata alquanto rigida, antipatica e per di più vanitosa. Così come i libri di Milne risulterebbero per lo meno senza senso se non si accompagnassero col sorriso gli strampalati pensieri di Winnie The Pooh.   

Mi chiedo cosa porti i bambini a diventare abili recettori dell'humour. E quindi quale sia il rapporto tra umorismo, infanzia, educazione e letteratura.

Illustrazioni di Ernest H. Shepard per Winnie The Pooh, di A. A. Milne.

Possedere il peculiare senso umano dell’umorismo implica la capacità di cogliere il lato farsesco della realtà. 
Non si tratta soltanto di saper far ridere gli altri raccontando divertenti barzellette: si può avere uno spiccato senso dell’umorismo senza necessariamente possedere doti da cabarettista d'avanspettacolo.
 Saper esercitare uno sguardo ironico sulle situazioni più disparate riconoscendo gli aspetti buffi della vita in ogni suo frangente non è soltanto un’abilità per divertirsi in compagnia degli amici e partecipare agli aspetti giocosi del vivere. Per ridere ad una battuta di spirito è indispensabile afferrare l’incongruità che crea lo scarto tra l’atteso e l’inatteso. 
Un senso dell'humour affinato implica sottili abilità cognitive come saper guardare le cose da prospettive diverse e non solo da quelle ovvie o convenzionali. È un modo creativo e intelligente di decodificare e interpretare la realtà andando oltre la superficie evidenziandone gli aspetti bizzarri e insoliti.
 È un'abilità che si affina indubbiamente con lo sviluppo socio-cognitivo e con l’ esperienze vissute: con il passare degli anni i bambini sono in grado di intuire l’arguzia o la comicità quando le incontrano dentro e fuori la finzione narrativa. Tuttavia penso che necessiti di costanti e mirate cure quotidiane.
Tale preziosa competenza che raggiunge la sua massima espressione nella capacità di autoironia che consente di ridere di se stessi non prendendosi troppo sul serio, si può e si deve coltivare fin da subito.


I modi e gli strumenti possono essere tanti: frequentare la buona letteratura fin dalla tenera età aiuta certamente i bambini a sviluppare il senso dell’umorismo giacché le buone storie contengono sempre sguardi ironici sulla realtà che aprono a percorsi interpretativi poco battuti, inediti e anticonvenzionali. 
In Fox+Chick. La Festa e altre storie di Sergio Ruzzier, da poco pubblicato da Topipittori, una sottile ironia è il filo che lega le avventure di due amici. 
Essi vivono in un inconfondibile mondo onirico e senza tempo in cui colline e cieli tinteggiati soavemente di colori pastello fanno da contraltare a strambi personaggi e buffe creature vegetali. Ruzzier, per i suoi diversi libri, crea un universo omogeneo in cui far agire i multiformi personaggi che, pur dotati di una personalità specifica, abitano lo stesso tenero e bizzarro panorama esistenziale. Sembra plausibile per il lettore  che dietro le medesime collinette di Fox + Chick si possa incrociare Leo, il postino gentile che finalmente riceve la sua prima lettera proprio dal suo amico Cip  o il rosato anatroccolo alle prese con uno “stupido libro” senza le figure a cui tenta di dare forma.

Nella cronaca delle vite di Fox e Chick la stramberia fa breccia nell'ordinario, la singolarità nella norma: Fox ama leggere, dipinge en plein air e mangia zuppe preparate con le verdure del suo orto; Chick è un tipo vivace che parla troppo, non sa stare mai fermo, mangia patatine e adora il sollazzo svagato.
Le brillanti storie a fumetti di Ruzzier suscitano nel lettore la vaporosa ilarità che scaturisce dalle minute incongruenze di ogni abituale esistenza che così diventa multiforme, a volte astrusa comunque duttile.

Sergio Ruzzier, Una lettera per Leo, Topipittori, 2015.

L'autore milanese che opera da tempo negli Stati Uniti e che la casa editrice Topipittori pubblica nel nostro paese, sa far convivere nella stessa pagina tenerezza e comicità disseminando di succosi particolari tutti da gustare le sue raffinatissime tavole a pennino, china e acquerelli. 
Fox+Chick sembra una lettura perfetta per i bambini che hanno appena iniziato a leggere: in una forma editoriale curatissima che valorizza la bellezza delle tavole ruzzieriane essi potranno compiacersi  di fumetti ariosi e caratteri di grandi dimensioni e di vicende che saranno all'altezza della loro sottigliezza di pensiero, esercitandoli a riflettere sugli inevitabili risvolti tragicomici di certe relazioni sociali consolidate in cui si litiga per niente, si misurano le parole come fossero oro, si condivide il bello e il brutto di sé, si spera sempre inutilmente di poter avere più tempo e spazio per stare da soli e tutto comunque si può concludere con un piatto di zuppa condiviso a cena.

Sergio Ruzzier, Stupido libro!, Topipittori, 2016.

Assortire la biblioteca dei bambini di una gran varietà di letture spiritose e intelligenti gli consente di misurarsi con un ricco repertorio di casistica umana affinando col tempo la capacità di scrutare oltre il parziale e definito orticello delle proprie convinzioni che non può e non deve esaurire l'interpretazione della complessità del reale.