Che anno era? Mi sembra il2005.
I Topipittori esistevano da un anno, e siccome inquel periodo avevo avuto alcune collaborazioni con Vibrisse,il bollettino di scritture e letture di GiulioMozzi, mi venne in mente di proporre un articolo chetrattasse della difficoltà, per un editore per ragazzi, di trovarebuoni testi per libri illustrati, cercando di mettere in lucele ragioni del problema. Nel cercare di far questo, poi, mentrescrivevo, mi resi conto di dover spiegare molte cose a propositodella nostra casa editrice, dei motivi per cui eravamo nati, delmodo in cui lavoravamo, degli obiettivi che ci eravamo proposti,della nostre esperienze professionali prima di diventare editori, delrapporto con i nostri autori e illustratori, del modo in cui pensavamoe cercavamo di realizzare i libri illustrati.
Spiegai perfino la ragione per cuila casa editrice si chiama Topipittori, cosa che ci viene chiestasempre, praticamente ovunque andiamo. Tutto questo fecesì che l'articolo in corso di redazione assumesse la forma di un ritrattoabbastanza fedele della casa editrice, oltre che di una riflessione sullascrittura e sulle immagini, e in generale sulla letteratura illustrata perbambini e ragazzi. Fu per questo che poi il pezzo si intitolò Lavera storia dei Topipittori.
In effetti, raccontavaun pezzo abbastanza significativo della nostra storia e dava unadescrizione, fra l'altro ancora abbastanza corrispondente, dello spiritocon cui ci dedicavamo al lavoro di editori.
Questo articolo sta da sempre nella paginaChisiamo del nostro sito, ed è stato moltoletto. Numerose sono le persone che quando ci mandano i loromateriali, cominciano il messaggio informandoci di avere letto Lavera storia dei Topipittori e di trovarsi in sintoniacon le nostre idee, oppure di essere un po' dubbiosi riguardo al fattoche quel che ci mandano, testi o illustrazioni, possano effettivamenteandare bene per noi. L'articolo in effetti suscita entrambe le reazioni,che dunque possono anche darsi congiunte, il che è comprensibile: nonsempre le idee che abbiamo su quel che vorremmo fare coincidono con quelloche riusciamo a fare, nella pratica.
Studiare, documentarsi, provare,riprovare, esercitarsi serve, appunto, a superare questo gap.
Oggi abbiamo deciso di pubblicare nel blog questo pezzo perchi, eventualmente, non lo conoscesse ancora e potesse essereinteressato alla sua lettura. I temi affrontati sono quelli checi stanno a cuore da sempre, vale a dire: la parola e l'immagine,il loro rapporto, il concetto di libro illustrato, album o picturebook, i tanti modi in cui questo è stato e viene fatto. Temi che nelnostro blog sono stati trattati anche in un altro post, dal titolo Educareallo sguardo è educare al pensiero, anchese in una chiave un po' diversa.
Ovviamente, adesso sono passatialcuni di anni. Oggi la nostra esperienza è maggiore e uno scritto comequesto, se venisse riscritto, si arrichirebbe di una grande quantitàdi riflessioni e di esperienze importanti, legate alla produzione,all'ideazione, alla progettazione dei libri, oltre che a una quantitàdi letture sul tema che hanno approfondito le nostre conoscenze. Però,la sostanza rimane invariata.
E in più... posso dire che tuttosommato questo è uno scritto divertente?
Sovracopertadi La famosa invasione degli orsi in Sicilia,Rizzoli, 1945 |