Come si legge sul sito, obiettividi questa singolare istituzione sono la valorizzazione e il rispettodel silenzio e dei suoi luoghi, della ricerca interiore, dell'ascolto disuoni, voci, natura, contro l’inutile rumore; l'approfondimento delleoccasioni e delle risorse intellettuali che hanno la necessità delsilenzio; la sperimentazione di un “linguaggio del silenzio” e diuna sua grammatica, necessari all'ascolto e alle parole. Segnaliamo,fra l'altro, che qualche giorno fa a questa iniziativa Radio3Suite ha dedicato largo spazio.
Nel sito, ci ha colpito molto un articolo di Anna Cecchini,La voce del silenzio, che racconta dellarelazione fra bambini e silenzio in una ordinaria giornata divita alla scuola d'infanzia. Le sue parole ci hanno conquistati,e dato la misura, nel breve volgere di poche frasi, di quanto,nella pratica educativa, il silenzio sia una dimensione necessaria,addirittura vitale ai tempi e ai modi della sensibilità e dellapercezione infantile.
Anna Cecchini, della quale trovate quiun dettagliato profilo, è collaboratrice scientifica della LiberaUniversità dell’Autobiografia. Attualmente opera presso l’istitutocomprensivo di San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini. Daanni, sperimenta insieme ai bambini la pratica narrativa autobiografica,in questo caso legata al silenzio. Quando l'abbiamo contattata perchiederle il permesso di pubblicare il suo scritto, ci ha raccontato inche modo, ogni mattina, porta fra i bambini questa esperienza.
AnneHerbauts, Silencio, Casterman2005. |
Almattino, l'ingresso dei bambini a scuola è accompagnato da un sottofondomusicale. Il momento è prolungato, vivace, accogliente, connotato dasaluti, scambi, dialoghi fra la maestra, i genitori e i bambini, che siritrovano e interagiscono liberamente fra loro negli spazi predisposti(l’angolo del disegno, dei libri, della casa della bambola, deltappeto con i materiali, il tavolo degli animali ecc); alle nove seguela chiusura del cancello. Dopo un veloce riordino degli ambienti, Annasi siede in quello che viene chiamato “l'angolo delle parole”, doveinvita i bambini a fermarsi, a sostare all'ascolto «del silenzio chec'è in tutte le cose». Ogni giorno quindi, i bambini sono invitatia leggere il silenzio «che si trova ovunque»: si osserva un colore,un oggetto e silenziosamente si pensa e ogni pensiero si ricollega aun altro e poi a un altro ancora. Dopo questa lunga pausa, in cui ibambini singolarmente sono assorti nell'ascolto, e immersi a rifletteresull'esperienza che fanno, segue l'invito di Anna a comunicare aglialtri impressioni, sensazioni, emozioni. Si ricomincia, dunque,a parlare, ma, secondo le indicazioni della maestra, a bassa voce:perché le parole che sorgono dal silenzio portano con sé qualcosa diimportante di questa esperienza, sono parole che nascono diversamente ehanno bisogno di una voce che sappia dire, con il tono giusto, la curae l'attenzione. Mentre i bambini parlano, Anna scrive, appuntandosi iloro pensieri. E quando lo scambio ha termine, Anna legge il fruttodelle loro osservazioni, citando i loro nomi e i bambini si sentonofieri. E di nuovo ci si scambiano riflessioni, idee, considerazioni,su quel che si è detto, ascoltato, provato. A noi sembra che il lavorodi Anna abbia un'importanza e una profondità straordinarie. E siail segno di un umanesimo vivo, attento, tenace, che non si arrende alcaos e al degrado, e li combatte, certo, silenziosamente, ma con armiaffilate.
Vi proponiamo lo scritto di Anna, certi che anche amolti di voi questa esperienza interesserà.
Scuola dell’infanzia… ore 9,15 di una mattinadi dicembre 2010.
Così, nell’angolo delle parole, sicomincia una nuova giornata.
Finestra mezza aperta…vociare di bimbi… confusione, frastuono, chiasso…tanto!
Poi un gesto, un richiamo all’ordine, all’ascolto,all’attenzione…
“Bimbi… Ssssss… arriva… è la voce delsilenzio!”
E subitamentecalano i toni, sopraggiunge la calma… bisbigli… silenziosità.
Occhi grandi, incuriositiscrutano la finestra. Affascinati, aspettano ormai ogni mattina diascoltare quel magico silenzio, pressoché amico, che torna a trovarciper indurci al suo stare… e nell’attesa osserviamo, ci incantiamo…Ammaliati, scopriamo la meraviglia nascosta nei colori e nelle cose checi circondano.
Ora ascoltiamo:si odono rumori diversi che si sentono solo quando c’è davveroil silenzio, effetti sonori mai uditi. Il fruscio delle foglie che sidistaccano dagli alberi trasportate da una folata leggera… “il ventoche fa il tamburo”, un cane che abbaia “da laggiù”… macchinelontane che suonano… e poi più niente! Silenzio…! Silenziosamentecaptiamo il suo benessere, la sua armonia che si addentra neinostri corpi e diventa rilassamento, attenzione, ascolto… èemozione!
AnneHerbauts, Silencio, Casterman2005. |
“Io lo sento nelle braccia, mi scende dalla testa nelle bracciae poi nei piedi”(C. 5 a)
“È bello, lo sento nellatesta, gira intorno!”(L. 5 a.)
“Si, è come una pallache gira…!”(S. 5 a.)
“Io lo sento qui, sul collo…mi tocca!”(S. 3 a.)
“Il silenzio ci fa stare riposatie si sta anche bene!” (A. 4 a.)
“Mi fa tranquillarela testa!”(K. 5 a.)
“Mi fa riposare la testa e ilcervello… Si pensa di più”
“Anch’io lo sentonella testa: mi fa sentire di più le cose, le vedo di più. Col chiassoqueste cose non ci sono !” (L. 5 a.)
“Io lo sentonelle gambe… si muovono più piano!”(A. 4 a.)
“Le mieorecchie non fanno più zzzzzzz…!!!”(A.4 a.)
“Ci favenire belli, zitti…”(G. 3 a.)
“Mi fa bene nel cuoree mi fa diventare bella da tutte le parti… anche più buona”(V. 4a.)
“La magia del silenzio mi fa essere allegra e mifa pensare bene. Fa bene al corpo perché bisogna ascoltare tutti, colchiasso non si può ascoltare, col silenzio si…” (S. 5 a.)
“C'ho i brividi e mi sono emozionato… mi piace, mi fa fermare”(M. 5 a.)
E dopo un po’sembriamo più leggeri,più sorridenti e i nostri sguardi sembrano brillare come incantati dallatranquillità.
AnneHerbauts, Silencio, Casterman2005. |
Spontaneamente, “nell’angolo delle parole”, in silenzio,di giorno in giorno il gioco si gode, si prolunga… le sensazioniaumentano; le parole che volano nell’aria sono analisi vere diascolti interiori, di emozioni. L’esperienza ormai è diventataparte anche del gioco libero. Volutamente i bambini, a piccoli gruppi,di tanto in tanto chiedono di dividersi in spazi più tranquillidella scuola, “per parlare piano” e per ascoltare “lavoce del silenzio”.