Fra i nuovi albi illstrati appena usciti c'è il nuovo titolo della trilogia che Paolo Ventura ha dedicato agli animali in città, Avventura di un merlo a Parigi.
[di Giovanna Zoboli]
Il 28 febbraio a Gaggiano, alle porte di Milano, è stato salvato un lupo caduto nel Naviglio Grande. E qualche tempo fa, alcuni studiosi di questo animale recentemente ne hanno registrato la presenza nel milanesissimo quartiere di San Donato. A Roma i cinghiali si servono direttamente dai cassonetti e frequentano parchi e giardini, indisturbati. Da anni le volpi tengono compagnia ai londinesi. Qualche giorno fa, un innocuo serpentello è salito su un Frecciarossa, e ha viaggiato tranquillo finché non ha seminato il panico fra i viaggiatori.
Che la vita selvatica stia prendendo piede all’interno dei tessuti urbani in espansione, peraltro, è cosa nota. E durante il Covid è stato improvvisamente chiaro a tutti, in tutto il mondo che, mentre noi umani, ciechi a tutto ciò che non riguarda i nostri affari, viviamo le nostre vite, accanto, invisibili, ci scorrono quelle di un mondo animale che trova nei nostri ambienti condizioni a lui favorevoli, come una maggiore disponibilità di cibo e persino terreni meno inquinati (rispetto alle zone agricole dove i pesticidi impazzano). Nel corso della pandemia, un profluvio di video, al grido di “la natura si riprende i suoi spazi!” (cosa purtroppo non vera, a causa di politiche ambientali sempre meno efficaci e sempre più avversate), si è riversato sui social, mostrandoci città deserte in cui passeggiavano anatre, nidificavano aironi, andavano a caccia tassi e rapaci, saltavano mufloni, finalmente non intralciati dagli ingombrantissimi esseri umani.
Di tutto ciò parla Menno Schilthuizen, biologo evoluzionista ed ecologo olandese, nel bel saggio Darwin va in città, edito da Raffaello Cortina Editore, a cura di Telmo Pievani, che spiega come adattamenti evolutivi stiano emergendo a una velocità senza precedenti, facendo sviluppare a piante e animali nuove caratteristiche e abitudini in ambienti creati dall’uomo, inaugurando un nuovo capitolo nella storia dell’evoluzione in cui emergeranno forme di vita mai viste prima, un processo che avviene in modo molto più rapido di quanto Darwin avrebbe potuto immaginare.
I libri di Paolo Ventura, fotografo e illustratore, di cui è appena uscito il terzo titolo, Avventura di un merlo a Parigi, toccano il tema di queste vite invisibili, raccontando le loro storie. Se il ritratto delle città, la descrizione della loro identità, è affidato alla fotografia, che ne riporta le atmosfere sospese, notturne, quasi metafisiche, dove gli umani scarseggiano, quello degli animali e delle loro avventure è consegnato all’illustrazione che ne restituisce la grazia e il mistero.
Se la lucciola protagonista del primo titolo ,volava smarrita attraverso gli scenari notturni di una Milano monumentale e vuota; se, inseguendo l’amore, il delfino protagonista dell’avventura veneziana solcava canali nel tempo immobile della città lagunare, nell’ultimo libro, un bel merlo dall’elegante livrea, “sofisticato e amante dell’arte”, decide di cercare per sé “un posto speciale” nella raffinata e mondana capitale francese, regno del lusso e della vie en rose.
Il sogno di essere accolto dalla città, presto si infrange con la scarsa ospitalità dimostrata dagli spigolosi abitanti nonché da celebri monumenti, per i quali una creatura straniera in cerca di fortuna è un problema. E qui i destini umani e animali si incontrano, perché cercare una vita migliore in una terra nuova riguarda, oggi, tutte le creature viventi che per i cambiamenti epocali in atto affrontano contesti a loro ostili (e accanitamente legati ai propri privilegi). Dunque, il libro mostra in filigrana, con immaginazione, poesia e tenerezza, senza mai essere didascalico, alcune fra le tematiche più pertinenti alla nostra contemporaneità.
Come avviene anche nelle precedenti storie, un improvviso rivolgimento della sorte regala alle speranze del giovane protagonista una via di fuga verso orizzonti più ampi e generosi. Nel caso specifico, una mano amica e pudica offrirà al merlo un nido più confacente alla propria natura.
Sappiano lettori e lettrici che il deus ex machina di questo lieto fine - il misterioso uomo col cappello che nelle illustrazioni percorre le vie di Parigi e di cui non vediamo mai il volto per tutta la storia - è l’autore stesso, Paolo Ventura, che nelle immagini si ritaglia un posto da comparsa, un po’ come si divertiva a fare Alfred Hitchcock nei suoi film. Lo avevamo, peraltro, già incontrato una volta, in Avventura di una lucciola a Milano, unico abitante che fa la sua apparizione nella metropoli vuota, in una illustrazione mentre si fuma un sigaro nella pace notturna. Il fotografo e artista milanese non è nuovo ad apparire nelle trame che si diverte a costruire con le proprie immagini. È accaduto, per esempio, nella serie delle Short Stories, realizzate dal 2012 al 2015, e in cui compaiono anche il figlio Primo, la moglie Kim e il fratello gemello Andrea.