White rabbits! White rabbits!

[di Valentina Colombo]

 Ogni paese ha le sue usanze. Margherita Emo, nel suo Conigli bianchi, uscitoqualche mese fa nella collana Gli anni in tasca, nescova una veramente bizzarra. Ogni primo del mese, appena si aprono gliocchi, la mattina, ancora prima di dire «Buongiorno»,bisogna recitare con quanta più convinzione possibile la formula«White rabbits!». Un portafortuna infallibile,a detta di Bridget, la tata neozelandese di Margherita. Chissà seè consapevole di aver lasciato un segno indelebile nella memoria diMargherita. Comunque, accogliamo con gioia questo rituale e lo facciamonostro, oggi, primo di febbraio, per cominciare bene il mese.
Esiccome febbraio è il mese del carnevale e qui si parla di travestimenti,Margherita ci fornisce materiale anche su questo. E se papà e mammafossero in realtà due giganti, che però mostrano il loro vero aspettosolo quando sono soli? E se di notte, quando meno te lo aspetti, arrivaDracula? Per ognuna di queste paure, non c'è soluzione migliore cheuna combattiva e tenace fuga, in cucina per uno spuntino notturno onel letto di mamma e papà. O almeno così fa Margherita per un po' ditempo. Ma troppe cose accadono perché lei, da bambina attiva e testarda,si faccia intimidire. Ce le racconta una per una, con una colonna sonorache scoprirete scorrendo le pagine di questa autobiografia.
L'infanzia di Margherita trascorre tra Londra e CastelfrancoVeneto. Tra il Royal Ballet della capitale inglese e lecampagne del nord Italia.
In Inghilterra la musica classicadei teatri si contrappone a quella dell'underground,dei suonatori di strada. Covent Garden contro metropolitana.

Margherita muovei primi passi di ballo sfrenato, un po' fuori controllo, in predaalle risate di chi scopre qualcosa di molto divertente e ridicoloal tempo stesso, grazie a Lorraine, altra tata (ma improvvisata,perché odia i bambini) sulle note dei Blues Brothers.

Dal ballo,all'ascolto vero e proprio: per me le canzoni sono state una miniera disapere in fatto di parolacce. Anche per Margherita sembra valere la stessaregola. Sul repertorio, ammetto, abbiamo avuto differenti maestri. Main comune c'era il mangianastri portatile, quello con le pile grosse,con il volume al massimo e le voci che diventano rauche dallo sforzo,come se urlare quelle parole proibite avesse un che di catartico. Equi ci si scatena con la cattiva ragazza Gianna Nannini.

Come poi questointenso vocabolario venga usato dalla nostra eroina, lo scoprireteleggendo. Non vi stupirà e, se ci pensate attentamente, poteteintuirlo.
L'adolescenza è un periodo di ritornelli. Rimproveriripetuti, litigate che si concludono con la stessa frase, Don'tcall me darling. Non chiamarmi tesoro. Questa è la personalecanzone di Margherita, cantata, urlata ed espressa a suon di sguardi asua madre per un bel pezzo.
Con la nascita della associazioneculturale Nessundorma, fondata dal padre, Margheritaè circondata di melodie, di voci, di sguardi. È il pieno turbiniodell'adolescenza, il vero centro del libro. La famiglia Emo (onore a loro)organizza uno degli eventi culturali più all'avanguardia in territorioveneto, un festival di cabaret e musica con nomi pazzeschi: Skiantos,Casino Royal, Elio e le Storie tese, Franco Battiato, e tra i comiciDiego Abatantuono, Enzo Iacchetti, Gaspare e Zuzzurro. Arriva anchela prima cotta, quella che ti fa sentire le farfalle nello stomaco,scatena pensieri nuovi e ti fa scoprire l'amore, sopra ognicosa. Anche se Margherita non capisce subito come mai questaBocca di Rosa piaccia così tanto a tutti.

Ilfatto è che Margherita vorrebbe solo piacere a lui,a Bob Rock. Ma Bob Rock guarda Mari. E Mari...

È innegabileche i suoni e le canzoni creino spesso dei momenti magici, unici,che chissà per quale ragione penetrano ancora più profondamentesotto la nostra pelle e rimangono lì, e si fanno ricordi, emozioni,visioni sfocate di istanti. L'importanza di ascoltare ciò che accadeintorno a noi è anche questo: percepire la colonna sonora della nostravita. Che non è fatta di sole canzoni, ma anche di voci, di cantilene,di ritornelli cantati ogni mattina, il primo del mese. Non dimenticarequeste note è forse una delle cose più difficili di diventaregrandi. Come scrive Margherita:

Pensareche tutto ciò che contava per me sarebbe sbiadito, che il sistemastesso delle mie percezioni sarebbe cambiato, si sarebbe attutito,equivaleva alla morte ed era pertanto inconcepibile.