Qualche settimana fa, siamo andati a fare una lettura alla Biblioteca Civica Ragazzi di Cormano. Cormano è a 18 minuti di Ferrovie Nord da Milano. Facilissimo da raggiungere, eppure non ci eravamo mai stati. Questa occasione di incontro, ha avuto perciò anche l’utilissima funzione di farci conoscere una realtà importante: un polo culturale che svolge un lavoro fondamentale per la comunità, in un momento in cui le comunità hanno più che mai necessità di trovare tempi, agenti e luoghi di aggregazione.
La Biblioteca Civica Ragazzi di Cormano, che fa parte del CSBNO -Culture Socialità Biblioteche Network Operativo-, si trova all’interno del Bì - la Fabbrica del Gioco e delle Arti, una vivace realtà che include nello stesso grande edificio, oltre alla biblioteca, il Teatro del Buratto e il Museo del Giocattolo e del Bambino. Tre spazi dedicati ai bambini e alla cultura dell’infanzia.
La Fabbrica del Gioco e delle Arti si propone, infatti, come centro per l’infanzia dove le famiglie possono trascorrere la giornata, fra attività, letture e spettacoli, e anche pranzare o fare merenda, poiché al piano terra lo spazio offre un piccolo e curato locale vegetariano a prezzi contenuti.
BI nasce sette anni fa (il 15 ottobre ha festeggiato il settimo anno con una grande festa a base di letture, laboratori, musica e giochi), dall’idea di un sindaco illuminato che ha deciso di investire su un progetto che finora in Italia non ha simili: un centro polivalente destinato unicamente alla cultura rivolta ai bambini: libro, teatro e gioco. A riprova che grandi progetti possono nascere ed essere sviluppati, anche in luoghi dove non ce li si aspetterebbe, quando ci sono idee e tenace volontà.
Oggi vi proponiamo quest’intervista che abbiamo rivolto a chi gestisce Bi e le tre realtà che unisce, convinti della necessità di far conoscere esempi virtuosi come questo.
Esattamente come, quando e da che impulso ed esigenze è nata la Fabbrica del Gioco e delle Arti di Cormano?
L’Amministrazione Comunale di Cormano dal 1999, anno in cui ha ricevuto il riconoscimento nazionale da parte del Ministero dell’Ambiente quale “Città sostenibile delle bambine e dei bambini”, ha dimostrato in modo continuativo attenzione ai temi dei diritti dell’infanzia e al rapporto tra qualità urbana e benessere della comunità, attraverso iniziative innovative e qualificate.
In particolare, l’Amministrazione, all’interno delle proprie scelte politiche, ha dato centralità alla figura del bambino, sostenendo il diritto a un’infanzia di qualità e attribuendo particolare attenzione ai servizi per la prima infanzia, al fine di riconoscere pieni diritti ai cittadini più piccoli.
Si è così configurata l’idea di un polo per l’infanzia, per la peculiarità dell’attività permanente e temporanea, per la capacità di esprimere una multi offerta grazie a una pluralità di soggetti qualificati, per la stretta interrelazione tra i partner: in sostanza si è voluto costruire, attraverso una struttura di servizi, un sistema in grado di offrire opportunità culturali ed educative a bambini e ad adulti.
La sede del centro è stata individuata all’interno di un immobile di proprietà comunale, risalente ai primi del ‘900. Si tratta di un ex cotonificio, ai tempi inserito in un’area dismessa, e la scelta è stata dettata soprattutto dalla volontà dell’Amministrazione di recuperare e valorizzare questo manufatto di archeologia industriale.
Nell’edificio, inizialmente disposto su due piani, aveva sede un’attività di tessitura e ritorcitura.
Elemento architettonico connotativo è una ciminiera alta 30 metri, ben visibile, che contribuisce a caratterizzare in modo originale la struttura.
Come è venuta l’idea di accorpare teatro, biblioteca e museo?
L’idea di un polo per l’infanzia, di voler proporre attività permanenti e temporanei, di voler esprimere una multi offerta grazie a una pluralità di soggetti qualificati, ha naturalmente portato a contattare tra le realtà culturali nazionali più prestigiose e significative nel campo delle attività per bambini, come il Museo del Giocattolo e del Bambino e il Teatro del Buratto.
Successivamente il Comune ha pensato di proporre la sua presenza all’interno del Centro inserendo, come realtà operativa, la Biblioteca Civica dei Ragazzi.
Che tipo di uso da parte del territorio indicano i dati relativi alla frequenza, dall’apertura a oggi?
Per quanto riguarda le famiglie la frequenza a Bì raggiunge il suo apice durante i week end quando ci sono gli spettacoli teatrali ed è visitabile la collezione del Museo. In settimana, invece, Bì propone attività per le scuole. Teatro e Museo collaborano in sinergia per proporre la Giornata a Bì in un percorso che fonde la magia del Teatro, l'esplorazione museale e la creatività dei laboratori di costruzione di giocattoli con materiale di recupero.
Come descrivereste il vostro pubblico?
Persone curiose che vogliono essere stupite.
Cominciamo dalla Biblioteca Civica per Ragazzi. Da chi è gestita e come è organizzata?
La Biblioteca Civica dei Ragazzi fa parte della rete CSBNO - Culture Socialità Biblioteche Network Operativo, che eroga in modo integrato i servizi di prestito e consultazione delle opere in circolazione delle 60 biblioteche di 33 Comuni della Città Metropolitana di Milano. Il nostro patrimonio locale è composto da più di 15.000 opere, sia librarie che multimediali, che offrono ai bambini dai zero ai 14 anni un'ampia gamma di scelta per ogni esigenza sia di studio che di piacere.
Che tipo di attività propone?
La nostra offerta documentaria è arricchita da un’ampia gamma di laboratori ed attività per i bambini e i ragazzi delle scuole di Cormano e destinate alle famiglie e da occasioni formative per genitori, insegnanti, educatori, animatori sportivi e chi, a vario titolo, gravita attorno al mondo dell'infanzia. Tra le proposte consolidate vogliamo citarvi almeno Laboriamo le Storie, il nostro appuntamento fisso di letture ad alta voce e laboratori creativi che si svolge nel pomeriggio e Storie in Biblioteca in cui i bambini hanno l'opportunità di conoscere direttamente gli autori di libri per ragazzi. Poi organizziamo corsi di vario genere: negli anni abbiamo proposto corsi di lingue straniere e di musica. Per gli adulti proponiamo incontri su temi specifici legati al mondo dell'infanzia. Ultimamente, per esempio, abbiamo proposto degli incontri sul babywearing e sulla disostruzione pediatrica.
Quanti utenti ha la biblioteca? In quali fasce di età?
Ad oggi abbiamo quasi 2000 persone che hanno scelto la nostra biblioteca come preferita fra tutte quelle aderenti al CSBNO, cioè interessate alle nostre iniziative e che ricevono settimanalmente la nostra newsletter. Per quanto riguarda la tipologia di utenza possiamo dire che i bambini della materna e della primaria sono i nostri più assidui frequentatori.
Che tipo di rapporto ha instaurato con le famiglie e le scuole?
In questi anni abbiamo lavorato per ascoltare meglio e di più le richieste della nostra utenza per dare un'offerta aderente ai loro bisogni. Con le scuole, per esempio, abbiamo una relazione proficua e continuativa che si esplica in incontri di lettura e laboratoriali sia in biblioteca che nelle classi. Al mattino proponiamo attività concordate con le insegnanti per far apprezzare la lettura come momento di piacere e non per forza didattica e prestazionale.
In che modo è cambiata la sua fisionomia dall’apertura a oggi?
Abbiamo svecchiato il nostro patrimonio documentario stando molto attenti a proporre risorse librarie e multimediali attuali e interessanti. Lo spazio della biblioteca, poi, è in continua trasformazione, perché in base alle ricorrenze che si susseguono durante l'anno cambia volto. Se passate per Natale vedrete un piccolo pezzo di Polo Nord a Cormano o se venite in primavera vedrete le nostre vetrate fiorire!
Il Teatro del Buratto è una storica realtà milanese. Quando è nato e come è cambiato nel tempo?
Nato nel 1975, il Teatro del Buratto ha da sempre orientato la produzione con un'attenzione particolare al momento musicale, all'aspetto pittorico, grafico e di immagine, nella direzione di un “teatro totale", dove alle consuete tecniche d'attore, che fanno uso di linguaggi verbali e gestuali, si accompagna una ricerca nel teatro d'animazione (pupazzi, oggetti, forme) secondo le tecniche più diverse: teatro su nero, pupazzo indossato ecc. Dalle produzione storiche più significative ricordiamo: L'Histoire du Soldat, per il Teatro alla Scala; Il Viaggio di Astolfo, liberamente tratto dall'Orlando Furioso, vincitore nel 1983 del Premio E.T.I. Stregagatto come migliore spettacolo; Cappuccetto Bianco da Bruno Munari ; Sotto la Tavola , vincitore del Biglietto d'Oro Agis e del Premio E.T.I Stegagatto '91; per giungere alle grandi produzioni su nero come Paneblu, Fly Butterfly (Biglietto d’Oro Agis 1995); Giocagiocattolo di Beatrice Masini, Nei cieli di Mirò, tratto da Il giro del cielo di D. Pennac e Joan Mirò, fino al debutto recente di Becco di rame, la storia artistica del Buratto ha perseguito un filone di costante attenzione alla creatività e alla poetica del segno.
Non disgiunta da ciò una ricerca nei contenuti e attenta ai bisogni alle domande ai percorsi di crescita dell’infanzia e dei giovani , per i quali in particolare si è sviluppato un progetto pluriennale dedicato a “Giovani e nuove dipendenze” con gli spettacoli Binge drinking, Nella rete e Io me la gioco, seguiti da dibattiti con i giovani (e i loro accompagnatori adulti) coordinati da esperti, psicologi e pedagogisti.
Significativi anche i percorsi-spettacolo originali creazioni del Buratto, sviluppati anche a seguito di una ricerca con l’università Bicocca sulla proposta culturale per l’infanzia che sottolineava la necessità di una funzione attiva e di più diretta relazione con i giovani spettatori, in questi spettacoli infatti gli spettatori sono guidati e coinvolti in veri e propri percorsi nei luoghi e nelle storie raccontate, organizzate in proposte dedicate alla poetica di artisti e autori (Munari, Lodi, Rodari ecc.) o temi simbolici e metaforici (il Gioco; Il Libro; Orti e giardini ecc.). In questi oltre quarant’anni di attività il Buratto ha sempre cercato di proporre un modello di programmazione e attenzione che valorizzasse la specificità del fare teatro per l’infanzia e i giovani e che ne costruisse una casa stabile a Milano. Dopo un lungo girovagare tra molti teatri, in attesa di un impegno delle amministrazioni locali, con l’apertura a Cormano nel 2010 di Bì, primo centro dedicato alla cultura dell’infanzia, il Buratto ha potuto avviare una intensa programmazione divisa tra spettacoli nei giorni festivi, un programma per le scuole caratterizzato anche da giornate integrate tra teatro, laboratori e Museo, con anche proposte diversificate, e il sabato un'offerta più attenta alla fasce di primissima infanzia (2-4 anni) con proposte di “avvicinamento” al teatro attraverso narrazioni, spettacoli a pianta centrale, laboratori sul movimento, la musica e così via.
Oggi il Teatro del Buratto ha potuto inaugurare un nuovo teatro in area Maciachini a Milano, un nuovo grande spazio di 2000 mq , firmato da Italo Rota e dedicato a Bruno Munari, assegnato dal Comune (con bando di pubblica evidenza) al Buratto per dare vita a un polo teatrale e culturale di attività per l’infanzia e giovani, aperto a una proposta articolata di spettacoli, incontri, momenti formativi, di scambi internazionali o di incontro con altri linguaggi artistici e con proposte tout public.
Che tipo di programmazione propone?
La programmazione presso il centro Bì si è caratterizzata fin dalla prima edizione con una attenzione al pubblico delle scuole e al pubblico delle famiglie, indirizzandosi a bambini di età differenti offrendo una articolata selezione di proposte teatrali di qualità, aprendo suggestioni diverse anche per la primissima infanzia dai 2 anni e offrendo vetrine di alto profilo nazionale e internazionale come il Festival Segnali. Momenti di formazione a incontro con i referenti del mondo dell’infanzia (genitori insegnanti formatori e studenti) hanno visto l'organizzazione convegni, seminari e workshop.
La nuova stagione 2017 - 18 partirà il 5 ottobre 2017 con lo spettacolo Piccole storie smarrite e terminerà nel mese di marzo. Tutte le domeniche alle 16.00 troverete in programma una nuova storia raccontata da compagnie importanti nel panorama del teatro ragazzi provenienti da tutta Italia come La Piccionaia, Pandemonium Teatro, La Luna nel Letto o Fontemaggiore Teatro.
Verranno trattati numerosi temi come la natura, l’ambiente, il viaggio con spettacoli come Piccolo. L’ultimo Albero, Seme di mela, o l’arte e l’educazione all’immagine con Babebibo…blu! Colori e suoni delle parole del Teatro del Buratto o Il Circo delle Nuvole dell’illustratore Gek Tessaro.
Parleremo del valore dell’amicizia, solidarietà, emozioni, del mito e tanto altro. Gli spettacoli proposti coinvolgeranno bambini da 3 a 10 anni e talvolta anche i piccolissimi.
Oltre agli spettacoli il teatro è attivo nella proposta di laboratori e attività. Quali? A chi sono rivolti? Quali sono le fasce di età a cui si rivolge?
Il Teatro del Buratto, oltre alla stagione teatrale, propone da ormai 7 anni due corsi annuali (ottobre – maggio) di Teatro Ragazzi: uno per bambini da 6-10 anni e l’altro per ragazzi da 11-13 anni. L’intento principale è quello di sperimentare attraverso l’utilizzo del gioco e dell’improvvisazione le proprie potenzialità creative, provando a comprenderci reciprocamente e a condividere le emozioni con gli altri, acquistando una maggiore consapevolezza di sé in relazione agli altri, allo spazio, all’uso della voce. Queste proposte trovano poi sempre un momento finale nell’incontro di restituzione del percorso fatto aperto alle famiglie e al territorio.
Qual è stato, a oggi, lo spettacolo di maggiore successo?
Difficile stabilire una graduatoria di valore o di successo tra i molti nostri spettacoli, certamente tra i titoli più ricordati e citati sono: L’Historie storie du soldat e Quello Stolfo da Ferrara, della fine fine anni Settanta e inizio Ottanta; Cappucetto bianco e Sotto al tavolo; Pane Blu e Fly Butterfly, negli anni Novanta e più recenti successi come Giocagiocattolo o Nei cieli di Mirò… ma grande successo sta già riscuotendo l’ultima produzione, Becco di rame, tratta dall’omonimo libro che racconta la storia vera, di un’oca vera e del suo vero veterinario, che l’ha salvata regalandole una nuova vita.
Quando nasce il Museo del Giocattolo e del Bambino e con che obiettivi?
Il Museo del Giocattolo e del Bambino nasce nel 1982, primo nel suo genere in Italia. Giuridicamente riconosciuto dalla Regione Lombardia, si pone l'obiettivo istituzionale di salvaguardare la memoria storica dell'infanzia, attraverso la ricerca, la conservazione e l'illustrazione di tutti quegli oggetti, documenti, testimonianze che dell'Infanzia sono rappresentativi in chiave storica, culturale, sociale ed educativa.
Che collezioni espone?
Il Museo espone stabilmente circa 1500 reperti originali, costruiti tra il 1700 e il 1970. Giocattoli di ogni tipo possibile e immaginabile. Una continua rotazione garantisce il ricambio delle collezioni esposte. Audiovisivi illustrano i meccanismi di funzionamento. Al percorso istituzionale si aggiunge una sezione tematica, temporanea, che costituisce il trait d'union delle attività didattiche per l'anno scolastico in corso.
La mostra in corso è intitolata alla Scienza Divertente e procede su un duplice binario. Per un verso analizza le applicazioni delle leggi di chimica e fisica al mondo del giocattolo, per l'altro illustra le interpretazioni spesso profetiche dei balocchi in relazione alle scoperte scientifiche e alle evoluzioni tecnologiche. Particolarmente apprezzate sono l'aula scolastica deamicisiana (con arredi d'epoca) e la stanza del grande plastico ferroviario.
Che tipo di percorsi propone ai visitatori?
Il percorso storico è funzionale a raccontare come l'oggetto giocattolo, oggi come tre secoli fa, non sia mai fine a se stesso ma testimone preciso e puntuale di ogni evento della grande avventura umana. Osservando i giocattoli è allora possibile ripercorrere da un punto di vista inedito, suggestivo e non di rado ironico e immaginifico la storia dell'arte, la letteratura, la trasformazione da artigianato a industria, il mondo politico e militare, la scuola e il lavoro, il cinema e il teatro, La vita in famiglia e i canoni educativi.
Quali attività collaterali alla visita sono proposte?
Innanzitutto i laboratori didattici in cui i bambini ma anche gli adulti costruiscono giocattoli con materiali di recupero, educandosi alla cultura del riciclo e a un nuovo (antico) modo di intendere il “giocare”. Poi c'è la Giocoteca, dove i visitatori accedono a una straordinaria collezione di giochi da tavolo (vecchi anche di 80 anni) per entusiasmanti sfide in famiglia. Le esercitazioni di scrittura con pennino e calamaio (con tanto di pagella) sono pasticciosamente divertentissimi, così come il Giocamuseo, le Notti al Museo, i tornei di videogiochi e cartoni animati, le gettonatissime feste di compleanno. Per gli adulti è calendarizzata attività seminariale, con un programma di incontri, conferenze e corsi di aggiornamento.
A che fasce di utenza si rivolge?
Il concetto di gioco e di cultura ludica appartiene a ogni fascia di età e prescinde da connotazioni sociali o culturali. Il Museo si rivolge quindi a tutti. Nei giorni feriali alle scuole di ogni ordine (dalle materne alle università) attraverso visite guidate diversificate per toni e contenuti a seconda dell'età dei partecipanti, del curriculum richiesto dai programmi ministeriali e degli approfondimenti desiderati dagli insegnanti accompagnatori. Nel fine settimana e nei giorni festivi, il Museo si apre al pubblico delle famiglie con un fitto calendario di attività che spaziano dai laboratori di costruzione di giocattoli, alle cacce al tesoro e ai giochi dell'oca in Museo...vfino alle riproposte degli antichi giochi da strada, nell'adiacente Cortile dei BI-ricchini.
Qual è l’obiettivo primario del museo nel rapporto col pubblico?
Proporre una nuova idea di Museo. Non solo “Tempio delle Muse”, ma luogo di incontro, scontro, ritorno, partecipazione e condivisione. Ai pannelli alle pareti con dotte disquisizioni preferiamo la presenza di personale competente e accattivante, pronto a raccontare ogni singolo giocattolo esposto, stimolando l'interesse. I ricordi e le osservazioni dei visitatori diventano allora parte integrante del Museo. Un arricchimento umano inarrestabile.
Quali sono i problemi più grossi che finora ha incontrato e incontra una struttura come BI?
Gestire uno spazio poliedrico e dalle innumerevoli potenzialità “abitato” da partners con finalità diverse non è per nulla facile. Occorre coordinare le attività, confrontarsi continuamente, venire incontro alle differenti esigenze. In una parola, collaborare per poter offrire sempre il meglio alle famiglie, alle scuole e ai bambini.
Che novità ha in serbo per il futuro Bi, per il suo pubblico?
Bì vuole farsi sempre più conoscere dal grande pubblico quale centro per le famiglie e le scuole, luogo di incontro, di svago, di formazione. Uno spazio polivalente dove cultura, divertimento e stare insieme, siano alla portata di tutti. Bì – La Fabbrica del Gioco e delle Arti è una realtà unica a soli 18 minuti in treno dal centro di Milano, nel cuore dell’Area Metropolitana e punto di riferimento per tutto il Nord Milano. Una fabbrica di sogni per bambini che piace anche a mamme e papà. E che fa perdere a volte il senso dello scorrere del tempo, per ritrovarsi e riscoprirsi.