A giugno, per la collana Piccoli naturalisti osservatori, è uscito, insieme a Rimanere sul sentiero, Rane, rospi e tritoni. Gli anfibi e l'arte della trasformazione di Federico Gemma. Preso dalle sue molte attività di naturalista e disegnatore, Federico non ha avuto finora il tempo di presentarlo ai nostri lettori. Lo fa ora, con questo bell'articolo per cui lo ringraziamo.
[di Federico Gemma]
Quando Giovanna mi ha chiesto se volessi fare un volume per la collana PINO, ci siamo chiesti insieme quale sarebbe potuto essere l’argomento da trattare. Io che sono un appassionato di uccelli e di mammiferi ho cominciato ad arrovellarmi su qualche aspetto interessante di questi animali che mi sarebbe piaciuto disegnare. Però Giovanna mi ha suggerito da subito un argomento poco trattato: quello degli anfibi. Io ci ho riflettuto sopra e mi sono ritornati in mente tutti gli incontri che ho avuto con questi piccoli, ma incredibili animali. Ho sfogliato i miei taccuini di campo e le emozioni di quegli incontri sono prepotentemente tornate in mente.
Ho ricordato di quando sull’isola del Giglio cercavo il discoglosso sardo e la meraviglia di trovarlo in piccole cavità nella roccia con le uova appena deposte nel mezzo di un bosco incantato. Le raganelle, prima una, poi due, tre, dieci… tutte perfettamente mimetizzate attaccate alle foglie di alberi e cespugli in un fosso lussureggiante nelle zone più selvagge dell’isola d’Elba. Il privilegio di assistere alla paziente deposizione delle uova da parte delle salamandrine dagli occhiali, una specie che vive solo in Italia, nelle profonde forre della mia regione, il Lazio, o la danza di corteggiamento dei tritoni nei vecchi fontanili, lo strabiliante colore giallo della pancia degli ululoni dalle pupille a forma di cuore e il ripetitivo canto notturno dei rospi smeraldini.
Non ho impiegato molto a convincermi, tante osservazioni alla fine mi avevano lasciato immagini che in qualche modo dovevo tirar fuori.
Gli anfibi sono criptici, ma in grado di sfoderare colori sgargianti ed eccessivi, sono amanti focosi, grandi corteggiatori e cantanti sopraffini, ottimi nuotatori e temibili predatori, in grado anche di interrompere la loro crescita e rimanere giovani. Ma la loro straordinarietà raggiunge il culmine nella strategia riproduttiva. Con poche eccezioni l’accoppiamento avviene in acqua dove vengono rilasciate le uova da cui escono le forme larvali dotate di branchie, grazie alle quali sono in grado di respirare sott’acqua. Con la metamorfosi stravolgeranno poi il proprio corpo per renderlo idoneo alla vita sulla terra. C’è da rimanere incantati quando, osservando i girini, si vedono spuntare le lunghe zampe posteriori, poi, una alla volta, quelle anteriori. La coda viene riassorbita in pochi giorni, mentre i giovani anfibi assumono l’aspetto di un adulto in miniatura, lungo solo pochi millimetri. È il momento di avventurarsi sulla terraferma, di cominciare a cacciare e di sfuggire ai predatori… una vita difficilissima.
Come potevo resistere quindi alla tentazione di raccontare tutto questo attraverso i miei disegni?
Osservare gli anfibi nel loro ambiente naturale permette inoltre di godere della bellezza dei posti in cui vivono. E non è un caso che dove sopravvivono salamandre, ululoni e raganelle, l’ambiente sia ancora piacevole, complesso e ricco. Torrenti, stagni, piccole zone umide possono non avere nel nostro immaginario l’impatto di una foresta o di un prato fiorito, ma nel loro piccolo rappresentano ecosistemi di una ricchezza impensabile. Ambienti fragili che racchiudono una esplosione di vita e gli anfibi ne rappresentano una parte fondamentale, sia come prede sia come predatori.
Nel libro ho cercato di trattare l’argomento in modo scientifico, ma alla portata di tutti. Proprio per questo ho inserito solo le specie più comuni e che più facilmente si possono incontrare, tralasciandone altre come i geotritoni, il pelobate e lo stesso discoglosso, che meriterebbero un altro volume e di questo chiedo comprensione ai miei amici studiosi! Ci sono però molti testi scientifici di grande qualità per il riconoscimento di specie e sottospecie e per un maggiore approfondimento rimando a questi testi.
Ho, quindi, illustrato gli aspetti comportamentali, il ciclo vitale, l’anatomia e tutte le strategie di caccia e di difesa. E, dato che il disegno rimane lo strumento più potente che abbiamo per osservare e memorizzare, ho inserito qualche suggerimento su come disegnare al meglio una rana o un tritone.
Sfortunatamente per tutti gli ambienti naturali e per la biodiversità questi sono anni difficili. Gli anfibi in particolare soffrono della distruzione e frammentazioni degli habitat idonei, della crisi climatica e della scarsità di acqua.
Conoscerli meglio, anche attraverso questo nuovo volume della collana PINO, non solo ci permetterà di apprezzarne la loro presenza e loro vita, ma aumenterà la nostra consapevolezza su quali sono le maggiori criticità e cosa possiamo fare anche noi per evitare che spariscano dai nostri giardini e dai nostri boschi.
E quando in primavera o in estate una giornata di pioggia tenderà a rovinare i nostri programmi, pensiamo agli anifibi: ai girini, alle salamandre e ai rospi che, loro sì, trascorreranno una bella giornata.