Ringraziamo moltissimo Kiyo Tanaka per averci fatto entrare nel suo studio d'artista e laboratorio di incisione dove è nato il bellissimo libro La cosa nera che è fra i quattro finalisti del Premio Soligatto, prima fascia, e tra i dieci titoli finalisti della sezione Crescere con i libri della XV edizione del Premio Nati per Leggere .
[di Kiyo Tanaka]
Sono Kiyo Tanaka, autrice e illustratrice di La cosa nera. Vengo dal Giappone e sono felicissima di vedere il mio primo libro pubblicato in Italia. In questo post vi parlerò un po’ di me e di com’è nato il libro.
Sono cresciuta nella città di Saitama, dove sorgono le rovine di un castello, molti templi antichi e molte foreste. Da piccola giocavo sempre nei campi con gli altri bambini. Uno dei nostri luoghi preferiti era il canale di una risaia, dove ci divertivamo a catturare pesci e gamberi. Di tanto in tanto andavamo al tempio. I monaci ci facevano giocare con i loro cani e ci insegnavano a pregare. Posso dire di essere cresciuta in una bellissima comunità.
Disegnare mi piace fin da piccolissima. I miei genitori conservavano una pila di dépliant pubblicitari, sul cui retro disegnavo a matita o con una penna a sfera. Mi sono appassionata ai libri frequentando la biblioteca, dove leggevo albi illustrati e manga – da adolescente disegnai dei manga con un gruppo di amici. A dodici anni trovai in una libreria una rivista dedicata all’illustrazione nei libri per bambini, fu così che scoprii l’esistenza del mestiere dell’illustratore.
Ho frequentato l’Istituto d’Arte e poi l’Accademia di Belle Arti di Tokyo, specializzandomi in pittura a olio e incisione. A quei tempi facevo parte di un gruppo che produceva libri illustrati rilegati a mano, e lavoravo in una libreria per ragazzi. Dopo la laurea, iniziai a esporre i miei lavori in qualche galleria. Per ogni mostra mandavo un invito a editori di libri per bambini. Durante una di queste, allestita nei corridoi della metropolitana di Tokyo, un editore notò i miei lavori e mi chiese di illustrare un libro. Ricordo quella telefonata con grande gioia. Giovane com’ero, imparai moltissimo lavorando a fianco dell’editore e dell’autore.
Sono stata fortunata a incontrare molti artisti a Tokyo che volevano diventare illustratori come me: frequentando gli uni le mostre degli altri, siamo cresciuti insieme.
I miei illustratori preferiti sono Edward Gorey, Charles Keeping, Marie Hall Ets, Wanda Gág, Maurice Sendak, Joanna Concejo, Suzy Lee, Shaun Tan. I miei artisti preferiti Hiroshige e Kuniyoshi dello Ukiyoe e Odilon Redon. Gli autori preferiti Kenji Miyazawa, H.C.Andersen, E.T.A. Hoffmann, E.A.Poe, Tove Marika Jansson.
Ora passiamo a La cosa nera! L’ultimo libro che avevo pubblicato prima di questo, nel 2002, s’intitolava Miss Tomato e in Giappone aveva avuto grande fortuna trasformandosi in un longseller. Mentre lavoravo a Miss Tomato, iniziai a pensare a La cosa nera.
Intorno al 2000 mostrai i primi schizzi a un editore. A lui ne piacque uno in particolare, che ritraeva dei mostriciattoli. Decisi di fare un libro su un mostro e, nel 2001, raffigurai per la prima volta la cosa nera.
All'inizio – a dirla tutta per almeno dieci anni – creai storie diverse per lo stesso personaggio. A me piaceva scrivere, ma avevo molte divergenze con l’editore e il progetto finì nel dimenticatoio. In quelle storie la cosa parlava come un essere umano. Ripresi in mano il progetto solo dopo un vuoto di tre anni e dopo aver dato alla luce mia figlia. Cambiai il personaggio per renderlo più misterioso. La storia era raccontata attraverso la bambina, ovvero la cosa le dava accesso a un mondo nuovo, bizzarro e nostalgico.
Iniziai con un piccolo storyboard. Poi ne feci uno più grande. Disegnavo ogni scena più e più volte, finché non trovavo il modo migliore per raccontare la storia. Concordate l’idea e la struttura con l’editore, mi misi a fare delle sagome in rilievo. Ne feci moltissime!
Decisi di inserire nel libro le forme che più amavo disegnare, tra cui le vecchie case giapponesi. Mi piacciono gli oggetti antichi, perché sono belli. Anche le foreste mi piacciono. Mentre lavoravo a questo libro lessi da qualche parte degli asili nel bosco, e spesso andavo con mia figlia in mezzo alla natura.
La tecnica che ho utilizzato per La cosa nera è l’incisione su lastre di rame, detta incisione calcografica a puntasecca. L’incisione di ogni immagine richiede parecchio tempo e, inoltre, mia figlia era molto piccola: per finire il libro mi ci sono voluti quasi tre anni!
Con i libri precedenti avevo usato l’incisione soltanto per i contorni, dopodiché coloravo sul foglio con gli acquerelli. Per questo libro, tuttavia, ho lasciato all’incisione anche il compito di rendere le sfumature.
La cosa nera, uscito nel 2018, ha avuto un’ottima accoglienza in Giappone. Ha vinto il Premio Shogakkan e il Japan Picture-book Award (della School Library Association). Nel 2019 ha ottenuto il premio Purple Island del NAMI Concours in Corea del Sud. Oltre che in Corea, è stato tradotto negli Stati Uniti e in Francia, dove ha ricevuto recensioni favorevoli e candidature a premi. Sono molto felice che d’ora in poi potranno leggerlo anche i bambini italiani.