La musica senza parole del sapere

Qualche giorno fa, insieme a Giulia Mirandola, alla Biblioteca di Corbetta, nell’ambito di Corbettapicturebook. Piccolo festival dell’albo illustrato, organizzato da Paolo Testori, abbiamo tenuto un incontro sui wimmelbücher, (conosciuti in italiano, stando alla traduzione letterale, libri brulicanti) in particolare quelli di Rotraut Susanne Berner, dal titolo La musica senza parole del sapere: racconti, trame e alfabeti visivi.

Da dove viene questo titolo? Nel suo saggio Non ci vuole niente a distruggere la bellezza, contenuto in Ad occhi aperti (2012, Donzelli), Giulia Mirandola cita un brano in cui Franco Maria Ricci presenta il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini: «Espugnato un convento, e soddisfatti i bisogni primari di cibo e di saccheggio, qualche Unno o barbaro ignorante di alfabeti sarà certo penetrato sino alla Biblioteca e là avrà sfogliato con meraviglia un codice miniato. Vorrei che il lettore sfogliasse il Codex Seraphinianus come quel guerriero; oppure come un bimbo che non ha ancora appreso la lettura ma che gioisce dei sogni e delle fantasie che le immagini suggeriscono […] Osservandone le partizioni, il lettore avrà forse l’impressione di ascoltare la musica senza parole del Sapere.»

Illustrazioni dal Codex Seraphinianus.

Il Codex fa parte, infatti, di quei libri che, privandosi scientificamente e strategicamente delle parole (in questo caso vi sono parole la cui lettura è negata perché appartengono a una lingua illeggibile), spingono il lettore a modalità di lettura non passive; si rivolgono a lui facendo appello alla sua capacità di osservazione e interpretazione, lo pretendono attivo, creativo, intelligente. Libri che hanno per oggetto la trama misteriosa della realtà e la organizzano in forme e strutture che lasciano al lettore il compito di decifrarla, di leggerla. La musica senza parole del sapere, appunto. In realtà la lettura, sempre, chiede al lettore questo approccio, tuttavia il rapporto con le parole, in particolare superata l’infanzia, può cadere in dinamiche passive in cui prevalgono automatismi, pigrizie, attribuzione di significati semplificati, facili, schematici, scontati. La tirannia del significato (come se questo fosse estraibile dal testo verbale e mai da quello visivo), del contenuto sulle forme, ci fa schiavi di un modo di leggere depauperato, che prevede la separazione di un messaggio certo e chiaro dalla materia sfuggente e dinamica della forma.

Dunque il sottrarre al lettore le parole diventa una strategia per risvegliarlo all’interpretazione, all’attenzione al codice svincolato dai significati dati, quel tremendo 'messaggio' che si pensa si debba estrapolare, appunto, dalla forma, per non costringere il lettore ad affrontare la complessità e ambiguità dei codici visivi che sfuggono a letture univoche e meno delle parole si prestano alla letteralità. La nostra mente, la percezione, peraltro, sono strutturate e predisposte per dare ordine, forma e senso alle cose. I libri senza parole puntano non solo a ricordarcelo, ma a farci fare un serio esercizio in questo senso, ad allenare ed educare la tendenza fisiologica del nostro cervello e dei nostri sensi alla logica e al senso.

Shaun Tan, The Arrival.

La maggior parte dei wordless book adottano questa strategia e nascono con queste finalità. Un esempio che piace portare è il magistrale The Arrival di Shaun Tan (L’approdo), che interessa citare qui perché in questo libro, come nel Codex, sebbene con impostazione diversa, troviamo un mondo sconosciuto descritto in ogni dettaglio, accompagnato da una lingua illeggibile, aliena, che in quanto lettori 'analfabeti' non siamo nelle condizioni di leggere (Shaun Tan spiega di aver inventato questo alfabeto immaginario per mettere il lettore nelle condizioni di un immigrato che approda a un mondo di cui non conosce la lingua).

Sappiamo che i libri senza parole, spesso e non solo in Italia, sono guardati con diffidenza dagli adulti che non ne conoscono la sostanza e pertanto non ne comprendono le strategie cognitive e narrative, e ritengono i codici visuali più facili, più elementari rispetto a quelli verbali, e quindi adatti solo alle prime fasi dell’avviamento dei piccoli alla lettura e alla cultura. I bambini, invece, vi si trovano bene, probabilmente perché, come sottolinea Munari, sono esperti interpreti e osservatori di immagini rispetto agli aniconici o solo molto distratti adulti. Vi si trovano bene anche per una ragione molto semplice, ma molto potente: i libri senza parole fanno leva su un meccanismo fondamentale che accompagna la lettura che è il piacere della decifrazione, della scoperta che da sempre è uno dei grandi motori della conoscenza e del sapere, sia in età adulta sia durante l’infanzia (su questo consiglio alcune pagine fondamentali contenute nel saggio Lacuna. Saggio sul non detto di Nicola Gardini).

Fra i libri senza parole, sicuramente i campioni di questa strategia che associa immagini senza testi a piacere della lettura, intesa come vero e proprio gioco narrativo, sono i wimmelbücher, definizione tedesca che significa libri brulicanti, ovvero formicolanti di personaggi, panorami, ambientazioni.

Mitsumasa Anno, Il viaggio incantato.

Vi sono celebri autori che hanno portato a splendore questa tipologia di libro. Uno è Mitsumasa Anno, di cui un libro è Il viaggio incantato, riedito da Babalibri nel 2018: un viaggio attraverso l’Europa, nel tempo e nello spazio, in cui il lettore è invitato a seguire un omino vestito di azzurro attraverso paesaggi spaziali e temporali diversi. Un racconto costruito con una finezza narrativa straordinaria, intessuto di citazioni artistiche e letterarie, come segnala Anna Castagnoli, in un articolo uscito nel 2017 sulle Figure dei libri. Da un certo punto di vista, stando alla definizione di wimmelbücher, potremmo considerare tali anche alcuni album di Claude Ponti, come per esempio lo scatenato e caotico Blaise et le château d'Anne Hiversère, del 2004, in cui l’esuberanza dell’immagine eccede di gran lunga la misura del testo, e la cui tavola centrale è una sorta di summa dell’immaginario della letteratura illustrata infantile di tutti i tempi. Tuttavia i wimmelbücher, così vuole la regola, non hanno testo, o meglio lo possono avere, ma sotto forma di scritte e indicazioni verbali che compaiono all’interno dell’immagine e ne fanno parte organicamente.

Claude Ponti, Blaise et le château d'Anne Hiversère.

I wimmelbücher, come segnala il termine che li designa, si sono affermati come genere in area tedesca, e probabilmente i loro autori più noti sono Ali Mitgutsch, ritenuto il loro inventore negli anni Sessanta (in Italia pubblicato da Gallucci), e Rotraut Susanne Berner di cui escono in libreria adesso Primavera ed Estate, i due nuovi volumi del ciclo I libri della stagioni, dopo che alla fine del 2018 sono usciti Autunno e Inverno (a settembre 2019 uscirà l’ultimo volume dedicato alla notte).

Un articolo di Cornelia Rémi del gennaio 2011, Reading as Playing: The Cognitive Challenge of the Wimmelbook, docente di letteratura moderna all’Università di Tubinga, segnalato da Giulia Mirandola in Libri senza parole? Li voglio subito (in Ad occhi aperti), e riproposto qualche mese fa da Cartastraccia, a cui questo pezzo è debitore per riflessioni e informazioni, segnala l’ascendenza dei wimmelbücher dalla pittura cinquecentesca fiamminga, in particolare Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel.

Se Bosch nei suoi dipinti, come nel Giardino delle delizie, costruisce mondi immaginari, gremiti di creature fantastiche (per quanto solidamente radicati nella storia e nella cultura a cui l’artista appartiene), colpendo lo spettatore per l’ingegnosità delle proprie invenzioni, Pieter Bruegel mette in scena ambienti e paesaggi familiari in modo realistico e personaggi immersi in attività quotidiane riconoscibili, in questo più vicino alle scelte e alla poetica degli autori contemporanei di wimmelbücher. Nei quadri di Bruegel e di Bosch, spiega Rémi, non vi è "un punto focale dell'azione", l’osservatore è invitato a giocare con l’immagine focalizzandone i dettagli; in altre parole, l'atto stesso di guardare il dipinto diventa un gioco.

Hieronymus Bosch, Il Giardino delle delizie.

Thé Tjong-Khing, L’avventura magica del giovane artista, il berretto, lo zaino e la palla…

 

Il debito dei wimmelbücher nei confronti di questi artisti del passato, è confermato, se ce ne fosse bisogno dall’indonesiano Thé Tjong-Khing, autore (oltre che di Tortintavola e di Tortinfugadi) di Bosch. L'avventura magica del giovane artista, il berretto, lo zaino e la palla... (tutti e tre i titoli sono pubblicati da Beisler).

Pieter Bruegel, Il censimento a Betlemme.

Pieter Bruegel, Paesaggio con pattinatori e trappola per uccelli

Ali Mitgutsch, Frühling, Sommer, Herbst und Winter.

Pieter Bruegel, Giochi infantili.

Ali Mitgutsch, Frühling, Sommer, Herbst und Winter.

O anche dal semplice e immediato raffronto fra due illustrazioni di Ali Mitgutsch per Frühling, Sommer, Herbst und Winter e alcune celebri opere di Bruegel: Giochi infantili, Il censimento a Betlemme e Paesaggio con pattinatori e trappola per uccelli.

Altro autore citato da Rèmi è l’inglese Martin Handford, con la serie Dov'è Wally?, in Italia edito da Ippocampo ( Where's Wally?), nella quale in ogni volume il lettore è invitato a trovare il protagonista Wally immerso in scene affollatissime di personaggi, e distinguibile grazie alla maglia a righe bianche e rosse, al cappello e agli occhiali.

Martin Handford, Dov'è Wally?

Per comprendere la differenza fra i wimmelbücher della Berner e quelli degli autori finora citati, è utile fissare quelle che sono le loro caratteristiche salienti, secondo quanto indica Cornelia Rémi.

Dimensioni e materiale: cartonati di grandi dimensioni.

Quantità di testo: il libro non contiene testo, a parte la copertina e la quarta di copertina, e brevi testi integrati nelle immagini.

Stile grafico: apertura a doppia pagina; scene a volo d’uccello o comunque descritte da un punto di vista onnisciente; immagini ricche di personaggi e dettagli, paesaggi composti da varie scene;

Soggetto delle immagini: situazioni familiari ai giovani lettori, che fanno parte della loro vita quotidiana.

Struttura del libro: i diversi panorami di solito formano unità separate e indipendenti. Alcuni wimmelbücher, tuttavia, organizzano le doppie pagine in una narrazione continua.

Comportamento di lettura stimolato dal libro: i wimmelbücher attivano lettori di tutte le età, invitano a diverse modalità di ricezione e offrono nuove scoperte a ogni lettura.

Secondo Rémi, «I wimmelbücher sono un tipo di picturebook senza parole che mostrano una serie di panorami popolati da un grande numero di personaggi e dettagli. È un genere che ha il potenziale di accompagnare i bambini lungo la strada dell'alfabetizzazione e di introdurli a diverse strategie per far fronte al mondo e raccontare storie. Contrariamente ai libri puzzle o ai search books, i wimmelbucher affidano ai loro lettori il compito di trovare la propria strada attraverso il ricco materiale che contengono e non dirigono la loro attenzione formulando attività di ricerca esplicite. Consentono molteplici opzioni di lettura e incoraggiano una risposta altamente attiva da parte di bambini e adulti, che potrebbe essere descritta come una forma di gioco.»

Quello che la studiosa mette in luce è che la grande complessità visiva dei wimmelbücher - caratterizzata da abbondanza di personaggi, ricchezza inesauribile di materiali, e un certo grado di disordine e caos - sviluppa le abilità linguistiche e narrative, incoraggia un'osservazione intensa, invita lo spettatore a interagire con le immagini, a trovare oggetti nascosti, a confrontare le modifiche da un'immagine all'altra, a trovare corrispondenze, a prevedere in anticipo, a creare storie giocando con ciò che accade sulla pagina. Sono libri vissuti come estremamente stimolanti e gratificanti, e la loro ricezione è altamente variabile e non limitata a un obiettivo specifico età.

Illustrazioni di Vessela Nikolova per In spiaggia e Al mercato: wimmelbilder ma non wimmelbücher.

L’articolo riporta un sondaggio realizzato online per sei settimane condotto all'inizio del 2009 tra genitori di lingua tedesca e altri operatori sanitari che avevano utilizzato Wimmelbucher per introdurre bambini piccoli in alfabetizzazione. Ai 115 partecipanti è stato chiesto di definire quello che consideravano un Wimmelbucher, di valutarlo e descriverne le esperienze di lettura.

Alla richiesta di stabilire l'età target appropriata per i wimmelbücher, un terzo dei partecipanti li ha ritenuti adatti ai bambini a partire da un anno, mentre un altro terzo ha definito 18 mesi come soglia di età inferiore, sebbene gli editori di solito raccomandino i libri a lettori molto più anziani. Ciò corrisponde alle osservazioni che i partecipanti hanno inviato sui propri figli: quasi due terzi di loro hanno cominciato ad occuparsi di Wimmelbucher quando avevano un'età compresa tra un anno e 18 mesi. Il 96% di tutti i bambini descritti nel sondaggio ha avuto il primo contatto con wimmelbuch prima di aver compiuto due anni. Questo contatto tende a essere a lungo raggio e raramente finisce prima che i bambini entrino a scuola, a volte anche molto più tardi. Per i libri illustrati, questi numeri sono notevoli. Indicano che i wimmelbücher sono un genere di soglia, abbastanza vario da accompagnare i bambini in molte fasi del loro percorso verso l'alfabetizzazione.

Se i libri di Handford somigliano a wimmelbücher nell'aspetto esteriore, forniscono ai lettori lunghi elenchi di attività di ricerca. I compiti di ricerca stabiliscono alcuni elementi come priorità cognitiva principale dei lettori, mentre gli altri elementi sono progettati come distrattori, destinati a deviare dalla missione di ricerca. Solo in una seconda fase, questi distrattori possono essere apprezzati come elementi a sé. E se le immagini di Ali Mitgutsch sono densamente affollate, i suoi personaggi sono più grandi rispetto a quanto li circonda. Ciò consente loro di sviluppare caratteristiche individuali più leggibili. Inoltre, i panorami di Mitgutsch, indipendenti gli uni dagli altri come in Un giorno nella vita di tutti i giorni, sono chiaramente organizzati in sezioni ordinate allo scopo di ridurre la confusione in chi guarda. Infine ci sono libri, come i nostri In spiaggia e Al mercato di Susanna Mattiangeli e Vessela Nikolova, in cui se la lettura fa appello alle capacità di osservazione del lettore attraverso immagini ricche, dettagliate e affollate, ovvero wimmelbilder, questi non si possono definire veri e propri wimmelbücher.

Thé Tjong-Khing, Tortintavola.

Come nei libri di Mitsumasa Anno, anche in quelli di Thé Tjong-Khing vi è una trama principale che si snoda lungo i paesaggi che via via si incontrano nelle doppie pagine del libro, e accanto a questa scorrono trame minori e collaterali che il lettore è invitato a riconoscere e indagare. In tutti i casi, questa ricchezza narrativa offerta dalle illustrazioni costringe il lettore a ripercorrere il libro più e più volte, sfogliandolo avanti e indietro, e costruendone a poco la poco il senso e la conoscenza. Ogni tentativo di esaurire un wimmelbücher, scrive Rémi, è destinato a fallire, poiché ciò richiederebbe non solo un ampio resoconto della sua struttura e dei suoi dettagli, ma anche una spiegazione su come i suoi numerosi elementi potrebbero agire insieme. E aggiunge:

La pienezza del wimmelbücher riflette la complicata composizione del mondo in generale, che richiede certe strategie per far fronte alla sua ricchezza. Imparare a gestire l'esigente abbondanza di un wimmelbüch implica quindi imparare come affrontare un mondo complesso e rispecchia "il bisogno fondamentale del bambino di dare un senso a ciò che vi è di grande, pressante e importante nel suo mondo, formando unità gestibili ed esplorando questi strani oggetti più e più volte" (Singer 1994: 9). Ciò significa che i wimmelbücher possono essere descritti come modelli del mondo e viceversa: "Per i bambini che non sanno ancora leggere, il mondo assomiglia a un libro illustrato senza testo" (Ludwig 2008: 7), incoraggiando la curiosità, sostengono i loro lettori nel rendere il mondo leggibile e significativo.

(1- continua)