Settima intervista del ciclo dedicato alle Case dei Topi, condotto da Beatrice Bosio. È a Maria Romana Tetamo della libreria Dudi di Palermo. Qui trovate le altre interviste alle Case dei Topi: Spazio Libri La Cornice, di Cantù; La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago; La Pazienza Arti e Libri, di Ferrara; Testolinee Libreria dei Ragazzi, di Manduria; Aribac, di Milano; 365 storie di Matera.
[di Beatrice Bosio]
1. Ci presenti la tua libreria?
Dudi Libreria per bambinə e ragazzə si trova a Palermo, in centro città. È nata nel 2013 da una mia idea e oggi lavora insieme a me Alessia Ciriminna. La libreria offre un’ampia selezione di albi illustrati delle principali case editrici italiane indipendenti e non, narrativa per ragazzi e ragazze, saggi sulla letteratura per l’infanzia.
2. Da dove arriva il nome “Dudi”?
La storia legata alla scelta di questo nome è dolce e divertente. Quando decisi di aprire la libreria, avevo tutto molto chiaro in testa, fuorché il nome da darle. Ne parlai con il mio migliore amico, a cui mostrai anche il logo che avevo disegnato. Allora lui, con estrema naturalezza, mi disse che si sarebbe dovuta chiamare come me: “Dudi”, infatti, è il nomignolo con cui si rivolge a me da tanti anni.
3. Per quanto riguarda il contesto territoriale, oltre a essere in centro, in che tipo di quartiere si trova esattamente Dudi (residenziale, turistico, eccetera)? Questo come si traduce in termini di clientela? Cosa ti lega a Palermo e cosa significa essere una libreria indipendente in una regione meridionale, e per di più insulare?
La libreria si trova in una zona residenziale con molti negozi e botteghe, quindi la nostra clientela è principalmente borghese. Al contempo, però, Dudi ha sempre voluto essere presente anche in quei quartieri di Palermo – e sono tanti – senza una biblioteca né una libreria di riferimento. L’ha fatto nel corso del tempo partecipando a numerosi progetti insieme a realtà associative molto attive presenti in città, e contribuendo così a realizzare occasioni di incontro con i libri e di promozione alla lettura attraverso laboratori, presentazioni da parte di autori e autrici, illustratori e illustratrici, progetti con le scuole. In molti istituti abbiamo favorito l’apertura di biblioteche scolastiche e presidi di lettura, portando i libri laddove di fatto non c’erano.
Dopo dieci anni di lavoro, Dudi vanta oggi una fitta e salda rete di rapporti con biblioteche, associazioni e festival culturali a Palermo per l’organizzazione e la realizzazione di eventi gratuiti aperti a tutta la cittadinanza e alle scuole.
Essere indipendente per Dudi è stata un’esigenza abbastanza naturale, a prescindere dalla città e dalla regione che la ospita. L’identità della libreria è andata costruendosi giorno per giorno proprio attraverso scelte ed esperienze libere, in grado di esprimere una visione profonda e puntuale di infanzia e del mondo in generale.
Essere indipendente è stata la chiave che ha permesso a Dudi di muoversi liberamente nelle progettazioni e relazioni con le realtà del territorio, affermandosi come importante luogo di aggregazione e di impegno sociale e politico.
4. Puoi nominarci alcune associazioni con le quali Dudi ha collaborato molto in questi anni? E quali progetti sono stati particolarmente significativi per la libreria e più in generale per la città?
Fra le tante non posso non citare, in primis, l’associazione Laboratorio Zen Insieme, con cui abbiamo realizzato numerosi progetti inerenti la lettura grazie ai bandi del Cepell. Il più importante è stato la realizzazione di Zen Book Festival, legato alla presenza della biblioteca GIUFÀ dell’associazione allo ZEN 2 di Palermo, quartiere noto da tempo per le sue condizioni di povertà educativa e criminalità. Giunto quest’anno alla sua quinta edizione, il Festival ha lo scopo di portare i libri e la lettura in un quartiere cosiddetto a rischio e di accorciare le distanze tra quest’ultimo e il resto della città, da cui è lontanissimo simbolicamente.
Altre associazioni con cui collaboriamo spesso sono, per esempio, Booq biblioffincina di quartiere, che si trova alla Kalsa, e Onlus, che opera a Ballaró e al Borgo vecchio.
5. Puoi raccontarci di più sui festival culturali che organizzate o a cui partecipate?
Il principale è Una Marina di Libri, alla sua quindicesima edizione quest’anno, un festival del libro e dell’editoria indipendente per il quale Dudi gestisce la parte di letteratura per l’infanzia. Un altro festival a cui teniamo molto, e a cui ti accennavo prima, è Zen Book Festival. Poi ci sono il Festival delle Letterature Migranti, per il quale Dudi si occupa della programmazione per le scuole; il Festival del Teatro Bastardo dedicato al teatro di ricerca e ai linguaggi ibridi, per il quale Dudi realizza letture ad alta voce e performance teatrali a partire da albi illustrati; l'Efebo d'oro, che nasce dal premio letterario omonimo e che ha al centro opere cinematografiche tratte da testi letterari. Infine c'è il Pride, appuntamento importante in città e in occasione del quale la libreria propone laboratori e incontri per adulti su temi quali i diritti, il rispetto e la comunicazione di messaggi liberi da stereotipi e violenza di genere.
6. Come descriveresti la visione d'infanzia e del mondo sottesa alle scelte ed esperienze che giorno per giorno definiscono la precisa identità di Dudi?
La nostra visione è quella di un mondo in cui l'infanzia non venga concepita come qualcosa di tenero e delicato da proteggere, ma in cui tutti i bambini e le bambine siano considerati alla pari seppur distinti, degni di proposte e messaggi personalizzati. Lavoriamo quotidianamente affinché si riconosca la peculiarità di ciascuno, affinché personalità e valori vengano rispettati.
7. L’indipendenza della libreria si traduce, prima di tutto, in libertà: libertà di scegliere, di muoversi, di progettare. Nel corso di questi oltre dieci anni, quali grosse libertà ti sei presa che in un contesto diverso da Dudi difficilmente ti sarebbero state concesse?
L’importante per me è sempre stato riuscire a veicolare una serie di valori che reputo fondamentali e l’ho fatto proprio attraverso la selezione di libri proposti da Dudi: ogni titolo a scaffale è stato liberamente e accuratamente scelto da me, senza paura di andare controtendenza. Ci sono titoli strani, poco comuni, coraggiosi, non convenzionali. Anche per quanto riguarda le attività culturali e sociali sul territorio a cui partecipare e le campagne a cui aderire ho sempre scelto personalmente, in totale libertà, senza fini diversi da quelli valoriali.
8. A proposito della scelta di libri, come ti orienti nel vasto mare di pubblicazioni che è l’attuale mercato editoriale? Oltre a seguire i tuoi gusti, ti affidi ad agenti editoriali e di distribuzione?
Generalmente mi affido a loro, tranne nel caso dei piccoli editori, con i quali mi interfaccio direttamente. Fortunatamente riusciamo ad avere un rapporto di scambio e dialogo aperto con tutti gli editori che stimiamo e di cui seguiamo con particolare attenzione e interesse i progetti e le iniziative.
9. Guardi anche al panorama editoriale estero?
Certamente, soprattutto per quanto riguarda l’illustrazione. Al momento all’estero, però, abbiamo solo un contatto: Penguin Books che ci fornisce i libri in lingua inglese.
10. Immagino non sia facile scegliere, ma quali illustratori o illustratrici diresti essere i tuoi preferiti? C’è qualche nome interessante nel panorama più strettamente siculo?
La mia illustratrice del cuore è sicuramente Mara Cerri, di cui amo molto il tratto e lo stile quasi cinematografico. Guardo con estremo interesse anche al lavoro di Giovanni Colaneri. Tra gli illustratori siciliani non posso non nominare Lucia Scuderi.
11. A grandi linee, come organizzi e disponi i libri negli spazi della libreria?
Gli albi illustrati sono disposti sugli scaffali di piatto, con la copertina ben in vista, e la suddivisione è generalmente per fasce d’età.
Abbiamo un settore dedicato alla narrativa e ai cartonati per i più piccoli e le più piccole, e uno di divulgazione scientifica e saggistica, rivolto principalmente agli adulti che, per lavoro o altro, sono a stretto contatto con l'infanzia. Da quando Dudi è diventata una Casa dei Topi, abbiamo anche una sezione apposta per il catalogo Topipittori.
12. Entrando ancor più nel dettaglio della vostra offerta di libri, saresti in grado di dirmi quali titoli avete venduto di più dal 2013 a oggi? E cosa raccontano di Dudi e di chi la frequenta?
Tra i più venduti ci sono sicuramente I cinque Malfatti di Beatrice Alemagna (Topipittori) e la serie di Dory Fantasmagorica di Abby Hanlon (Terre di Mezzo), due titoli che ben rispecchiano lo spirito di Dudi. Il primo, perché è una storia trasversale, che può essere letta a bambini e adulti sortendo lo stesso effetto: grasse risate, tanta curiosità e un impagabile senso di libertà.
Il secondo, perché racconta le avventure di Dory, una bambina dotata di una fantasia così fervida da condizionare la realtà spesso in maniera davvero esilarante. Entrambi i libri presentano dei personaggi unici nel loro genere, ai quali è impossibile non affezionarsi, perché ognuno ci trova un pezzetto di sé.
13. Qual è il libro più venduto della sezione adulti, invece?
Senza dubbio il saggio A scuola con gli albi di Antonella Capetti per la collana ‘I Topi saggi’ di Topipittori.
14. A proposito del catalogo Topipittori, che è biglietto da visita delle librerie appartenenti alla rete delle Case dei Topi, ci sono dei libri ai quali sei particolarmente affezionata? E perché?
Tra gli albi illustrati direi il già citato I cinque Malfatti di Beatrice Alemagna; M come il mare di Joanna Concejo, che parla di profonda trasformazione e ricerca del sé e ha illustrazioni dentro le quali potrei perdermi; La cosa nera di Kiyo Tanaka, che rivela l’importanza e la bellezza di riconoscere e abbracciare ciò che ci portiamo dentro, comprese le ombre più recondite.
Amo particolarmente la collana ‘Gli anni in tasca graphic’, nei cui volumi ritrovo pezzetti della mia infanzia, ricordando anche cose che mi sembravano perdute: Bacio a cinque di Giulia Sagramola e Capriole di Marina Girardi sono in assoluto i miei preferiti. Nella collana di narrativa ‘Gli anni in tasca’, invece, sono molto affezionata a Io sono il cielo che nevica azzurro di Giusi Quarenghi, le sue parole sono un misto di nostalgia, scoperta e cura.
15. Finora abbiamo parlato di libri, ma il volto di Dudi è duplice: oltre a essere libreria è bottega, infatti offre una selezione altrettanto attenta e curata di giochi. Fin dall'apertura del negozio è stato così? Sei sempre tu a occuparti della scelta di questi articoli? Perché hai pensato di proporre anche giochi in una libreria?
La scelta di vendere giochi si è rivelata necessaria per la sopravvivenza della libreria: li abbiamo introdotti, insieme ad articoli di cartoleria, a partire dal secondo anno. Ovviamente abbiamo cercato di selezionare oggetti rispondenti a una determinata estetica, un buon esempio sono quelli del marchio Moulin Roty. Vendere giochi, specialmente quelli rivolti alla fascia 0-6 anni, ci garantisce un margine di guadagno più consistente rispetto a quello che ricaveremmo con la sola vendita di libri: senza giochi dubito fortemente che ce la potremmo fare.
In ogni caso, a oggi la presenza di libri in negozio è preponderante.
16. Alle libraie precedentemente intervistate ho chiesto quali aggettivi, oltre a “indipendente”, potessero descrivere le loro librerie. Sul sito tu definisci Dudi “familiare” e “accessibile”: cosa intendi precisamente?
Dudi è familiare perché questa è la sensazione che vogliamo dare a chiunque entri; è accessibile a tutti e tutte senza discriminazioni, è un luogo dove poter stare a proprio agio, aperto anche a chi non deve o non vuole acquistare un libro. Ci piace lasciare che la gente, soprattutto chi ancora non ci conosce, resti a guardare e sfogliare indisturbata, prendendosi il proprio tempo. In libreria ci sono anche tavoli e sgabelli per accomodarsi e sostare, senza fretta.
17. Cosa ritieni imprescindibile in un buon rapporto con i clienti, dai più fedeli e affezionati a quelli nuovi, occasionali o solo di passaggio?
L’educazione e l’accoglienza sono due cose che ritengo molto importanti e non scontate per far sentire a proprio agio tutti i clienti. Bisogna anche saper coltivare e curare le relazioni, soprattutto quelle con le famiglie che tornano in libreria e con gli insegnanti e i professori con cui si possono realizzare validi progetti.
A tal scopo, abbiamo un programma mensile di attività (letture e laboratori) dedicato a diverse fasce d’età e organizziamo incontri di formazione per insegnanti ed educatori.
18. Oltre a collaborare con associazioni territoriali, avete rapporti speciali con altre librerie e colleghi più strettamente del settore? Non posso non pensare al fatto che al momento in Sicilia ci siano solo due Case dei Topi, Dudi e L'Incanta Storie a Barcellona Pozzo di Gotto: vi supportate a vicenda?
Una cosa di cui andiamo molto fiere è sicuramente la nostra capacità di stringere relazioni e lo facciamo all’interno del territorio palermitano, ma anche fuori dalla nostra città. Da qualche anno collaboriamo spesso con la parte orientale dell'isola attraverso i progetti del Cepell, la cui forza sta proprio nel creare reti e sinergie destinate a durare e consolidarsi nel tempo, e non a concludersi al termine fissato delle singole iniziative. Questi progetti sono quindi fucina di legami utili per il futuro.
Con la libreria L' Incanta Storie abbiamo condiviso negli ultimi anni tante esperienze di questo genere, arrivando a stringere una vera e propria amicizia. Ora uniamo spesso le nostre forze per progettare mostre ed eventi che attirino sull’isola autori, illustratori, altri esperti e tanti visitatori.
19. Che ruolo attribuite alla comunicazione per un buon andamento della libreria? E come si articola la vostra presenza in rete (quali canali usate e per quali scopi)?
La comunicazione online è senza dubbio un nostro punto di forza, specialmente quella sui social. Siamo presenti sia su Facebook che Instagram, ma con fini diversi. Sul primo, che conta quasi quindicimila utenti, segnaliamo le novità in libreria, tutti gli appuntamenti da Dudi o fuori, aperture e chiusure straordinarie e rispondiamo a dubbi e richieste di informazioni da parte dei clienti. Su Instagram, dove siamo attive in maniera continuativa solo da qualche anno, usiamo le storie per condividere le iniziative più importanti che proponiamo o ci riguardano e riserviamo i post sul feed a recensioni di libri e nuove uscite editoriali. Entrambi i canali possono essere strumenti utili per fare attivismo: ci permettono di veicolare messaggi e manifestare la nostra posizione rispetto a fatti significativi in Italia e nel mondo con una maggiore eco.
Abbiamo anche una newsletter con tremila iscritti che inviamo mensilmente per comunicare le attività in programma ed eventuali eventi speciali.
20. Cosa ti ha spinto ad aprire la libreria undici anni fa? Qual è stato il tuo percorso formativo e/o lavorativo precedente?
Sono una storica dell'arte laureata in Didattica e Comunicazione dell'Arte Contemporanea. Per tanti anni ho lavorato nel Museo d'Arte Contemporanea di Palermo, per il quale organizzavo e coordinavo le attività del dipartimento educativo rivolte a scuole e famiglie. Poi ho svolto diverse esperienze in gallerie e biennali. Erano tutti lavori che alla fine si concludevano per precarietà, mentre io sentivo sempre più insistente l'esigenza di fermarmi, creare qualcosa, dar vita e far crescere un progetto che fosse mio. Negli stessi anni cominciavo anche ad accostarmi al mondo dell'illustrazione e dell’editoria per l’infanzia, grazie ai corsi presso l'Associazione Bruno Munari di Milano e le numerose visite alle librerie sparse in Italia. A un certo punto mi sono ritrovata a un bivio: rimanere nell’ambito lavorativo dell'arte tentando ancora altre strade, o buttarmi in quello della letteratura per ragazzi facendo qualcosa di assolutamente nuovo per me, ovvero aprire una libreria specializzata (che a Palermo non c'era). Ho scelto la seconda strada.
21. Una cosa che, di pancia, ti piace tanto dell’essere libraia e una che invece mal sopporti?
Dell'essere libraia mi piace banalmente la possibilità di avere accesso a tantissimi libri!
Ciò che mi dispiace è incontrare talvolta persone che non comprendono il valore della letteratura per l'infanzia e trattano con sufficienza questo meraviglioso mondo, che al contrario merita grande serietà.
22. Concludiamo con una buona ragione per cui prima o poi dovremmo tutti, grandi e piccoli, passare a trovarti da Dudi.
Dudi è una piattaforma culturale che accoglie tutte le persone, grandi e piccole, in cerca di uno spazio di confronto, pronte a rendersi utili alla città, interessate all’educazione dei bambini e delle bambine nel senso più ampio e libero possibile, o desiderose semplicemente di allontanarsi dal rumore della quotidianità e perdersi tra le pagine di un libro che non abbia la pretesa di insegnare nulla, ma solo di essere letto.