[di Marco Muscogiuri]
Tøyen è un quartiere nella zona orientale di Oslo, a venti minuti a piedi dalla stazione centrale e dalla famosa Operahuset, affacciata sul fiordo. Si tratta di un’area residenziale ricca di attrazioni culturali e storiche, famosa anche per le numerose opere di street art, situata a ridosso dell’Orto Botanico, nel quale vi è il Tøyen Manor, palazzo seicentesco che ospita il Museo di Storia Naturale.
Tøyen è anche un’animata zona residenziale multietnica, con una significativa presenza di insediamenti di edilizia sociale e un’alta concentrazione di immigrati, spesso associata anche a fenomeni di disagio sociale e povertà. Cuore del quartiere è il Tøyen Sentrum, centro polifunzionale che, attorno a una piazza centrale, raccoglie il mercato, spazi commerciali e di ristoro, parcheggi, residenze, uffici, un importante istituto di ricerca (il Nordisk institutt for studier av innovasjon, forskning og utdanning) e due biblioteche pubbliche di quartiere. Una di queste è destinata agli adulti, l’altra, la Deichman Biblo Tøyen, ha la particolarità di essere destinata esclusivamente a ragazze e ragazzi ed è un posto veramente speciale.
Il sistema bibliotecario di Oslo consta di 22 biblioteche, tra cui la grande e avveniristica Deichman Bjørvika, inaugurata nel 2020, situata in adiacenza alla stazione centrale e caratterizzata dalle sue facciate in vetro satinato e i vasti open space interni con viste mozzafiato sul fiordo.
La particolarità della Biblo Tøyen, invece, è – come si diceva – quella di essere destinata solo a ragazze e ragazzi tra i 10 e i 15 anni. Aperta tutti i giorni dalle 14 alle 19 (nel fine settimana dalle 12 alle 16), nei giorni feriali si popola dei ragazzi del quartiere mentre nel weekend vengono da tutta Oslo.
I ragazzi amano questo posto perché è soltanto loro, lontano dai genitori, dai fratelli o dalle sorelle più grandi o più piccoli.
È un posto un po’ folle e un po’ magico, una via di mezzo tra un “Gabinetto delle Meraviglie”, il magazzino di un trovarobe vintage e un sogno lucido di Terry Gilliam, partorito dalla creatività di Aat Vos, architetto esperto in progettazione di “luoghi terzi” (che ha realizzato anche altre tre biblioteche di Oslo: la Tøyen adulti, la Grünerløkka e la Stovner), mischiando oggetti di ogni genere riciclati e reinterpretati.
Parcheggiato al centro dell’open space, ad esempio, vi è un vecchio camion Volvo, il cui cofano aperto accoglie un divano a due posti, e il cassone sul retro è stato trasformato in laboratorio di cucina. Due Ape Piaggio arancioni sono state trasformate in espositori e piani attrezzati per workshop e videomaking. I vagoncini di una cabinovia sono spazi raccolti, con tavolini per studiare o giocare a scacchi o con i giochi da tavolo. Pezzi di giostre sospese o appoggiate su pedane diventano spazi di riunione e chiacchiera. I grossi canali dell’impianto di condizionamento sono integrati in una parete con oblò e nicchie imbottite, richiamando gli ambienti del sottomarino Nautilus di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne.
Lungo le pareti scorrono librerie sospese, fatte di assi in legno recuperate. Un flipper è stato trasformato nel banco dei bibliotecari. Divani e poltrone vintage sono stati riciclati e riutilizzati, e vecchie porte sono state trasformate in tavoli. Una parete di specchi deformanti nasconde spazi di deposito del personale, mentre all’ufficio dei bibliotecari si accede da una rossa cabina telefonica londinese. Molte pareti sono coperte di bellissimi graffiti. Una sorta di wunderkammer con 40 vecchie antine con retina metallica espone giochi da tavolo, peluche, giocattoli, oggetti di vario genere. Su un’ampia pedana in legno è allestito un palco per proiezioni, per suonare musica, svolgere attività di narrazione e drammatizzazione, con un green screen srotolabile per la realtà aumentata. Quasi tutto è sospeso a binari che corrono a soffitto, per cui tutto può essere spostato, e ogni volta per i giovanissimi utenti è una sorpresa e una caccia al tesoro.
La biblioteca ha soltanto 3.000 volumi, tra libri e fumetti scelti con molta cura ed esposti per aree tematiche, ma accoglie tantissime attività: incontri con scrittori, cineforum, giochi da tavolo e playstation, workshop di ogni genere (dal coding al giardinaggio, dal cibo al videomaking, dalla musica alla scrittura, dal disegno al game design, etc.), un laboratorio di cucina dove i ragazzi, con gli educatori, fanno la spesa, cucinano e mangiano assieme. “È l’occasione per spegnere i cellulari, aprirsi un po’ e parlare della vita e delle cose più importanti” – mi spiega Carmen, la gentile educatrice che mi ha accolto – “per stare assieme e imparare i social skills fondamentali”.
Biblo Tøyen è davvero un posto sorprendente e affascinante.
Piccola nota polemica a margine, da architetto progettista di biblioteche. Con un po’ di mestizia, non posso fare a meno di notare che – se anche avessi la possibilità di progettare un posto così – in una mia biblioteca non potrei riproporre quasi nulla di quello che vedo nella Biblo Tøyen. Nessuno degli arredi o degli elementi che compongono questo straordinario allestimento risponderebbe alle drastiche norme italiane che devono essere rispettate dagli arredi delle nostre biblioteche: dalla certificazione ignifuga in classe 1 (la più severa) richiesta ormai nella maggior parte dei casi anche per tavoli e scaffali, ai fantomatici CAM (Criteri Ambientali Minimi) del Decreto Ministeriale 254/2022, che vincola fortissimamente l’acquisto e la realizzazione degli arredi per le Pubbliche Amministrazioni. Forse l’aspetto del riuso e del riciclo potrebbe in qualche modo ovviare alla questione dei CAM, ma sulle caratteristiche ignifughe il corpo a corpo con tecnici dei Vigili del Fuoco e validatori vari sarebbe sfiancante. Per non parlare della rispondenza a varie Norme UNI e a tutta una serie di norme sulla sicurezza, applicate da noi in modo fermo e inflessibile, che qui non potrebbero trovare riscontro…
Osservo dunque con molta invidia questa e le altre biblioteche allestite da Aat Vos, non soltanto per il suo grande talento creativo, ma anche per la libertà di cui gode, e penso che se gli fanno realizzare cose così, che da noi non ti farebbero mai fare, evidentemente in Norvegia (e in Olanda, e in Danimarca, e nel Regno Unito, e in Svezia, e in Finlandia, etc.) l’Amministrazione Pubblica non deve proprio avere a cuore il benessere e la sicurezza di bambini e ragazzi…