Il leggero visuale. La leggerezza nelle arti contemporanee

"L'indovinello della tigre", Fabian Negrin, Edizioni Corsare 

 [di Elena Dolcini*]

Questo corso breve online che presento oggi, qui, si è andato definendo a partire dai dialoghi con alcuni clienti della libreria “marmo”: insieme abbiamo notato come il tema della leggerezza fosse spesso presente nelle nostre conversazioni, più o meno direttamente, e ci siamo chiesti il perché. Ci siamo, quindi, accorti di come questo argomento possa essere una chiave di lettura trasversale per molti di noi.

Il corso si pone l’obiettivo di indagare i vari significati della leggerezza: parola, concetto, visione dal peso rilevante in filosofia, come nella scrittura, nell'arte visiva e performativa, e non da ultimo nella pedagogia; in molte occasioni, infatti, sono proprio i bambini a insegnarci la leggerezza, a ricordarci la sua bellezza e necessità attraverso le loro scoperte, parole ed entusiasmi. Non è un caso che Bruno Munari invitasse gli adulti a guardare l'aria: i bambini già lo fanno, se non sono drammaticamente offuscati dai bisogni non-bisogni di un mondo adulto.

È attraverso agili, elastici e duttili movimenti di pensiero che riusciamo a comunicare con i bambini, a parlare la loro lingua, e a relazionarci a loro che possiedono una mente leggera per definizione, non essendo ancora appesantita dalle sovrastrutture ideologiche, linguistiche e comportamentali degli adulti.

Matteo Di Giovanni

Il fatto che a proporre il corso sia una libreria dal nome "marmo" potrebbe sembrare una divertente contraddizione in termini; da un lato, il marmo, roccia pesante e dura come il cuore a cui è spesso associato per metafora, dall'altro la leggerezza, concetto quasi inafferrabile, aereo, volatile: in basso il marmo, in alto la leggerezza.

Ma le cose sono più complicate, tant'è l'esigenza di farne un corso: come spieghiamo, ad esempio, il fatto che le venature dello stesso marmo possano sembrarci liquide e suggerire pensieri fluidi?

Per comprendere ogni concetto bisogna avere chiaro il suo opposto; d'altronde, come diceva Gianni Rodari nella Grammatica della Fantasia, la storia nasce dal due, dal binomio, non dall'uno; nasce dalla dialettica, anche tra contrari, che spesso risultano essere complementari e che hanno bisogno l’uno dell’altro.

Immediatamente viene in mente l'immagine descritta da Italo Calvino nelle Lezioni Americane e tutto torna: lo scrittore italiano descrive un'immagine dal Decamerone, dove Boccaccio racconta di Guido Calvacanti che, tra i marmi dei sepolcri collocati davanti a una chiesa, con un balzo leggero, si smarca da un gruppo di giovani, alla cui compagnia non era interessato.

Mimesis_APUA © CelataPraun2022

L'arte, visiva e performativa, ma non solo, può essere un linguaggio esemplare per comprendere la leggerezza, perché mette insieme in maniera sinestetica più concetti, la cui visione simultanea suggerisce una conoscenza olistica. Le immagini possono essere leggere, anche se descrivono qualcosa di grave, nel senso di soggetto alla forza di gravità; e quelle virtuali sono davvero più leggere di quelle stampate? Sono più leggere le immagini o le parole? Le parole scritte o quelle pronunciate oralmente?

Prenderemo in considerazione anche le immagini della metafora, figura retorica che nell'unire due o più concetti, invita il lettore ad alzare lo sguardo, ad alleggerirsi in qualche modo, a guardare più in alto, dove le idee si intersecano tra loro.

C'è ovviamente una leggerezza della prosa e una della poesia; durante il corso guarderemo anche a queste, prendendo in considerazione le parole di alcuni scrittori stranieri e italiani, come Cormac Mccarthy, Georges Perec, Giovanna Zoboli, Silvia Vecchini e Cristina Bellemo.

Ci soffermeremo sull'analogia tra leggerezza e luminosità - non è un caso che in inglese si parli di "lightness"; la luce diventa occasione per riflettere sulla fotografia, nella quale troviamo un altro tipo di leggerezza, più "pensosa", direbbe Calvino, quella della sospensione, altra metafora esemplare per parlare di questo medium artistico.

APUA © CelataPraun2021

Tanti gli artisti che citeremo: osserveremo i cieli di David Wiesner, nei quali accade sempre qualcosa di straordinario, le sculture in fil di ferro di Ruth Asawa, le macchine a-funzionali di Alexander Calder, l’infrasottile di Marcel Duchamp, le ragnatele di Alicia Baladan; ci concentreremo sulla leggerezza paradossale della griglia e sull'incontenibilità della polvere.

L’arte è luogo privilegiato della leggerezza: le proiezioni e i loro pulviscoli, le carte trasparenti e translucide, i veli, le ombre, le nuvole disegnate e fotografate da grandi artisti ci parlano di leggerezza: in questo corso descriveremo insieme i suoi molteplici significati, provando a elaborare e concettualizzare la complessità del visuale, anche riflettendo intorno alla relazione materiale-immateriale.

Limace, Géraldine Jeanjean

Date del corso  23, 26 febbraio e 2 marzo 2023

I giovedì: dalle 18 alle 20,30

La domenica: dalle 10 alle 12,3

Costo del corso a partecipante: 100 euro

Per informazioni: marmolibreria@gmail.com

*Ho studiato Filosofia Estetica a Bologna e successivamente Studi Teorico-critici a Roma; dopo alcuni anni in Australia, nel 2011 sono andata a vivere nel Regno Unito, prima a Edimburgo, dove per un anno ho frequentato il Master in “Contemporary Art Theory” all’Edinburgh College of Art, e a Londra, dove ho iniziato la mia esperienza professionale all’interno di gallerie d’arte contemporanea, in particolare assistendo le direttrici di Hollybush Gardens. Tornata in Italia a fine 2014, ho lavorato per un paio d’anni per la Galleria Marcolini di Forlì. Nel 2018 ho aperto marmo, una libreria specializzata in immagini, che offre un’ampia scelta di cataloghi d’arte, fotolibri e albi illustrati; alla libreria, affianco la curatela di mostre, l’organizzazione di laboratori e attività formative.

Dalla laurea ho sempre scritto recensioni di mostre e libri, pubblicando articoli su alcune riviste cartacee e online, italiane e straniere, tra cui
The Quietus ed Espoarte.

"Una storia guaranì", Alicia Baladan, Topipittori