Però,siccome mi sembrava un po' poco per farci un post, ho cercato qualcosada dire. E mi è venuto in mente che qualche giorno fa, un'amica - cheè anche una brava illustratrice - mi ha scritto e fra le altre cose miha detto che sarebbe andata a fare un corso con un certo docente in unacerta scuola. Io le ho risposto: ma perché vai a fare un corso con quellolì? Tu sei molto più avanti di lui. Non ti serve un corso con uno che hauna visione dell'illustrazione così.
Fortedi un'esperienza pluriennale e della convinzione di avere semprequalcosa di interessante da dire, dichiaro qui che le vere ragioniper cui si partecipa ai corsi sono:
1) mettersi in una condizione scomoda, con la sediasbagliata, un tavolo troppo stretto, i gomiti di qualcuno che ti urtano,il rumore, l'odore di chiuso a fine giornata, il bagno in comune,una musica che non scegli tu;
2) essere costretti a decidere, primadi partire, che cosa portarsiappresso, visto che non ci si può portare appressotutto (anche se qualcuno ci prova);
4) osservare come lavorano gli altrie capire che, anche se ognuno lavora a modo suo, il modo deglialtri non è necessariamentequello sbagliato;
5) lavorare insieme agli altri, visto chetroppo spesso si lavora soli e a furia di lavorar soli ci si avviluppasu se stessi e non si sa più chi siè e dove si sta andando;
7)farsi dare dei compiti a casa e prendersi la libertà di non farli;
9) trovareuna scusa per ritrovarsi con i compagni dopo ilcorso e abbracciarsi, sorridersi, ridere, chiacchierare
Epilogo cronachistico:alla mostra era associata una votazione. Si sapeva che nessunoavrebbe vinto niente, se non il piacere di essere statovotato. Comunque, per dovere di cronaca, il maggior numero divoti sono stati attribuiti agli Esercizidi Licia Pittarello. Brava!