Ed eccoci alla seconda novità di primavera, La fioraia, del giovane esordiente Luca Di Sciullo. Una storia urbana minima, ma poi mica tanto a voler ben vedere. Dentro, infatti, ci sono cose grandi, come l'accorgersi di quello che abbiamo intorno, l'attenzione al guardare, il desiderio di uscire da sé ed entrare nella realtà per osservare anche solo un muro, una formica o una foglia, se necessario. La curiosità per chi non conosciamo e a un primo sguardo ci incanta, anche se è tanto diverso da noi. E poi, sì: va bene fare i libri coi famosi e famosissimi, ma volete mettere la soddisfazione di pubblicare giovani, quasi sconosciuti ma bravissimi, al loro primo libro? Qui Luca Di Sciullo vi racconta come è andata che si è deciso di fare questo libro.
Luca Di Sciullo, primo schizzo per La fioraia.
[di Luca Di Sciullo]
Da bambini rimaniamo assorti in un gioco per ore, incuranti di quello che ci succede intorno e del tempo che passa. Da adulti il tempo diventa arbitro autoritario delle nostre giornate, l’ora satellitare avanza inesorabile sullo schermo del nostro telefono cellulare dicendoci che siamo quasi sempre in ritardo, per il lavoro, per un appuntamento, per l’autobus…
Ma cosa succede quando un adulto scende da questa giostra frenetica per tornare a immergersi nel proprio intimo? Può succedere che nasca un libro illustrato.
Quando frequentavo l’Accademia di Belle Arti di Bologna ho sviluppato un progetto in cui ho indagato la necessità delle persone che vivono la “vita artificiale” della città di ritagliarsi un rifugio “naturale”, ad esempio prendendosi cura delle piante o di un animale domestico.
La fioraia, che poi è diventata la copertina del libro, faceva parte di quel progetto.
Quando mostrai a Giovanna la raccolta d’illustrazioni in bianco e nero, l'immagine della fioraia, oggi in copertina, seppe conquistarla per la compostezza e il magnetismo. Così nacque il libro.
Luca Di Sciullo, schizzi e prove per La fioraia.
Luca Di Sciullo, La fioraia, tavola definitiva.
È incredibile come un albo di sole 32 pagine abbia richiesto mesi di gestazione, durante i quali mi ha tormentato il dubbio sullo stile grafico da adottare, poi la soluzione non poteva che essere quella del disegno iniziale: infatti uno stile troppo realistico mi avrebbe allontanato dalla fioraia e dal messaggio che essa contiene.
Il libro è sempre stato pensato in bianco e nero, ed era pure ultimato quando, dopo una prima impaginazione, ci siamo accorti che quelle illustrazioni chiedevano il colore come una pianta chiede l’acqua e così ho dato da bere agli assetati, con acquerello ovviamente. Il risultato visivo è come se l’intero libro fosse disegnato da uno street artist sui muri della città, inizialmente definiti e brillanti, poi sbiaditi dall’usura della città.
Luca Di Sciullo, La fioraia, tavola definitiva.
Luca Di Sciullo, schizzi e prove per La fioraia.
Luca Di Sciullo, La fioraia, tavola definitiva.
Luca Di Sciullo, schizzi e prove per La fioraia.
La fioraia esiste davvero, ha un chiosco di fiori a Bologna di fronte alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Tornando verso casa ci passavo in mezzo tutti i giorni e dopo una camminata tra smog e cemento attraversare quel portale di fiori era rigenerante. Un giorno decisi di fermarmi a comprare qualcosa per avere informazioni su di lei, ma la conversazione fu telegrafica: «Da dove vieni?», «India». Niente di più.
La Fioraia è dedicato ai bambini , con l’auspicio che da grandi non perdano la capacità di estraniarsi e per gli adulti ai quali ho voluto regalare un momento di pausa.
Luca Di Sciullo, La fioraia, tavola definitiva.
Luca Di Sciullo, schizzo per La fioraia.
Luca Di Sciullo, La fioraia, tavola definitiva.
Luca Di Sciullo, schizzi per La fioraia.