[diRoberta Martinucci
C’erauna volta,
anzi, no! C’è, questavolta, Calembour.
Calembour è la nostra storia. Dapiccola sognavo che un giorno avrei progettato giocattoli. Pensavoperò che sarebbe rimasto un bel sogno, e lo coltivavo, lì nelcassetto, protetto dalle parole dei grandi che mi avrebbero messoin guardia sulla stramberia di questo lavoro. Tutte le scelte cheho fatto crescendo hanno, però, lasciato aperta la porta in questadirezione, finché a maggio dell’anno scorso mi sono iscritta alcorso di alta formazione in Design del Giocattolo del Politecnicodi Milano.
E lì che ho incontrato Alessandra Falconi -mamma stupenda e ragazza curiosa che quando parla crea l’attesa el’attenzione di chi sta per raccontare una nuova favola -, EmanuelaStocco - timida e gentile, di quelle che non ti abbandonano - e MartaGaraventa - critica e attenta, che guarda il mondo a testa in giùper poter porre le migliori domande da nuovi punti di vista.
Abbiamo progettato per Hape e partecipato al concorso VivaWoodcon buoni risultati. Guardandoci negli occhi, ci siamo prese permano, abbiamo deciso di crederci con forza e di puntare a parteciparealla fiera internazionale del giocattolo di Norimberga, vera provadel nove per capire se il nostro modo di giocare e di far giocaresarebbe stato apprezzato anche fuori dai confini italiani. Così,abbiamo fondato la cooperativa Calembour design.
Amiamo le storie. Ce ne raccontiamo tante, a turno siamo ilcantastorie le une delle altre. I nostri giochi nascono lenti,tra un confronto e una poesia, una chiacchierata e un'immaginesuggestiva.
Otto occhi e otto mani: suggerimenti,perplessità, critiche entrano in circolo per fare di ogni gioco unseme da affidare a piccole mani.
Crediamo nei bambini,nella voglia di crescere, e di svolgere la loro attività più seria:giocare. Crediamo che i giochi debbano essere strumenti a lorodisposizione. Crediamo nell’intelligenza del gesto, che conoscese stesso solo facendo. Crediamo nei racconti, quelli conosciuti,quelli dei nonni, quelli di paesi vicini e di paesi lontani, quelli chenarrano di eroi e quelli che rendono le cose più semplici sorprendenti emeravigliose.
Crediamo in una sfida difficile: che una buonapreparazione accademica, delle buone idee continuamente alimentate,un sogno autentico condiviso in quattro, la progettazione e laproduzione in Italia possano attraversare i confini della crisi, delconsumismo, della distribuzione di massa.
Eccoi cinque giochi che abbiamo presentato a Norimberga con marchio Italiantoyby Calembour design.
Pablo Pi, gioco perxilografare e riconoscere le emozioni.
Gregor Sa, creatore di insetticon texture scientifiche per il frottage e spunti perfare interagire le creature in un libro; un poster, unteatro: spazi della fantasia.
Francis Di, veliero d’ombre colorateche salpa dalla parete della camera verso il destino piùremoto dell’immaginazione.
Bruno Emme, galleria d’arteper esporre le proprie opere, giocare con le geometrie evalorizzare le collezioni di sassi, foglie, rametti e altripiccoli oggetti, veri tesori.
Münchhausen Bi, teatro, favoliere; quinterotanti che appaiono, scompaiono, si ribaltano e assumono ruoli diversiper tutte le storie che ancora non sono state raccontate: perseverarea non raccontarle sarebbe un peccato.
Amarzo 2014, in seguito alla selezione di Calembour tra le prime 12proposte su 451, abbiamo iniziato, presso i Frigoriferi Milanesi, ilpercorso di incubazione per start up di innovazioneculturale gestito da Avanzi-Make a Cube insieme aFondazione Cariplo.
Completare le competenze e ridurre i fattori di rischiosono le nostre mete per essere sempre più pronte a progettarenuovi giochi, progettare e gestire laboratori e installazioniper bambini e mettere in commercio prodotti finiti.
A chi desidererà seguire Calembour design, segnalo la nostra pagina Fbe il sito.
Ringrazio di cuore iTopi per avermi offerto di parlarne su questo blog.
Nella stessa rubrica, abbiamo pubblicato:
Tre cose che mihanno molto colpito;
Le illustrazioni nascono anche così;
Quadernini;
Sono una fabbrica diillustrazioni;
e tanti altri, che trovate qui.