La fotografia a scuola

[di Sara Maccagnan]

Credo di aver ereditato l’amore per la fotografia da mia mamma,  guardava spesso la nostra quotidianità attraverso un mirino, senza grandi competenze tecniche o filologiche. Aveva, come si dice, l’occhio.

Per questa ragione ho sempre avuto una certa familiarità con le immagini e la loro capacità di raccontare intere storie o brevi frammenti  di una visione.

Dalla serie Zindis, 1972- archivio privato.

In modo molto naturale, più di dieci anni fa, ho iniziato a lavorare con la fotografia all’interno delle mie classi. La fotografia può essere una risorsa didattica capace di diventare per i ragazzi  uno stimolo per riflessioni e indagini creative.

Dalla serie Esercizi di stile - di munariana memoria, 2021 (lavoro collettivo).

Il valore didattico della fotografia emerge nel momento in cui, a scuola, teoria e tecnica si fondono cercando di convogliare in un’immagine esperienze sensibili di visione. Praticare l’educazione all’immagine e all’arte in genere, attraverso la fotografia, significa anche ragionare sui come e sui perché, cercando la giusta strada, il giusto metodo per veicolare la fotografia come linguaggio e come tecnica. In quest’ottica la fotografia diventa un’opportunità per aiutare i ragazzi a raggiungere e capire il linguaggio delle immagini in modo consapevole, amplificando la loro attenzione nei confronti della realtà iconica. Per il nostro lavoro didattico il punto di partenza sono sempre i grandi artisti e le loro opere.

In classe ho iniziato piano piano, prima lavorando in modo teorico e proponendo ai ragazzi, oltre alle immagini della storia dell’arte con le quali i ragazzi hanno più confidenza, anche immagini realizzate da grandi fotografi. 

Dalle lezioni: confronto tra Diane Arbus e Pierre-Auguste Renoir.

Così facendo la fotografia ha permesso loro anche di sperimentare il superamento del confine tra le arti, entrando nella nostra quotidianità. Amiamo quando a lezione si mescola tutto, quando abbiamo la percezione che l’educazione all’immagine attraversi generi e tempi: ci sembra sempre molto divertente.

Guardare le grandi opere, sentire le storie che hanno portato alla loro realizzazione, imparare a leggere le scelte stilistiche, permette sia di diventare autonomi nelle fruizioni future sia di costruire un bagaglio di esperienza da mettere in pratica attraverso il linguaggio fotografico. La fotografia può raccontare la verità, raccontare bugie, raccontare intere storie, ci può fare delle domande, può interrogare la nostra percezione e la nostra attenzione, può essere rassicurante o creare scompiglio.

La fotografia a scuola può servire a:

1. Raccontare delle storie ma anche a inventare narrazioni partendo da un gruppo di immagini;

Reportage dal laboratorio Photo Shake, 2017- 2021.

2. Documentare: per esempio una giornata speciale, le trasformazioni del territorio, la vita in classe, la nostra crescita e chi siamo o chi stiamo diventando;

Fasi della realizzazione di una delle installazioni della mostra Fotografica#1, 2018.

3. Osservare meglio il mondo, soffermandosi sui dettagli, sulle visioni d’insieme, sulla relazione tra gli elementi;

Figura 6. Prototipi per il laboratorio iPhone spring vs Lomo spring, 2022.

Dalla serie Esercizi di stile: dettagli e superfici, 2021 (opera collettiva).

4. Capire in modo più consapevole un particolare argomento: rielaborare per immagini ci permette di sviluppare empatia e desiderio di approfondimento;

Dalla serie Per il Giorno della Memoria, 2010 (opera collettiva).

Dalla serie Cibo estetico, Pinocchio, 2012 (opera collettiva).

5. Studiare il linguaggio visivo e imparare a usare con cansapevolezza regole compositive e inquadrature, luce e colore, forma e spazio. Provare a gestire questi aspetti, anche dando vita a piccoli momenti di condivisione, incoraggia i ragazzi a migliorare il loro modo di capire le immagini.

Dal laboratorio Still Life, 2014.

Consigli per iniziare:

  • Non abbiate timore: partite da un’immagine che vi piace, parlatene con i vostri alunni e chiedete loro di fare lo stesso con voi.
  • Poco, ma ogni giorno: non relegate la fotografia a momenti isolati in laboratori specifici: la fotografia è intorno a noi ogni giorno.
  • Mettete in pratica: sperimentate, buttatevi nella creazione di immagini perché, come sempre, più che il risultato l’importante è fare esperienza.
  • Non esiste un unico modo di guardare le immagini fotografiche, quindi nemmeno un unico modo di inserirle in un contesto didattico. La fotografia convoca la nostra attenzione e la nostra capacità di farci contaminare dai diversi linguaggi  e dai diversi modi di insegnare con le immagini. Si tratta senza dubbio di processi lunghi, ma capaci di svelare nuove opportunità.

Ragazzi al lavoro.