La scorsa settimana, durante i quattro giorni della Bologna Children’s Book Fair, ho incontrato, conosciuto, salutato, abbracciato e baciato decine di illustratrici. Professioniste e aspiranti, giovani e mature, affermate ed esordienti. Con poche ho trovato il tempo di fare due chiacchiere. Solo con pochissime una conversazione più compiuta. Queste conversazioni, con le più giovani e inesperte di loro, tendono a ruotare intorno a un tema più o meno esplicitato: che cosa devo fare per diventare una brava illustratrice, essere pubblicata, avere successo, vedere le mie doti riconosciute.
Quindi, per mettere il suggello a questa BCBF 2016, che per certi versi è stata entusiasmante, voglio somministrare a tutte quelle che lo desiderano il “consiglio giusto”. Sperando che siano in poche a ricordarsi chi lo somministra e con quale effetto in una famosa canzone.
(Aggiungo fra parentesi che solo una di queste giovanissime aspiranti, allieva di un mio recente corso, mentre discutevamo un suo lavoro, alla ricerca della soluzione a due problemi già chiaramente individuati, mi ha detto «Ci sono due editori che pubblicherebbero questo progetto anche subito – e neanche erano editori da poco, aggiungo io – ma non voglio pubblicarlo se non funziona.» E io ho pensato di avere davanti una persona che non aveva alcun bisogno dei miei consigli.)
Il mio consiglio è:
sposate l’uomo sbagliato.
Sposatelo per amore, ma fate in modo di innamorarvi di un uomo sbagliato.
Va bene, capisco la vostra perplessità, ma vi prego di credere, se non a me, almeno alla storia.
La storia è quella di Elizabeth Blackwell, fra le prime donne a raggiungere la notorietà come illustratrice botanica, avendo disegnato e inciso le tavole di A Curious Herbal, pubblicate fra il 1737 e il1739: un libro destinato ai medici e ai farmacisti come referenza per le piante medicinali.
Figlia di un ricco mercante di Aberdeen, Elizabeth (che ancora si chiamava Blachrie) aveva ricevuto un’educazione artistica ma, invece di perseguire un’effimera carriera di acquarellista di paesaggi per una nascente industria del turismo o di ritrattista di piccoli borghesi di provincia, ha avuto la brillante idea di sposare un suo lontano cugino, tale Alexander Blackwell, che diceva di fare il medico. Era sicuramente preparato, ma le sue credenziali erano dubbie e questo costrinse la giovane coppia a trasferirsi precipitosamente a Londra per evitare un processo per esercizio abusivo della professione.
A Londra, come tutti i perdigiorno che si rispettino, il signor Blackwell si diede alla carriera di editore e stampatore. Il problema era che non apparteneva alla corporazione e non aveva fatto l’apprendistato da stampatore e, quindi, andò di nuovo incontro a problemi legali e gli vennero comminate fortissime ammende. Talmente forti da costringerlo a chiudere bottega.
Senza più un lavoro e con abitudini caratterizzate da una insensata prodigalità., Alexander esaurì presto la dote di Elizabeth. Invece di fermarsi e mettere la testa a posto, fece finta di niente. Non bisogna aspettare troppo per vederlo rinchiuso in prigione per debiti.
La povera Elizabeth, si ritrovò senza un soldo, con il marito in prigione, la famiglia paterna che rifiutava di aiutarla e, ciliegina sulla torta, gravida. Ma Elizabeth era una donna curiosa e attenta e ricordava, dai tempi in cui il marito faceva finta di essere medico, come molti suoi colleghi lamentassero l’assenza, nel mercato librario, di un erbario farmacologico che descrivesse anche esaustivamente le piante esotiche del nuovo mondo e decise di rispolverare penne e inchiostri.
Ma c’era un problema: Elizabeth non sapeva niente di botanica. Così, decise di prendere casa nei pressi del Chelsea Physik Garden, dove si coltivavano molte delle nuove specie a uso medicinale ed entrò nelle grazie del suo curatore, che le permise di accedere al giardino e le offrì ogni sorta di suggerimento. Poi, per non sbagliare, sfruttava le visite al marito prigioniero per portargli gli specimen che raccoglieva e i disegni, per ottenerne la denominazione in latino, greco, italiano, spagnolo, olandese e tedesco, oltre a quella inglese.
Ottenuta l’approvazione del marito, incideva i disegni, li faceva stampare e li colorava all’acquerello. In totale, il suo progetto arrivò a comprendere 500 diverse specie botaniche, ciascuna con la sua brava illustrazione. Il suo non era un lavoro finissimo, da un punto di vista artistico, ma soddisfaceva con efficacia le esigenze di un pubblico vasto e si inseriva in un ambito privo di concorrenza. Infatti, la prima edizione di A Curiuos Herbal ebbe un discreto successo, non tanto presso i curiosi di scienze naturali, per i quali le illustrazioni non erano sufficientemente raffinate, quanto presso medici, chirurghi e farmacisti, che ne facevano un uso quotidiano e molto pratico.
I proventi dei diritti d’autore sul libro permisero a Elizabeth di pagare i debiti di Alexander e farlo uscire di prigione. Ma, tornato in libertà, questo «avvenente gaglioffo» (come viene descritto in una cronaca contemporanea) diede di nuovo ottima prova di sé. Accumulò nuovi debiti ed Elizabeth fu costretta a cedere ad altri una parte dei diritti di pubblicazione del suo libro per evitargli la prigione. Non riuscì però a evitare che, qualche tempo dopo, scappasse di casa, nuovamente inseguito dai creditori, per riparare in Svezia.
Della vita di Elizabeth dopo la fuga del marito si sa poco, se non che ha continuato a sostenerlo, condividendo con lui i proventi delle vendite del suo libro, anche se Alexander non mantenne mai la promessa di ricongiungere la famiglia non appena si fosse sistemato in Svezia. Elizabeth morì nel 1758 e fu sepolta nel cimitero di Chelsea, a pochi passi dal giardino dove aveva esercitato la propria arte. Viene da domandarsi che cosa sarebbe stato di lei se, invece del cugino Alexander avesse sposato un vero medico premuroso, benestante e affettuoso. Forse non avrebbe lasciato una traccia altrettanto duratura del suo passaggio sulla terra.
Se vi è venuta qualche curiosità su A curious herbal :containing five hundred cuts, of the most useful plants, which are now used in the practice of physick engraved on folio copper plates, after drawings taken from the life /by Elizabeth Blackwell. To which is added a short description of ye plants and their common uses in physick. [London : Printed for Samuel Harding, 1737-1739] potete consultare entrambi i volumi qui .
Il lavoro della Blackwell ha poi trovato un estimatore nel botanico tedesco Jacon Trew, che ne ha curato una nuova versione: Herbarium Blackwellianum emendatum et auctum, id est, Elisabethae Blackwell collectio stirpium :quae in pharmacopoliis ad medicum usum asseruantur, quarum descriptio et vires ex Anglico idiomate in Latinum conversae sistuntur figurae maximam partem ad naturale exemplar emendantur floris fructusque partium repraesentatione augentur et probatis botanicorum nominibus illustrentur. Cum praefatione Tit. Pl. D.D. Christophori Iacobi Trew ; excudit figuras pinxit atque in aes incidit Nicolaus Fridericus Eisenbergerus ... [Norimbergae : Typis Io. Iosephi Fleischmanni, 1750-1773].
E a chi di voi volesse sapere che fine abbia fatto quel bel tomo del marito dirò che Alexander, nel paese scandinavo, riprese la pratica della medicina e, benché non ne avesse il titolo, divenne medico di corte. Ebbe una vita agiata fino a quando decise di prendere le parti sbagliate in un complotto per alterare la linea di successione della famiglia reale. Fu arrestato e condannato all’impiccagione. Si dice che anche sul patibolo non abbia perso lo spirito: quando il boia gli disse che teneva la testa in modo che impediva di tendere il cappio, rispose giocosamente che quello per lui era un primo esperimento che avrebbe tratto beneficio da istruzioni più precise.