Un altro articolo sui bambini, le insegnanti e le scuole chiuse (e altri ne seguiranno, perché molti sono gli insegnanti, e non solo, che stanno riflettendo sul tema). Questa volta si parla di una materna milanese che la lontananza, la distanza le ha affrontate così.
[di Anna Mazza]
Chiusa. Ormai da molte settimane la scuola è chiusa.
Chi lavora come me in una scuola dell'infanzia, sa che il nostro essere educatrici necessita di mattine in cui si accoglie, di chiaccherate, di giochi, di “mani in pasta”, di corse a perdifiato, di soffiate di naso, di colori, di libri, di pranzi, di coccole, di risate, di disegni, di tesori trovati in giardino e custoditi, di fiabe raccontate, di “Ciao ci vediamo domani!”. Ecco: la quotidianità.
Noi educatrici abbiamo bisogno di questo: del tempo. I progetti e i processi educativi, pedagogici, didattici, trovano senso all'interno di un contesto educativo, la scuola, con i suoi spazi e i suoi tempi, con gli strumenti e i materiali, le pratiche e i linguaggi che sono stati pensati, progettati, condivisi, valutati, riorientati, per poter dare la possibilità a tutti di essere accolti, di potersi esprimere, di poter crescere, di poter stare bene.
Ma, soprattutto, la scuola è fatta di relazioni, di storie, di vissuti diversi, unici che si incontrano, si intrecciano, fanno strada insieme. La scuola ha bisogno di persone, di protagonisti, ha bisogno del noi: delle maestre, dei bambini e delle loro famiglie.
Ma la scuola è chiusa, e non sappiamo quando riaprirà. E allora noi proviamo lo stesso a continuare. Abbiamo provato a ripartire da lui.
Il grande libro dei pisolini una ninna nanna di Giovanna Zoboli illustrata da Simona Mulazzani.
Questo non è un libro qualsiasi, ma rappresenta un percorso. Fa parte di un progetto in intersezione, proposto a un gruppo di bambini e bambine di cinque anni, sulla promozione e l'educazione alla lettura dal titolo Il piacere delle storie: Incontri letterari per scoprire, conoscere, raccontarsi. Con Elena Bernocchi, la mia collega, siamo partite proprio dai piccoli che conosciamo. E siamo partite da noi e da quello che tutti i giorni facciamo con i bambini e per i bambini: leggere libri e raccontare storie. Perché? Per vari motivi.
Progettando la riorganizzazione della biblioteca scolastica Scuola Infanzia Martinengo, Milano.
Per il piacere di leggere e di ascoltare che deriva dall'immergersi in un altro mondo e che porta il bambino a ripetere quell'esperienza, perché la trova gradevole e spensierata, e tutto ciò gli serve a costruire una maggior sicurezza, (specie quando scopre che esistono, sì, i draghi e le streghe cattive, ma che possono essere sconfitti).
Perché le storie sono tante, diverse e uniche. Perché una storia può permettere di compiere osservazioni, riflessioni, esprimere opinioni, ma anche ragionare su sé, sugli altri e sul mondo. Perché può incidere positivamente sull'acquisizione di importanti competenze linguistiche, cognitive, emotive e socio-relazionali.
A scuola, giocando con il signor Bruno Munari.
Perché quando un adulto legge a un bambino, è con il bambino, lo accompagna, ha interesse per lui e questo consente un ascolto e una consapevolezza di essere in due in quella che è una relazione. Perché può essere occasione di “contaminazione” e di continuità educativa, diventando filo conduttore tra diverse isituzioni, ad esempio scuola e famiglia.
Perché, infine, rende i bambini protagonisti, sia nel scegliere la storia sia nel raccontarsi sia nel raccontarla ad altri, immaginandosi in nuovi mondi.
Questo progetto, grazie alla partecipazione dei bambini, ha preso sentieri inaspettati. Per esempio fare una nuova biblioteca di classe più bella. Così ci siamo messe a ripensare, progettare, organizzare, spostare libri, catalogare, faticare insieme, con non molti mezzi e con l'aiuto di alcuni genitori e nonni.
Il momento della registrazione dei volumi per il prestito libri.
In collaborazione con le colleghe, abbiamo ripristinato il prestito bibliotecario settimanale, e abbiamo avuto papà e mamme che tutte le sere si son presi un momento, in questa Milano che non stava ferma mai, e hanno letto la storia scelta dai loro figli. Pian piano questo è diventato uno dei momenti più attesi.
Abbiamo giocato anche a costruire libri illeggibili, a inventar pagine, a disegnare personaggi. Ma soprattutto abbiamo incontrato le storie: fiabe, filastrocche, albi... E, insieme a loro, abbiamo conosciuto i luoghi delle storie nel nostro quartiere, il Corvetto: la Biblioteca Comunale di Via Oglio e la Libreria Punta alla Luna.
Alla Biblioteca Comunale di Via Oglio, Milano.
Proprio tramite la libraia Francesca Beccalli, abbiamo conosciuto Giovanna Zoboli, o la signora Giovanna, come la chiamano i bambini. E così, tramite la voce della sua autrice (ed editrice), abbiamo potuto far conoscere ai nostri bambini lui, Il grande libro dei pisolini.
Abbiamo scelto questo libro per tanti motivi: certamente per la bellezza, poiché per tutto il percorso fin qui fatto, abbiamo cercato e voluto far sì che i bambini nei libri trovassero la qualità delle immagini e delle parole. E poi perché racconta con semplicità di un momento che appartiene a tutti i bambini. Attraverso il linguaggio della filastrocca, che entra e rimane, abbiamo iniziato ad ascoltare le storie delle messe a letto, delle coccole, delle camerette, dei sogni, dei nostri pisolini. Da lì, giocando coi suoni e con le parole, son nate poi nuove rime, le nostre.
Una bellissima illustrazione per Il grande libro dei pisolini di Simona Mulazzani.
Ma da cosa nasce cosa. Il 21 febbraio, Giornata internazionale della lingua madre, abbiamo coinvolto le mamme dei nostri bambini. La lingua madre oltre a essere, secondo le parole di Irina Bokova, direttore generale dell’UNESCO, “un fattore essenziale per la qualità dell’istruzione, che è alla base dell’emancipazione di donne e uomini e delle società in cui vivono”, è per tutti noi la lingua del cuore, delle emozioni e degli affetti; è la lingua delle coccole, dei giochi, delle ninne nanne, dei primi racconti. Ha parole che sussurrano, gridano, consolano, sgridano, rassicurano, insegnano. Ogni lingua dice il mondo a modo suo. Ogni lingua ha valore. Per questo è stato significativo avere la possibilità di leggere ai bambini questa filastrocca in tre lingue diverse, rendendo l'incontro con il libro ancora più ricco.
Il grande libro dei pisolini nell'edizione spagnola, italiana e inglese; il cd contiene la versione musicata realizzata dalla Biblioteca di Carpi.
Dopo tutto ciò, la nostra scuola, come tutte le altre, ha dovuto chiudere. Ma noi - maestre, bambini, famiglie -, noi ci siamo. Siamo ancora noi, anche se non siamo a scuola, anche se non possiamo vederci, abbracciarci, anche se non abbiamo quel tempo prezioso insieme, tutti i giorni.
Abbiamo, però, il nostro percorso, quello che abbiamo costruito, che siamo stati e che ci permette di essere noi, ora, in questo modo. E abbiamo i nostri libri, le nostre pagine, le nostre storie, in cui ritrovarci e da cui continuare, anche se a distanza.
Così stiamo cercando di tenere unito il filo, mantenere vivi i legami. Ripartendo proprio da questo libro: in queste pagine c'è il nostro lavoro, quello che abbiamo seminato. E ci siamo noi.