“Io sono stato qui”. È scritto sullalavagna, a fianco di un mappamondo.
GaiaGiani, giovane fotografa, filmaker e video artista, èentrata sotto voce in una scuola Montessori di Milano per raccontaredue stagioni della vita dei bambini, prima e dopo l’estate.
Io sono stato quiè l’affermazione chiara e luminosa dell’incontro con un luogo edevoca simultaneamente un passaggio.
“Qui” è il protagonista diquesto progetto fotografico: dopo la casa, la prima relazione che unbambino ha con il mondo è la scuola.
I gradini su cui rotolarsi, i muri susui arrampicarsi, la ghiaia con cui giocare, le sbarre che nonsi possono oltrepassare, le sedie dove fermarsi ad ascoltare,i banchi su cui appoggiare gomiti matite o macchinine,il tavolo dove mangiare insieme, le pareti dove appenderedisegni e calendari, la finestra dove guardare fuori, ilcortile dove salutarsi in lacrime.
È unafotografia fisica, che esplora con sguardo delicato e discreto comei corpi si muovono, giocano, mangiano, colorano, sentono e cambianoin uno spazio. Ed è l’accoglienza e il calore di questo spazio,ma anche la sua rispondenza al vero e la sua essenzialità, cheaccompagnano e guidano con libertà l’esperienza dei bambini. Crescereincomincia dall’attraversare.
“Qui”l’infanzia prende corpo. Come appunti su carta a quadretti eilluminazioni fuori dal tempo, negli scatti fotografici l’infanziasi fa luogo in cui tornare per attraversare nuovamente il sentiredella possibilità.
Tutte le fotografie sonotratte da Io sono stato qui, Gaia Giani, Quaderno 01 di ThePhotographers’ room 2013.