Nel 2019 è uscita, in Cina, un’edizione completa e collettanea della Piccola Pinacoteca Portatile, nota come PiPPo. Si tratta di un grande progetto di divulgazione dell’arte inaugurato dalla casa editrice Ronshin. È stata una grande sorpresa questa edizione, fra l’altro realizzata con una cura grafica e una attenzione redazionale sorprendenti. La cultura visiva di cui i volumi della PiPPo raccontano è prevalentemente occidentale, dunque che un Paese asiatico abbia riconosciuto in questi volumi uno strumento adeguato a far conoscere al pubblico cinese l’arte europea e italiana è stato per noi un grande onore. Abbiamo rivolto alcune domande sul motivo di questa scelta alla casa editrice. Queste sono state le risposte.
Ci raccontereste qualcosa a proposito di Ronshin: la vostra storia, il presente e come definireste la casa editrice?
Ronshin Group è stata fondata nel 2006 con l’idea di portare ai bambini cinesi i tesori nascosti e le novità provenienti da altre parti del mondo. In questi anni, ci siamo specializzati nei libri didattici per bambini e ragazzi da 0 a 14 anni. La nostra squadra è particolarmente attenta a preservare e promuovere il marchio editoriale e a mantenere alta la qualità delle nostre pubblicazioni. In Cina, Ronshin è considerata all’avanguardia nel campo della letteratura per l’infanzia e ha ricevuto numerosi premi. Ci impegniamo per continuare a essere all’altezza delle aspettative.
I volumi della Piccola Pinacoteca Portatile, PiPPo che avete tradotto in cinese fanno parte di un nuovo progetto sulla divulgazione oppure s’inseriscono in una collana già esistente di didattica dell’arte? In questo caso, di quali libri si compone la collana?
Abbiamo già pubblicato molti libri di divulgazione prima dei PiPPo, ma non abbiamo una collana specificamente dedicata all’arte. Ci sembrava che questo fosse un buon modo per iniziare.
La vostra scelta di raccogliere tutti i volumi in un cofanetto è interessante, colpisce sia dal punto di vista estetico che progettuale. Questi libri sono stati pubblicati nel corso degli anni, con un approccio molto diverso l’uno dall’altro. Eppure, guardandoli tutti insieme, il filo comune, qualcosa che potremmo definire una comune sensibilità artistica oltre all’impianto di collana, è evidente. Com’è nata questa idea? L’intenzione è di guidare il lettore, sottolineare l’aspetto didattico dei libri oppure altro?
In parte, raccogliere tutti i volumi in un’unica serie soddisfa meglio la domanda del mercato cinese. Per via degli sconti richiesti dalla rete distributiva, un cofanetto con tutti i volumi può avere un costo – e quindi un prezzo – inferiore rispetto al libro venduto singolarmente. Pensiamo che andare incontro alle possibilità economiche dei nostri lettori sia importante per garantire un più ampio accesso ai contenuti e alla conoscenza.
Il cofanetto Art courses for Children che raccoglie i volumi della collana PiPPo tradotti per la Cina (Ronshin, 2019).
I volumi possono essere acquistati separatamente o solo in serie?
Preferiamo che il lettore acquisti la serie intera in modo da avere una visione globale di collana. Dopo aver pubblicato i primi 16 volumi, abbiamo acquistato i diritti anche di Nero e Verde e pensiamo di riorganizzare i 18 titoli in 3 cofanetti da 6 volumi l’uno: questi avranno un prezzo più basso e il lettore avrà una maggiore libertà di scelta.
I libri vengono utilizzati anche dentro le scuole?
Non ancora. La scuola non è un canale a cui si accede facilmente ma, con i PiPPo speriamo di riuscirci.
Avete qualche progetto didattico in cantiere?
Sì, facciamo molte attività a carattere didattico. Alcuni dei nostri collaboratori hanno una formazione specifica e si occupano di divulgare contenuti ai bambini tramite dei laboratori in cui l’apprendimento si mescola al gioco in modo dinamico.
Sarebbe interessante avere qualche informazione sull’approccio, o gli approcci, all’insegnamento della storia dell’arte in Cina.
L’insegnamento della storia dell’arte in Cina è abbastanza arretrato. Le scuole raramente organizzano visite a gallerie e musei. Gli insegnanti in classe si concentrano prevalentemente sulla sperimentazione dei metodi e delle tecniche pittoriche, e gli studenti si limitano a eseguire. Non c’è molto spazio per la riflessione, anche se nelle scuole specializzate si possono trovare approcci più stimolanti.
I titoli PiPPo nella loro veste cinese (Ronshin, 2019).
La maggior parte di questi libri si concentra sulla storia dell’arte vista da una prospettiva occidentale, cosa che potrebbe far supporre un interesse minore da parte del mercato asiatico. La vostra operazione – e i primi riscontri dei vostri lettori – lo smentiscono. Come ve lo spiegate?
L’arte riesce a comunicare al di là dei confini, delle lingue e delle età. E proprio perché siamo in Oriente e abbiamo scarso accesso all’arte occidentale (opere d’arte originali, mostre, eccetera), abbiamo bisogno di conoscere di più.
Avete trovato particolari difficoltà nella traduzione? I libri sono stati tradotti da un unico traduttore?
Per fortuna non abbiamo avuto problemi particolari. Abbiamo affidato tutto il lavoro a una specialista di italianistica che ha vissuto molti anni in Italia e oggi sta facendo un dottorato a Cambridge.