Apparizioni fra gli alberi

[di FrancescaZoboli]

«Questaestate chi vorrà fare una passeggiata nel bosco di Topolò,potrà incontrare alberi singolari, vestiti di nuove livreecartacee e colorate. Il sentiero che conduce al confine slovenoè popolato da sculture e interventi che nel corso degli annivari artisti hanno lasciato. Questo intervento però avràvita breve, anche per non disturbare troppo e sarà piuttosto unapparizione.»

Topolò è un paesinotra le montagne delle valli del Natisone. Il nome del borgo nulla ha ache vedere coi topi, deriva invece dall'albero del pioppo, in slovenotopol. La frase che avete appena letto era riportatanella  presentazione del mio intervento sul programma di Stazionedi Topolò 2012, manifestazione internazionale chesi svolge ogni anno in luglio e tocca vari campi dell'arte edella comunicazione: filmati, disegno, fotografia, musica,poesia, teatro. Artisti di varie discipline, provenienti da diversi paesidel mondo e impegnati nel campo della ricerca e della sperimentazione,sono ospitati nel borgo di Topolò dove realizzano interventi ispiratia stimoli ricevuti dal luogo stesso.





In effetti,anch’io ho avuto un’apparizione poco dopo arrivata a Topolò. Siè manifestata la mattina che mi sono recata nel bosco per iniziareil lavoro di incollaggio delle carte sugli alberi. Ma andiamo conordine.
La sera prima, con Serena, in quell’occasione miafida assistente, avevo scelto con cura il punto del sentiero in cuiavrei realizzato l’installazione: trenta, quaranta minuti a piedida Topolò, in salita. E già mi sentivo in colpa per costringere glieventuali aiutanti a quella scarpinata.
Il giorno dopo,una volta arrivata nel bosco, ecco sopraggiungere gli aiuti richiesti:contavo su due tre volonterosi che mi avrebbero dato una mano. Invece,a gruppetti, armate di pennelli, un nugolo di ragazze che risalgonoil sentiero: almeno una quindicina!

Senzaperdere tempo, cominciamo, disponendo i materiali su una panchina:fogli dipinti, colla, forbici, pennelli. Poi si passa alle spiegazionie informo le mie assistenti con che logica bisogna procedere. Segueuna dimostrazione pratica.


Dopo qualche titubanza, nel giro di poco, ognuna sceglie isuoi pezzi di carta e il suo albero. E si comincia. Si lavorada soli o in coppia. C'è chi incolla in modo acrobatico,chi cura i dettagli, chi preferisce affrontare grandi faggi echi gruppi di piccoli carpini.

Ferve l’attività, e vedo faccecontente, di persone che si stanno divertendo. Quasi tutte si entusiasmanoper lo stretto contatto con l’albero che l’operazione esige: unavolta incollata la carta (con una colla cellulosica che non appiccica,e sembra piuttosto una crema), bisogna lisciarla e stirarla operando unasorta di massaggio /abbraccio del tronco.

Avevo sottovalutato lacapacità di coinvolgimento che poteva avere il mio progetto, ed èstata una scoperta e forse alla fine l’aspetto più gratificantedi questa esperienza. Insomma, sono molto contenta anch'io.
Ringrazio quindi Serena, Vida, Elena, Rebecca (la più piccola,11 anni!), Noemi, Giovanna, Maddalena, e tutte le altre di cui,ahimè, non ricordo il nome…. E naturalmente Pedro, l’unicoragazzo!

In due giorni,gli alberi sono vestiti. E la mattina di domenica, dopo unapiacevole camminata di gruppo, l’installazione viene inauguratacon un concerto nel bosco: una bellissima composizione di FabrizioFiore per oboe, fagotto, clarinetto.
Che mi ha moltoemozionata

Le foto sono di Maria Silvano,reporter del festival, e di Nicola Boccaccini, e non perdetevi il reportage del fantastico Little Bunny.

Di Francesca Zoboli e dei suoi interventidi land art nei boschi su questo blog abbiamo già parlato qui.