Il grande libro dei pisolini è uno dei nostri libri più tradotti all'estero. Negli ultimi mesi sono usciti le edizioni olandese, svedese, giapponese, cinese e, proprio in questi giorni, sudamericana. Per festeggiare il successo di questo libro, ma anche per anticipare l'uscita del nuovo Zoboli-Mulazzani, che si intitola In una famiglia di topi, abbiamo chiesto ad Antonella Capetti di raccontare la bella esperienza laboratoriale che ha costruito intorno alle parole e alle immagini di questi pisoli. Risultato: una galleria di letti artisticamente confezionati con stoffe e filati, da fare invidia a un designer.
[di Antonella Capetti]
Novembre 2013: io e i miei bambini siamo in prima, per la prima volta insieme da poche settimane. La conoscenza, l’ambientamento, la costruzione di legami solidi e significativi non sono un percorso sempre facile. Le due classi sono complesse e numerose (26 e 29). Per me, per il mio modo di essere insegnante e, prima ancora, educatrice, la conquista di un bambino, di quasi tutti i bambini, passa attraverso i libri.
Alcune edizioni straniere di Il grande libro dei pisolini.
Dopo le prime vocali, A ed E, stiamo imparando la consonante P. Dopo aver conosciuto Pietro Pizza e Pezzettino, Il grande libro dei pisolini di Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, mi sembra perfetto per mettere felicemente insieme italiano ed arte, poesia e immagine, fantasia e quotidianità, attraverso un’attività artistica che si allontani quanto più possibile dall’abusata coloritura di fotocopie e permetta a ogni bambino di raccontare e raccontarsi.
I deliziosi lettini di Simona Mulazzani.
Leggo il libro tenendolo rivolto verso di loro (ho affinato la capacità di leggere “capovolto” nei mei precedenti diciassette anni alla scuola dell’infanzia). Osserviamo attentamente le immagini: e quelle meravigliose copertine poggiate o rimboccate su ogni lettino mi fanno venire un’idea. A scuola conserviamo parecchi cataloghi da tappezziere: e i piccoli campioni di stoffa a righe o a quadretti mi sembrano perfetti per realizzare delle piccole coperte, per letti ancor più piccoli (scoprirò solo qualche mese più tardi, proprio grazie a Giovanna, lo splendido Au lit! dell'illustratrice francese Louise-Marie Cumont, edito da Editions MeMo nel 2009).
I bambini scelgono il proprio pezzo di stoffa, e insieme lo tagliamo della dimensione desiderata. Utilizziamo anche la carta da parati, che i bambini disegnano sul rovescio e ritagliano, per realizzare alberi e stelle. Poi assemblano il tutto, incollando sul cartoncino blu.
Sono passati più di due anni, da allora; e nel riguardare queste immagini provo sentimenti simili a quelli di un genitore che osserva le fotografie dei propri figli quando erano piccini. Tenerezza, orgoglio, e anche un po’ di malinconia. Mi sembra che quelle trasparenti, quasi invisibili tracce di colla sul cartoncino blu siano una bella metafora di quel che dovrebbe essere il lavoro di un insegnante: non lo vedi facilmente, tocca osservare in controluce, ma c’è, e lascia tracce indelebili.
Una piccola galleria dei magnifici letti relaizzati dai bambini.